I due gruppi ricordano che i bombardamenti della Nato continuano dal 19 marzo e non sono cessati. Questa aggressione viola platealmente il dispositivo della risoluzione ONU no. 1973 per la “protezione dei civili in Libia”, una risoluzione oltretutto fondata su notizie false.
Sotto i bombardamenti sono morti o sono stati mutilati o feriti migliaia di civili residenti in Libia, quasi un milione di migranti sono stati costretti a lasciare il paese, infrastrutture civili sono state distrutte, sono decine di migliaia gli sfollati, e si sono verificate e si stanno verificando violenze inaudite ai danni di migranti africani e vendette sui cittadini libici. Nell’ultima fase i bombardamenti della Nato a sostegno di una fazione libica sono stati violentissimi, sia a Tripoli che nelle città assediate di Sirte, Ben Walid, Sebha.
I due gruppi, attivi contro la guerra in Libia fin dallo scorso marzo, chiedono alle istituzioni italiane e ai governi dei paesi della Nato:
— che la Nato finalmente cessi di condurre bombardamenti e appoggiare assedi in Libia e si ritiri dal paese che di fatto occupa;
— che l’Italia si impegni per il ritiro di qualunque tipo di presenza Nato dalla Libia;
— che siano sostenute iniziative negoziali per una vera pace, portate avanti da attori quali l’Unione Africana;
— che l’Italia accolga i migranti africani in fuga dalla “nuova Libia”;
— che si contrasti in ogni sede ogni futuro tentativo di guerra Nato contro altri paesi.
I convocanti chiedono ai media di cessare l’opera di propaganda a favore di una sola parte e della Nato.
Promettono di continuare a impegnarsi per far conoscere la verità sulla guerra, sulle sue cause e sulle sue criminali conseguenze, anche con azioni legali internazionali.
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