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Incendio nel Cie di Capua Vetere. «Le fiamme causate dai lacrimogeni»

CASERTA – Caos nel centro immigrati di Santa Maria Capua Vetere. Questa notte infatti è scoppiato un incendio nella ex caserma Andolfato che ha causato il ricovero per problemi respiratori di circa venti persone. La denuncia arriva dalla Rete Antirazzista che spiega in un comunicato: «Stanotte un incendio ha devastato le tende del campo mentre la polizia inondava i profughi rinchiusi con i micidiali lacrimogeni CS. Una situazione ormai del tutto inaccettabile e inumana che provoca l’insofferenza, la rabbia e la disperazione dei rifugiati tunisini, che da quasi due mesi continuano a vivere ingabbiati senza colpa alcuna in questa tendopoli esposta al sole e alla pioggia, priva di qualunque minimo requisito di vivibilità e di dignità, ma anzi oltre il limite della tortura psico-fisica. Una condizione ancora più esasperata dopo i dinieghi in primo grado delle richieste di protezione internazionale da parte della commissione di Caserta».

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Gli attivisti antirazzisti hanno contattato telefonicamente alcuni immigrati rinchiusi nel centro che hanno fatto una ricostruzione dei fatti avvenuti questa notte: «La tensione – hanno spiegato – è stata innescata quando uno dei reclusi ha saputo della morte di suo fratello in Tunisia e si è sentito male. Gli altri connazionali lo hanno condotto all’uscita della gabbia che circonda la tendopoli pretendendo che fosse curato fuori dall’Andolfato, ma quando hanno visto che la polizia lo trascinava per le braccia e lo maltrattava la tensione è comprensibilmente salita. A quel punto la polizia ha cominciato a caricare e soprattutto a sparare lacrimogeni a profusione per allontanare i migranti che protestavano e alcuni di questi lacrimogeni hanno dato fuoco alle tende».

Le proteste e addirittura gli episodi di autolesionismo stanno diventando una tragica normalità all’interno della ex caserma Andolfato: «Ormai il Cie è un girone dantesco – denunciano gli attivisti – Negli ultimi giorni ci sono stati prima alcuni gravi atti di esasperazione e di autolesionismo con un profugo che è stato ricoverato dopo aver bevuto la candeggina e un altro che si è procurato ampie ferite col vetro dei bagni. Ancora stanotte un altro rifugiato ha ingerito del vetro. Per non parlare delle condizioni di vita umilianti e nocive: dopo la pioggia di pochi giorni fa i materassi si sono di nuovo e completamente inzuppati d’acqua (ricordiamo che non hanno più le reti e dormono tutti praticamente in terra) tanto che per protesta alcuni migranti hanno urinato sui materassi per rendere evidente l’umiliazione che subivano! Infine l’isolamento: la preclusione a qualunque associazione indipendente di entrare, eccetto agli avvocati, ha dato i suoi frutti. Un interprete della Croce Rossa è stato infatti allontanato dopo la denuncia di due rifugiati: avrebbe sottratto denaro (400 euro e un oggetto d’oro) in cambio del millantato inserimento in fantomatiche liste per il permesso di soggiorno».

Sdegno per le condizioni in cui viene tenuto il Cie casertano viene espresso anche dai senatori Anna Maria Carloni (Pd), Marco Perduca e Donatella Poretti (Radicali), che alla luce dell’episodio ribadiscono la richiesta già avanzata da tempo di chiusura della struttura. La Carloni attacca: «È un lager della vergogna: non è possibile rinchiudere giovani che non hanno commesso alcun reato, privandoli di ogni diritto». Perduca, che ha visitato il Cie nei giorni scorsi proprio assieme alla Carloni, definisce «disumano e degradante» il trattamento riservato agli immigrati.

da “il corriere del mezzogiorno” dell’8 giugno 2011

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