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I poteri forti al capezzale del berlusconismo

Un editoriale pubblicato sul sito web di Italia Futura, la fondazione promossa da Luca Cordero di Montezemolo scrive che “Per evitare il rischio della deriva populista c’è una sola strada: prendere atto della chiusura di un intero ciclo storico, che ha riguardato tanto il centrodestra quanto il centrosinistra, e che sarà superato solo attraverso un’opera di ricostruzione nazionale che coinvolga le forze migliori della nazione e i riformismi di qualsiasi provenienza politico-culturale”.

Gli autori dell’editoriale, Carlo Calenda e Andrea Romano avanzano una critica neanche troppo velata alla borghesia produttiva italiana (senza però mai nominare Confindustria)e sottolineano come ci sia “qualcosa che non funziona nel rapporto tra la borghesia italiana e il potere politico. Qualcosa che ha a che fare con le responsabilità che derivano dall’essere classe dirigente, e dunque con il dovere di dire verità anche rischiose prima che diventino affermazioni scontate e di senso comune”. La ricostruzione nazionale che hanno in mente gli uomini di Montezemolo “ non sarà solo economica ma anche civile e morale; che dovrà comprendere una dolorosa ma indispensabile operazione verità sullo stato della nazione e sulle enormi sacche di sofferenza sociale; che dovrà finalmente tradursi in una nuova classe dirigente politica. Uno sforzo enorme a cui la borghesia italiana dovrà contribuire con le sue migliori forze e con massicce dosi di onestà intellettuale, che comprendano anche la capacità di mostrarsi responsabile verso quanto si è detto in passato. E anche verso quanto non si è riusciti a dire in tempo utile”. Ma l’editoriale di Italia Futura riserva una stoccata anche per la Marcegaglia (senza mai nominarla) per le sue tardive esternazioni contro il governo Berlusconi – “che noi abbiamo criticato quando era ben solido sulle sue gambe” affermano i due Montezemolo-boys. La presidente della Confindustria viene velatamente accusata di partecipare a “Quella corsa ad infierire sul cadavere, quel mostrarsi forti con i deboli dopo essere stati deboli con i forti, quel precipitarsi ad occupare un posto in prima fila davanti al patibolo che rappresenta la parte meno nobile della nostra storia recente e meno recente”. I due esponenti della fondazione montezemoliana avvisano che “il risveglio della borghesia italiana è brusco, salutare ma ancora parziale. Perché non servirà a molto se non sarà accompagnato da una trasparente assunzione di responsabilità sulle parole che non sono state dette quando era il momento di farlo”.

Ma la presidente di Confindustria è finita anche sotto gli strali di Berlusconi che si è sentito tradito:

“Le avevo proposto anche di fare il ministro e ora mi dà gli otto giorni! Ma chi si crede d’essere. Mi può sfiduciare il Parlamento, non certo la Confindustria”. Pare che Silvio Berlusconi si sia sfogato così con quei ministri con i quali ha affrontato l'”affaire Marcegaglia” e che lo descrivono inferocito. Palazzo Chigi sta aspettando di vedere se il Manifesto della Confidustria (quello “per salvare l’Italia” ma che somiglia piuttosto ad un Mein Kampf sociale) per capire se, dalle proposte, la Confindustria passerà al “movimento”, o addirittura ad iniziative di piazza come la marcia silenziosa degli imprenditori avvenuta a Treviso alcune settimane fa. Berlusconi sta pensando alle contromisure ed ha invitato settanta imprenditori a cena nella villa di Arcore.

Ma il riposizionamento dei poteri forti riguarda anche il Vaticano che con la conferenza della Cei e il discorso del cardinal Bagnasco ha preso pubblicamente le distanze dal governo Berlusconi.
Confermando voci sempre più insistenti che segnalano un grande attivismo da parte della gerarchia vaticana e di alcuni tra i più importanti movimenti cattolici, oltre che di esponenti di spicco del mondo politico e sindacale, il prossimo 17 ottobre a Todi è previsto un convegno che in questa ottica si annuncia come un passaggio decisivo. Al convegno parteciperanno aclisti, ciellini, Azione cattolica, Mcl, Compagnia delle opere, Confcoperative, Coldiretti. Aprirà i lavori il cardinal Bagnasco in persona e chiuderà il segretario Cisl Bonanni. Bagnasco sa che la Balena Bianca democristiana è morta e sepolta, quando ieri ha evocato il «nuovo soggetto» ha subito precisato che non servono «nostalgie». Quello a cui pensano i vescovi per il dopo-Berlusconi è una derivazione italiana del Ppe, che potrebbe essere o una sorta di Udc allargata oppure una versione rinnovata dello stesso Pdl in cui i valori cattolici siano ben rappresentati.
In ogni caso si tratta di un polo moderato che si collochi nell’ambito del centrodestra e sia alternativo al centrosinistra. Secondo il cardinal Bagnasco il futuro soggetto dovrà coniugare «etica sociale ed etica della vita», dove per etica della vita si intendono i valori non negoziabili come bioetica, aborto, diritti civili, scuola paritaria. Valori non negoziabili in tutti i sensi, anche quelli economici.

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