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Val Susa. I media preparano il clima di tensione

Inutile tornare a spiegare le differenze. Qui c’è un’intera popolazione che non intende accettare un massacro ambientale per una “grande opera” che non serve a nulla (la linea ferroviaria attuale che attraversa la Val Susa è utilizzata al 35%). E uno stato di “avanzamento dei lavori” puramente simbolico (il cantiere è di fatto fermo; all’interno c’è praticamente solo la polizia).

Ma un governo in difficoltà e senza idee, nonché un’opposizione virtuale che si candida ad applicare lo stesso programma con qualche escort in meno, vogliono fare di questa valle il cimbolo dello “stato decisore”, che “non si fa intimidire” e tutte le altre stronzate tipiche della retorica bellicista degli imbelli. In attesa della manifestazione di domani (intitolata significativamente “Diamoci un taglio”), di facciamo vedere come i media creano “l’ambient” per l’intervento poliziesco.

 

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La denuncia dei No Tav contro le manipolazioni del giornale La Stampa, il particolare del cronista Zancan, che si comporta in questo caso da “pennivendolo” senza alcuna deontologia professionale.

Comunicato stampa su articolo de la stampa 18 ottobre 2011

Oggi il Movimento NO TAV e Alberto Perino sono stati fatti oggetto di attacco mediatico ingiustificato e vergognoso a causa dell’intervista a Perino pubblicata sul quotidiano “LA STAMPA” di Torino in edicola oggi 18 ottobre a firma di Niccolò Zancan a pag.7.
L’intervista era stata videoregistrata e con notevoli tagli era stata pubblicata sul sito on line del quotidiano al’indirizzo http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/88572/ .
Al minuto 9’02’’ del già menzionato video, si odono chiaramente le voci dell’intervistatore sig. Zancan e di Alberto Perino sostenere il seguente scambio di domande e risposta:

Zancan: …resta la domanda, se domenica succede qualcosa di brutto e brutto intendo dire che la gente si fa male, o voi o i poliziotti…

Perino:  no allora lì è diverso, noi siamo convinti che domenica succede qualcosa di brutto, i poliziotti faranno delle azioni incredibili per non lasciarci neanche avvicinare alle reti…
Zancan: E quindi?
Perino: E quindi le prenderemo come abbiamo sempre fatto.
 
Tale scambio è stato così riportato:
 Zancan: E se domenica qualcuno si farà male veramente?
Perino: Noi siamo convinti che succederà qualcosa di brutto. Perché i poliziotti faranno delle azioni incredibili pur di non lasciarci nemmeno avvicinare alle reti del cantiere…
Zancan: E voi?
Perino: Prenderemo il cantiere.
 
La gravità della manipolazione compiuta, e la mutazione totale della frase pubblicata in forma scritta rispetto a quella pronunciata a video (peraltro non giustificabile da alcuna diversa alternativa interpretazione, posta la chiarezza dell’audio e del video) ha fatto si che si scatenasse un attacco non solo mediatico nei confronti del Movimento NO TAV e di Alberto Perino  citato con nome e cognome addirittura dal ministro Maroni nella sua audizione al Senato.
In allegato copia della lettera inviata dall’avvocato Bertone al giornalista Zancan con la quale si contesta la manipolazione.

 

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da La Stampa

Si sono intensificate stamani, da parte delle forze dell’ordine, le attività di controllo del territorio e monitoraggio delle aree intorno al cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione alla Maddalena di Chiomonte, dove domani si svolgerà la manifestazione dei movimenti No Tav.

Dalla scorsa mezzanotte l’area è off limits, secondo quanto stabilito con un’ordinanza del Prefetto di Torino che prevede la chiusura di tratti di strade provinciali, vie, sentieri, prati e boschi a Chiomonte e Giaglione, i due comuni dove si svolgerà la manifestazione di domani. Con l’ordinanza è stata istituita una zona di protezione intorno al cantiere, dove sono in corso i lavori per la realizzazione di una galleria geognotica propedeutica al tunnel della Tav.

Per il pomeriggio di oggi è previsto un sopralluogo nella zona della Maddalena da parte di un gruppo di leader dei movimenti No Tav per verificare il percorso del corteo di domenica che dovrebbe partire dal campo sportivo di Giaglione. Sia nell’assemblea di giovedì sera, sia nella giornata di ieri, i movimenti No Tav hanno confermato la volontà di raggiungere le reti di protezione del cantiere, ma anche quella di evitare incidenti e scontri. L’area off limits sarà protetta da un consistente numero di uomini di forze dell’ordine (si è parlato di di 1.600-2.000 unità fra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza), con idranti e anche elicotteri.

A vigilare che nessuno provi a violare la “zona rossa” ci sono centinaia di uomini e il numero delle forze dell’ordine impegnate il giorno della manifestazione sarà di circa 2.000 unità. I No Tav protestano: «L’area interdetta è stata raddoppiata, così si aumenta la tensione». C’è forte apprensione in Val di Susa, perchè non tutti sembrano disposti ad accettare l’obbligo di restare lontano dalla recinzione. «L’obiettivo è di arrivare alle reti, in modo pacifico», ha spiegato un giovane del centro sociale Askatasuna ricordando lo slogan della giornata “Diamoci un taglio”. Il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota non si stanca di ripetere «l’appello a tutti perchè si tengano lontano dalla violenza. Chi usa la violenza – prosegue – non fa neppure gli interessi di chi è contro la Tav. Danneggia prima di tutto la Valle di Susa e l’immagine di questo territorio».

La linea di condotta annunciata da uno dei leader storici dei No Tav, Alberto Perino, e poi approvata dalla maggioranza dell’assemblea popolare No Tav sembra chiara: «Se le forze dell’ordine lanceranno lacrimogeni, ci ritireremo in buon ordine. Nessuno di noi può permettere che accada il minimo incidente. Chi non accetta queste condizioni si pone automaticamente al di fuori del movimento e della manifestazione». Resta forte, tuttavia, il timore di infiltrazioni di violenti. I sindaci “No Tav”, a parte qualche caso isolato, non sfileranno nel corteo, ma si raduneranno nella sede della Comunità Montana dove è stata convocata l’unità di crisi. Nei loro confronti ha dato un segnale di apertura il sottosegretario Davico che vuole coinvolgerli nei lavori dell’Osservatorio guidato dal commissario di governo Mario Virano: «I sindaci – è l’invito – tornino protagonisti e riprendano in mano la situazione. Costruiamo un percorso proprio a partire da una sorta di “Osservatorio nell’osservatorio”, e che non rappresenti solo un gioco di parole, ma una degna ed esemplare dimostrazione di democrazia». Un invito accolto con un po’ di diffidenza da Nilo Durbiano, primo cittadino di Venaus, il paese teatro degli scontri nel dicembre 2005, prima che venisse creato l’Osservatorio. «Siamo favorevoli al dialogo – osserva – purchè il confronto sia reale e non fittizio. Chiediamo di essere non solo sentiti, ma anche ascoltati. E nell’Osservatorio c’eravamo già, ci hanno buttato fuori solo perchè non eravamo favorevoli alla Torino-Lione».

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da Repubblica

L’ordinanza del prefetto che fissa le regole per la manifestazione NoTav di domenica è raccolta in tre pagine. Tanto basta per trasformare la zona che circonda il cantiere Ltf in una fortezza. E soprattutto per spazzare via le illusioni del movimento valsusino che giovedì sera, riunito in assemblea a Villar Dora, ha ratificato le indicazioni ideate dal coordinamento dei diversi comitati la sera prima. A Villar Dora Alberto Perino, il bancario in pensione che in questi anni è diventato uno dei volti più noti del movimento contro l’Alta Velocità, tirando in ballo Martin Luther King e Gandhi, ha annunciato un corteo pacifico. “Tutti a faccia scoperta e con le sole bandiere  –  ha spiegato aggiungendo però una postilla ambigua  –  chi vorrà e chi potrà, si avvicinerà alle reti con gli arnesi per tagliare…”.

TAV: FAVOREVOLI E CONTRARI

Un proposito che già cozza con le disposizioni prefettizie. L’ordinanza infatti è categorica. Scrive il prefetto: “Rivelato che negli ultimi mesi si sono verificati numerosi episodi di grave turbativa dell’ordine pubblico, durante i quali gruppi di persone hanno tentato di entrare nell’area di cantiere danneggiando le installazioni e mettendo a repentaglio l’ordine, la sicurezza e l’incolumità pubblica… e vista le nota della questura di Torino del 19 ottobre 2011 nella quale viene evidenziato che in occasione della cennata manifestazione potrebbero verificarsi ulteriori situazioni pregiudizievoli di ordine pubblico e infine rilevato che permangono preminenti esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’area del cantiere unitamente all’urgenza della prosecuzione dell’attività dello stesso in ragione degli impegni internazionali assunti si ordina che dalle ore 00.00 del 22 ottobre alle ore 7.00 del 24 ottobre 2011 siano interdette alla circolazione di persone e mezzi via dell’Avanà, via Roma e strada provinciale 233 (dall’intersezione con la statale24 all’intersezione con via dell’Avanà) nel comune di Chiomonte e la strada comunale per frazione San Rocco e quella per frazione San Giovanni nel comune di Giaglione…”.

IL PROGETTO: DAL ’91 AD OGGI

In più precisano in prefettura: “E’ inoltre vietato l’accesso a chiunque a tutti i sentieri e alle aree prative e silvestri dei comuni di Giaglione e Chiomonte che comunque conducano all’area di cantiere definita dalla recinzione esistente nonché alle aree recintate retrostranti l’area del museo archeologico di Chiomonte e l’area della centrale idroelettrica di Chiomonte. Nella stessa data e orari è vietato l’esercizio di qualsiasi attività venatoria nei comuni di Venaus, Exilles, Chiomonte e Giaglione…”.

Anche la questura in serata ha divulgato un appello al dialogo con i manifestanti. La polizia chiede ai partecipanti di “predisporre ogni misura organizzativa idonea a favorire il regolare svolgimento della manifestazione… favorendo canali costruttivi di dialogo con i responsabili del servizio di ordine e sicurezza pubblica funzionali alla pacifica riuscita dell’iniziativa”. Nel comunicato la questura sottolinea la necessità di osservare le disposizioni di legge “in merito al divieto di travisamento in pubbliche manifestazioni ed al porto di strumenti atti all’offesa o idonei al compimento di reati”.

E’ evidente che tali disposizioni renderanno impossibile a chiunque avvicinarsi alla recinzione. Il movimento è quindi ad un bivio: o accetta una manifestazione pacifica e rinuncia a qualsiasi attacco alle reti o dovrà per forza scontrarsi con le forze dell’ordine. Il presidente della Regione Roberto Cota, senza nascondere preoccupazione, anche ieri ha lanciato un appello alla calma: “Chi usa la violenza non fa neanche gli interessi di chi è contro la Tav. Danneggia la valle e l’immagine di questo territorio”.

 

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da Il Giornale (organo criminogeno, da leggere turandosi il naso)

Sale la tensione in Val di Susa
I No Tav preparano “l’assalto”

di Clarissa Gigante
Da mezzanotte alle 7 di lunedì l’area del cantiere sarà off limits. E sul web e sulle radio antagoniste spuntano i consigli per aggirare i posti di blocco

Domani la manifestazione in cui i No Tav vogliono simbolicamente tagliare le reti del cantiere di Chiomonte. Forze dell’ordine schierate per evitare violenze. Da mezzanotte il divieto di accesso all’area: una web radio dà informazioni su come raggiungere la baita Clarea aggirando i posti di blocco. Allerta massima in Val di Susa per le annunciate manifestazioni contro la Tav. I black bloc: “Pronti anche a uccidere” Leggi il comunicato

Chiomonte – Mancano ormai poche ore alla manifestazione contro la Tav prevista per domani e già diverse decine di attivisti stanno raggiungendo il campo sportivo di Giaglione (Torino) per “monitorare la situazione che vede le forze dell’ordine in opera per allestire la zona rossa prevista per domani”, come scrive un sito del movimento.

La polizia sta infatti mettendo a punto un piano per impedire che il corteo si avvicini alle reti del cantiere. La zona circostante – fino alle ultime case del paese di Giaglione e non fino ad un chilometro dalle reti come era stato detto in un primo momento – sarà chiusa alla viabilità dalla mezzanotte di oggi alle 7 di lunedì mattina. o dalle reti del cantiere. Il divieto include tutta la superficie del territorio interessato, sentieri e boschi compresi, e 1700 uomini controlleranno che nessuno lo infranga.

Ecco perché i manifestanti si stanno organizzando per arrivare oggi il più vicino possibile al cantiere. In diversi stanno presidiando anche la “baita Clarea”, la costruzione più vicina alle reti e diventata uno dei simboli del movimento No Tav. “Arriva notizia che in questi minuti le forze dell’ordine stiano allestendo una sorta di filtro all’altezza delle cabine della centrale elettrica”, scrive il sito NoTav.info, che assicura: “Se così fosse la Baita rimane comunque raggiungibile da altri sentieri”.

E ad aiutare i manifestanti ci pensa anche una web radio, Radio Blackout, che in queste ore sta segnalando nei minimi dettagli, nello stesso modo in cui farebbe un navigatore gps, come raggiungere la baita o il campo sportivo di Giaglione – il punto del paese da cui partirà il corteo – evitando i posti di blocco, in cui i carabinieri, nonostante l’accesso alle strade sia ancora libero, stanno filtrando i passanti e impedendo a possibili violenti il passaggio.

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L’Unità dà credito a Maroni

«Domenica si preannuncia un’altra manifestazione allegra». Così, da Salerno, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha commentato la manifestazione ‘No Tav’ in programma nella Val di Susa.
«Distingueremo tra chi manifesta pacificamente e chi vuole infiltrarsi usando la violenza – ha aggiunto Maroni – abbiamo approntato un sistema per tenerli a debita distanza, almeno un chilometro e impediremo loro di entrare in un cantiere legittimo».

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da Il Fatto Quotidiano

Valsusa, ampliata la zona rossa, ma i No Tav promettono: “Tranceremo le reti”

Circa duemila gli agenti che domani vigileranno sulle zone intorno al cantiere dell’alta velocità Torino-Lione alla Maddalena di Chiomonte, dove domani è prevista la manifestazione dei comitati di protesta che dichiarano: “Tutti a volto scoperto, senza oggetti che possano essere scambiati per armi”

A mezzanotte è partita la zona rossa e durerà fino alle sette di lunedì mattina. Chiuse le strade, bloccati i sentieri. Un’ordinanza del prefetto di Torino vieta a chiunque di avvicinarsi all’area della Maddalena di Chiomonte, il cantiere del tunnel “esplorativo” per la futuribile linea Tav Torino-Lione. Non sarà facile, dunque, raggiungere domani le reti di recinzione per tagliarle, obiettivo dichiarato della manifestazione indetta dal coordinamento dei Comitati No Tav da circa venti giorni. L’assemblea di giovedì sera, terminata a tarda ora, ha optato per una giornata sostanzialmente pacifica: “Tutti a volto scoperto, senza oggetti che possano essere scambiati per armi”, dichiara Alberto Perino, il più mediatico dei leader del movimento. Altri confermano la stessa linea: “L’indicazione è tentare di raggiungere le recinzioni attraverso i sentieri nei boschi e di tornare indietro non appena si incontra un poliziotto”.

La Questura di Torino, intanto, tende la mano come può, invitando i manifestanti a “predisporre ogni misura organizzativa idonea a favorire il regolare svolgimento della manifestazione, favorendo canali costruttivi di dialogo con i responsabili del servizio d’ordine e sicurezza pubblica funzionali alla pacifica riuscita dell’iniziativa”. Già questa mattina gruppi di No Tav si sono radunati nei pressi della baita Clarea. La polizia ha identificato i presenti, invitando loro ad allontanarsi per evitare di incorrere in una violazione dell’ordinanza prefettizia. Non sembra esserci eccessiva tensione, ma nel pomeriggio la scena potrebbe ripetersi: sono infatti previsti sopralluoghi da parte dei Comitati e “passeggiate esplorative”. Nel cielo della Valle, intanto, volano senza sosta elicotteri dei carabinieri.

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da “il manifesto”

Mauro Ravarino
“Faremo disobbedienza civile”

Chi voleva che il count-down in vista di domenica fosse un’escalation di tensioni ha avuto il ben servito. Non saranno certo i No Tav ad alimentarla. Gli interventi articolati, le mani alzate per un voto unanime e il coro liberatorio finale con il motto «Sarà düra» sono il ritratto di un’assemblea intensa, che giovedì sera a Villar Dora si è espressa favorevolmente rispetto alla proposta del coordinamento dei comitati. Sarà una giornata di disobbedienza civile a volto scoperto e a mani nude (senza oggetti contundenti, solo tronchesine per tagliare «le reti illegittime del non cantiere»). Avrà regole precise e condivise: «Nessuno dovrà accettare lo scontro. Nessuno di noi – ha spiegato Alberto Perino – può permettere che accada il minimo incidente. Ci stiamo giocando una grossa fetta del patrimonio di oltre vent’anni di battaglie».
La zona vicino al sito della Maddalena, strade e sentieri, è off-limits già da questa mattina, secondo l’ordinanza del prefetto di Torino Alberto Di Pace. Ma la Valle – sfibrata dall’isteria politico-mediatica e dagli allarmi del ministro Maroni, che alla vigilia del 30 luglio disse che sarebbe scappato il morto quando poi non successe nulla – è pronta a «Diamoci un taglio». L’appuntamento è alle 10.30 di domenica a Giaglione. Questo il programma e le cosiddette «regole d’ingaggio»: «Dopo il concentramento – ha sottolineato Perino – andremo alla baita Clarea, verso le reti, attorno alle quali ci posizioneremo con estrema calma senza dare pretesti a essere male interpretati. Un segnale darà il via al taglio, un altro un segnale ci avviserà del rientro alla baita e poi a Giaglione. Tutto questo avverrà a volto scoperto. Se le forze dell’ordine lanceranno lacrimogeni e la Val Susa si riempirà di fumo alzeremo i tacchi e ce ne andremo in buon ordine. Chi vorrà portarsi la maschera antigas, nel caso ci fosse un lancio di Cs, potrà mettersela solo sulla via del rientro. Chi non accetta queste condizioni si pone automaticamente al di fuori del movimento e della manifestazione».
I No Tav sanno che sarà una giornata delicata (sanno, per esempio, che tagliando le reti incorrono in un reato; la Procura di Torino ha annunciato che chiunque cercherà di tagliare la recinzione del cantiere Ltf sarà arrestato). Ma hanno anche l’esperienza e la maturità per gestire la situazione. «Dovrà essere un nuovo inizio» ha detto in assemblea Maurizio Piccione di Spinta dal Bass. «L’immagine – ha aggiunto Ezio Bertok, No Tav Torino – che uscirà dalla manifestazione sarà quella che daremo all’esterno. Non siamo un piccolo cortile e abbiamo una responsabilità in più, perché siamo un punto di riferimento per tante realtà nel Paese».
Una zona cuscinetto di quasi un chilometro di diametro terrà i manifestanti No Tav lontano dall’area del cantiere, difesa da un migliaio di agenti. Il movimento cercherà di aggirare i blocchi: «Se ci sarà uno spiegamento tale da impedircelo – dice Perino – noi non cercheremo lo scontro. Avranno comunque perso loro, per lo sperpero di denaro pubblico causato». Lo ha spiegato Luigi Casel, liste civiche: «Il progetto di difesa militare previsto per domenica costerà mezzo milione di euro, esattamente i soldi che mancano al Consorzio socio assistenziale della Valsusa». Resta da capire quale sarà la reazione delle forze dell’ordine: dura o soft.
La Cub porterà cesoie di gommapiuma. Ci saranno anche le famiglie, ma i bambini resteranno al parco giochi di Giaglione: «Lì dipingeranno la loro protesta sui cartelloni». La maggior parte dei sindaci No Tav non parteciperà, ma riunirà l’unità di crisi a Bussoleno. Ci saranno gli amministratori delle liste civiche («Senza tagliare le reti» ha precisato Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero). Ieri, il sottosegretario degli Interni Michelino Davico, ha invitato «a modificare la composizione dell’Osservatorio della Torino-Lione per permettere agli amministratori No Tav di indicare un loro rappresentante». Si vedrà. Per ora, la Val di Susa attende domenica, citando il poeta Walt Whitman: «Resistere molto, obbedire poco».

 

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Il più illuminante ci sembra però questo post locale:

Chiomonte sembra Palestina: area off limits
Chiomonte sembra Palestina: area off limits

Un blindato della polizia vicino alle reti

CHIOMONTE / Benvenuti a Chiomontistan. Il nome lo hanno inventato i NoTav, con un chiaro quanto spettrale riferimento all’Afghanistan. Ma qui in val di Susa sembra proprio di essere in guerra. Una vasta aerea è già da ore off limits. E’ vietato accedere ai sentieri da Ramats, Chiomonte o Giaglione. Sospesa persino la caccia.
Sono le misure eccezionali disposte dalla Questura per impedire l’avvicinamento dei manifestanti alle reti dell’area presidiata della Maddalena. Strade provinciali, vie, sentieri, prati e boschi sono zona rossa.
E di fatto, la manifestazione dei NoTav sul percorso inizialmente previsto è impossibile. Nel pomeriggio di sabato un gruppo di leader dei movimenti No Tav verificherà la situazione sul posto per stabilire se è possibile che il corteo si svolga o meno.
I movimenti No Tav sono determinati a raggiungere le reti di protezione del cantiere. Almeno 1.600 gli agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza. La zona verrà controllata dall’alto anche con più elicotteri. A terra dispiegati anche gli idranti. Anche se le caratteristiche dell’area rendono difficili le classiche operazioni di polizia per l’ordine pubblico.

Leggi tutto: http://www.cronacalive.it/chiomonte-sembra-palestina-area-off-limits.html#ixzz1bWdftuCx
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