Ieri pomeriggio, alle 15 in punto, il ministro Tremonti ha convocato il suo staff per fissare i dettagli degli interventi necessari a rispondere ai diktat imposti dalla Bce. Una riunione ristretta con un gruppo scelto di tecnici precettati da qui a Ferragosto per fornire tutti i supporti necessari ad una convocazione del Consiglio dei ministri che potrebbe arrivare tra il 15 del mese e il 20. Due sono le ipotesi messe sul tavolo, pronte per essere trasformate in un decreto legge volto a inasprire ulteriormente la manovra da 48 miliardi. La prima prevede l’annunciato anticipo della delega assistenziale-previdenziale da 20 miliardi al 2013, che conterrebbe anche interventi sulla previdenza. La seconda ipotesi, più pesante della prima, non escluderebbe l’introduzione di una patrimoniale una tantum sulle seconde case e prenderebbe in considerazione la possibilità di un intervento una tantum anche sui patrimoni mobiliari: misure che dovrebbero quindi toccare risparmi e depositi. «Non sarà un governo guidato da me a imporre una patrimoniale, piuttosto mi dimetto: verremmo meno al patto con i nostri elettori e smentiremmo tutte le nostre convinzioni», avverte Berlusconi, confermando quello che i suoi più stretti collaboratori dicevano nei giorni scorsi: «Se vogliono la patrimoniale, la farà un governo tecnico». Il rischio che vada effettivamente così cresce di giorno in giorno. Ma anche dentro il Pd ci sono seri oppositori ad una “patrimoniale” che accusano Bersani di usare un linguaggio “neocomunista”. E’ il caso del veltroniano Ceccanti ma anche di parecchi ex popolari. Oggi pomeriggio si terrà il previsto incontro tra governo e parti sociali a palazzo Chigi, ma secondo il Corriere della Sera in questo incontro non spazio per nessuna trattativa né per scambi, si tratta solo di mettere in pratica quello che la Bce ha imposto all’Italia come condizione per acquistare i suoi titoli di stato. Contemporaneamente al vertice a Palazzo Chigi, alle 16,30 l’Unione Sindacale di Base ha convocato un sit in alla Galleria Colonna. L’anticipo della manovra economica al 2012, “afferma l’USB – produrrà inevitabilmente una catastrofe per i lavoratori che si troveranno a dover pagare ancora di più per restituire gli enormi interessi sui prestiti che la BCE si appresta a fare in cambio dell’anticipazione della manovra. Contro lo schiacciasassi serve una risposta senza precedenti da parte dei lavoratori e dei ceti popolari che più stanno pagando la crisi”. “Noi non ci facciamo rappresentare dai banchieri e dai padroni. Non accettiamo che siano proprio coloro che la crisi l’hanno provocata a discutere del nostro futuro e a decidere come affrontare la crisi; per questo diamo appuntamento a tutti sotto Palazzo Chigi per contestare l’incontro tra Sacconi e la “/santa alleanza” fatta da banchieri, padroni e sindacati complici”. Così Pierpaolo Leonardi dell’Esecutivo nazionale USB.
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