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Un messaggio dalla Freedom Flotilla

Corfù, 3 luglio

La flotta e’ ferma, la decisione unanime e’ di aspettare fino a martedi come tempo massimo, nella speranza che le proteste internazionali, che domani si svolgeranno in tutto il mondo, riconducano il governo greco alla ragione. Che Israele influenzi le politiche governative di molti stati tutti lo sanno (a quanto ti sei venduto Papandreu?). Il mar mediterraneo, una volta crocevia ed incontro di culture ora pare essere un mare sionista, razzista e di proprieta’ dei piu’ forti. Ma sappiamo altrettanto bene che i popoli sono con la Flotta e con la Palestina e questo ci da la forza di continuare a sperare. Siamo altrettanto consapevoli che sul piano politico Israele ha collezionato l’ ennesima sconfitta. Ieri i telegiornali greci trasmettevano le immagini del sequestro della nave americana e dell`arresto del capitano, una vergogna mondiale che gli si ritorcera’ sempre piu’ contro! Tutti sanno cosa trasportano le nostre navi: aiuti e solidarieta` dei popoli, tutti sanno chi sono i carnefici e quali gli oppressi, ci giungono messaggi da ogni parte del pianeta, il re e` sempre piu` nudo! puo` solo aspettarsi nuovi convogli, carovane e flotte, ci sono milioni di persone che spingono e saranno sempre piu’ i profughi palestinesi che si scaglieranno contro quei confini illegali, il sionismo e` alla frutta!
Alcuni di noi sono rientrati, non tutti possono permettersi di restare, chi e` rimasto sorveglia la nave, la NOSTRA nave; la Chiarini in ogni caso sara` parte del movimento di solidarieta` per la Palestina e nei lunghi turni di guardia per sorvegliarla  spuntano idee su come utilizzarla qualora non si partisse ora, in attesa della prossima Flotilla 3: museo della memoria palestinese itinerante (mostre, concerti, proiezioni in giro per i porti italiani) o anche corvetta popolare di pronto intervento per operazioni umanitarie e di sostegno ai popoli in lotta, le idee non mancano e alla Stefano ci siamo tutti affezionati. Di sicuro non la lasceremo qua, e se non riuscira` a partire ora per la Palestina, ce la riporteremo a casa.
Oggi la nostra Gaza italiana e` la Valsusa e anche qui ci aggiorniamo in diretta, forza compa’! Sara’ dura! Domani ci saranno i presidi per la flottiglia, quanti impegni per coloro che in Italia continuano a lottare! Positive vibrazioni attraversano il Mediterraneo! Grazie a tutti i “rimasti umani”.

 

Sciopero della fame degli attivisti statunitensi

Alla vigilia del Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, i passeggeri degli Stati Uniti sulla flottiglia iniziano un digiuno a tempo indeterminato, chiedendo all’Ambasciata statunitense ad Atene che il governo degli Stati Uniti faccia pressione sulla Grecia affinchè liberi la loro barca e il capitano, e permetta di salpare verso Gaza.

I membri della US Boat to Gaza hanno iniziato un digiuno a tempo indeterminato, chiedendo al governo degli Stati Uniti di difendere il nostro diritto a navigare fuori dalla Grecia. Il digiuno è iniziato davanti all’ambasciata USA al 91 di Vasilisis Sophias Avenue ad Atene. I digiunatori hanno consegnato una lettera urgente presso l’Ambasciata e pianificano di passare la notte fuori dai cancelli dell’ambasciata.
I passeggeri e gli organizzatori della barca statunitense che partecipano al digiuno sono: Medea Benjamin, Ken Mayers, Paki Wieland, Kathy Kelly, Ray McGovern, Helaine Meisler, Nic Abramson, e Carol Murry.
La passeggera Kathy Kelly ha detto: “Ci appelliamo ai funzionari presso l’ambasciata statunitense ad Atene perché riconoscano pubblicamente il nostro diritto alla navigazione e perchè chiedano al governo greco di liberare la nostra nave e il suo capitano immediatamente”.
Ci sarà anche una marcia a sostegno della flottiglia che inizierà alle 7 di sera, organizzata da attivisti greci che protestano contro le misure di austerità del governo in piazza Syntagma. La marcia prevede una richiesta al governo greco di lasciare che tutte le barche della Freedom Flotilla 2 salpino verso Gaza e di liberare il capitano della nave statunitense, che è in prigione.

La partenza della US Boat to Gaza – Audacity of Hope – è stata ritardata da una denuncia presentata dal Law Center di Israele, dimostrata come infondata. Le autorità greche hanno poi ispezionato la barca, ma, fino a quando la barca non ha salpato,cinque giorni più tardi, i risultati di tale ispezione non sono stati condivisi con il capitano e il suo equipaggio.
La Guardia Costiera greca ha fermato la Audacity of Hope circa 20 minuti dopo che aveva lasciato il porto, ​​Venerdì 1 luglio. La Guardia Costiera ha ordinato al capitano di fermare la nave, cosa che ha fatto. I commandos armati di fucile hanno intimato il rientro della nave. Ora la nave è sotto sequestro al molo militare di Atene e il capitano è stato arrestato.
Nelle ultime due settimane, due imbarcazioni della Freedom Flotilla sono state sabotate mentre erano attraccate nei porti greci. Il pericolo potenziale per la barca USA è stato ovvio per il capitano, l’equipaggio e i passeggeri: c’era una chiara possibilità che la barca statunitense fosse la prossima ad essere sabotata.
I funzionari del Consolato greco negli Stati Uniti, quando sono stati assediati dalle telefonate degli americani arrabbiati, hanno detto ai chiamanti che avrebbero dovuto indirizzare la loro protesta ai funzionari degli Stati Uniti, perché in fondo sono stati i responsabili. “Sappiamo che il governo americano ha sostenuto i subdoli sforzi di Israele per contrastare la flottiglia, e ha fatto pressioni sul governo greco perché ci fermasse. Questa è una vergogna”, ha detto il passeggero-digiunatore Medea Benjamin. “Il 4 luglio è il momento per il nostro governo di dichiarare l’indipendenza da Israele e iniziare a sostenere i propri cittadini”.
Si segnala che il 24 giugno, i passeggeri della US Boat to Gaza hanno visitato il Console Generale ad Atene, il Vice Console Generale Kate Brandeis, e hanno convenuto che la barca statunitense “aveva il diritto di navigare verso Gaza”.
Ms. Brandeis ha assicurato ai passeggeri che il consolato era lì per assistere i cittadini degli Stati Uniti che incorressero in difficoltà durante la loro permanenza in Grecia. Fino ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna assistenza da parte dell’Ambasciata degli Stati Uniti e il capitano della nostra barca, un cittadino americano, rimane in carcere e deve ancora essere visitato da chiunque dell’ambasciata degli Stati Uniti.

Le delegazioni internazionali scrivono una lettera aperta al premier greco Papandreu

Lettera aperta a:
Georgios A. Papandreou
Primo Ministro della Grecia

Corfu, 3 Luglio

Egregio Sig. Papandreou,

Noi, membri della Gaza Freedom Flotilla II, siamo oltraggiati dalla decisione presa dal Suo governo di chiudere i porti della Grecia alla nostra iniziativa umanitaria, persino con la forza, se necessario .  Siamo arrivati sulle coste della Grecia da tutte le parti del mondo, lasciandoci alle spalle i posti di lavoro e le famiglie, per poter offire la nostra solidarietà concreta alla popolazione oppressa di Gaza.
Questa decisione non viola soltanto i principi sanciti dal diritto internazionale sulla libertà dei mari e l’antica tradizione che connota  il Mediterraneo come mare libero, ma contravviene anche ai principi di democrazia e auto-determinazione del popolo Palestinese e delle organizzazioni non governative che noi rappresentiamo.  
E’per noi  totalmente incomprensibile e ci riempie di giusto sdegno il fatto che il governo Greco chiuda i porti alle nostre navi mentre proprio Lei, Sig. Papandreou, ha sempre e costantemente espresso il bisogno di solidarietà  che ha il popolo Greco. Lei e il Suo governo, agendo come alleato di Israele nella questione Palestinese, sembrate aver  dimenticato la battaglia contro la dittatura militare che ha affrontato il Suo paese.  
Pertanto, i  membri di questa missione internazionale di pace chiedono , a nome anche della popolazione di Gaza, lo stesso diritto al movimento che è stato garantito per secoli alla popolazione Greca dai nostri paesi.
Sig. PAPANDREOU, FACCI SALPARE!

Immad Kareem
Delegation from AUSTRALIA

Leo Gabriel
Delegation from AUSTRIA

Monder Nemri
Delegation from BELGIUM

Ines Mizic
Delegation from BOSNIA

Antonio Padron
Delegation from
CUBA 

Dr. Samir Kazkaz
Delegation from
GERMANY 

Ewa Jasiewicz
Delegation from GREAT
BRITTAIN, POLAND 

Fintan Lane
Delegation from
IRELAND 

Vauro Senesi
Delegation from
ITALY

Nooravman Samsuddin
Delegation from
MALAYSIA

Nourdin el Ouali
Delegation from The
NETHERLANDS

Gunnar Rutle
Delegation from
NORWAY

Nadia Kevorkova
Delegation from
RUSSIA

Fernando Jose Forsthuber
Delegation from
SPAIN

Giovanni Esposito
Delegation from
SWITZERLAND

Khalid Tuhraani
UNITED STATES OF AMERICA

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