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La kermesse israeliana a Milano nasconde la realtà dell’occupazione

Sul Corriere di lunedì 6 giugno Pierluigi Battista ci fa l’onore di parlare delle iniziative che si terranno a Milano contro l’annunciata Kermesse “l’Israele che non vi aspettate”, organizzata dall’Ambasciata israeliana in Italia.

Non ci sorprende lo zelo di Battista, che per l’ennesima volta fa sua l’equazione antisionismo uguale antisemitismo, equazione scorretta sul piano storico (il sionismo è un movimento politico sorto in una parte del mondo ebraico e che ha portato alla nascita dello Stato d’Israele attraverso l’espulsione degli abitanti palestinesi e la colonizzazione dei territori occupati) e politico (sarebbe come dire che siccome Battista è un anticomunista automaticamente è un fascista…).

Vorremmo però fare alcune correzioni a “errori” in cui incorre (alcuni dei quali al limite della querela):

– il manifesto di convocazione della manifestazione contro la Kermesse non vede una “bandiera con la stella di Davide quasi schiacciare il Duomo”, ma la bandiera israeliana che sventola sul muro dell’Apartheid – condannato dalla Corte de L’Aia – all’entrata di Betlemme (e che ci sia la stella di Davide sulla bandiera israeliana davvero non è colpa nostra), in un fotomontaggio traslato a Milano;

– quanti paroloni sulla volontà “incendiaria” o sul rifiuto “assoluto” dell’altro: noi protestiamo per una manifestazione POLITICA dell’Ambasciata israeliana che cerca di nascondere la realtà dell’occupazione, della colonizzazione illegale, dei crimini di guerra e contro l’umanità che i governi israeliani fanno in nome del loro stato “ebraico”, presentando le sue “eccellenze” (come le tecnologie di gestione dell’acqua… rubata ai palestinesi). E contesteremo i dirigenti politici di quello stato, che consideriamo criminali per i loro comportamenti concreti (come dimostrano anche in questi giorni sparando sui manifestanti disarmati nel Golan che non stanno “invadendo” i legittimi confini di Israele, ma un territorio occupato illegalmente nel 1967). Non sarà la “difesa preventiva” di Battista che grida alle violenze e all’intolleranza a fermare queste nostre iniziative ne a creare un clima che possa renderle impraticabili;

– invece di concentrarsi sui nuovi sindaci, Battista dovrebbe spiegare quali siano i rapporti economici, commerciali, politici e militari tra le istituzioni italiane (anche enti locali) e israeliane. Noi contesteremo quelle relazioni, come abbiamo contestato quelli con il regime libico delle stesse istituzioni e aziende (sui quali il silenzio era piuttosto imbarazzante prima della missione Nato) o con i vari satrapi del Mediterraneo:

Non vogliamo suggerire a Pisapia (tantomeno a Fassino, che in quanto a zelo filoisraeliano non è secondo nemmeno a Battista) quale posizione prendere: domandiamo solamente a lui e agli altri nostri rappresentanti istituzionali se sia possibile e giusto avere queste strette relazioni con i responsabili di crimini internazionali e che vengono nella nostra città a esporre le loro “eccellenze” per propagandare la loro guerra come giusta.

Ci spiace che Pisapia sia tirato per la giacchetta, ma noi siamo un movimento indipendente: Pisapia non può in alcun modo essere reso responsabile di quanto facciamo, e noi non dipenderemo nel prendere le nostre iniziative da quanto pensa o dichiara Pisapia.

Piero Maestri, Sonia Migliaccio, Francesco Giordano, Francesco Stevanato, Rodolfo Greco, Giorgio Forti (del Comitato “No all’occupazione israeliana di Milano”)

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