“No all’occupazione israeliana, contro le tecnologie di guerra e di apartheid” e “Vita, terra, acqua e liberta’ per i palestinesi”. Con questi striscioni si è aperto il corteo di sabato pomeriggio a Milano contro la kermesse israeliana che da giorni sta occupando piazza Duomo. Quasi 5.000 persone, con una partecipazione andata ben al di sopra delle aspettative, hanno sfilato in corteo da piazza Cairoli fino a piazza san Babila per riaffermare un non contendente all’occupazione militare e coloniale israeliana e all’apartheid applicato contro i palestinesi. Pullman e delegazioni sono arrivati anche da altre città come Roma, Firenze, Bologna, Torino.
Una ottima riuscita di una campagna che da sabato scorso ha contestato giorno dopo giorno e in mille modi il tentativo israeliano di rifarsi una immagine pulita approfittando delle complicità delle istituzioni italiane locali e nazionali. Gli attivisti milanesi del Comitato “No all’occupazione israeliana di Milano” hanno contrastato con creatività e determinazione l’operazione degli apparati israeliani nel nostro paese.
Il corteo è stato partecipato e combattivo, a dimostrazione che una mobilitazione puntuale contiene la capacità di inclusione e iniziativa nonostante le diverse sensibilità. Nei giorni scorsi più volte gli attivisti milanesi solidali con la Palestina erano riusciti a realizzare incursioni in piazza Duomo dove è stata allestita la kermesse israeliana o a fare blitz nei vari convegni bilaterali tra le istituzioni israeliane e quelle italiane. Ultimo in ordine di tempo prima del corteo di sabato, venerdi nel primo pomeriggio una decina di attivisti solidali con la Palestina era penetrata negli uffici della società israeliana Agrexco in via Camillo Hajech 10, depositando un cesto di frutta marcia con un biglietto «Il marcio dell’apartheid israeliano per la frutta marcia», e due bottiglie di acqua sporca con l’etichetta «Acqua della valle del Giordano». L’Agrexco, fondata nel 1956, è il principale esportatore di prodotti agricoli israeliani, commercializza il 70 per cento di frutta, verdura, fiori e erbe aromatiche pari a oltre 400mila tonnellate di merce con un giro d’affari di circa 650 milioni di dollari. Prodotti che provengono da Israele ma anche dalle colonie israeliane costruite in territorio Palestinese. L’Agrexco è una delle società israeliana al centro della campagna internazionale di Boicottagio Disinvestimento Sanzioni (BDS) contro Israele.
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