Ieri mattina la polizia ha sgomberato il Liceo Virgilio di Roma, dove gli studenti erano in occupazione da lunedì.
Con un’operazione militare in piena regola, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nel Liceo, fatto uscire gli studenti, separato i minorenni dai maggiorenni e identificato tutti. Non sappiamo se per i maggiorenni scatteranno delle denunce.
Non è la prima volta che il Liceo Virgilio finisce nel mirino dell’autorità e delle loro spinte securitarie, ricordiamo la campagna stampa dell’anno scorso che descriveva l’occupazione degli studenti come una sorta di party continuo, senza alcuna giustificazione se non il divertimento, lo sballo e il perdere le lezioni. Ma mai si era arrivati ad un’operazione militare di questo tipo all’interno di una scuola.
Quello che le autorità colpevolmente fingono di ignorare è che le occupazioni degli studenti hanno motivi seri e condivisibili da parte di chiunque, lavoratori e studenti, viva la scuola quotidianamente. I tagli degli ultimi 20 anni hanno significato un impoverimento complessivo della scuola pubblica statale che si abbatte in primo luogo sulla qualità dell’istruzione e della vita quotidiana nelle aule. Non va dimenticato, a tal proposito, il crollo parziale di un solaio del Liceo che risale solo ad un anno fa. Crollo che non è certo l’unico avvenuto in questi ultimi anni nelle scuole di tutto il paese. Gli edifici in cui gli studenti trascorrono gran parte delle loro giornate sono spessissimo insicuri e necessitano di ristrutturazioni urgenti, che mai vengono avviate, al di là dei proclami.
Il governo attuale si appresta a tagliare altri 39 milioni di euro alla scuola, per la quale già lo Stato italiano investe pochissimo. I nostri studenti hanno visto ridurre il tempo scuola anno dopo anno, riforma dopo riforma; hanno visto impoverirsi i saperi che i docenti dovrebbero condividere con loro, a vantaggio di progetti, progettini, pseudocompetenze, attività di dubbia utilità; hanno subito il progressivo inserimento dei privati e delle aziende nella scuola, costretti a sostituire il tempo delle lezioni con quello speso all’esterno in attività lavorative vere e proprie, senza alcuna retribuzione, perché questo è sostanzialmente l’alternanza scuola lavoro, al di là di qualsiasi patina educativa.
Di fronte alla protesta degli studenti, che chiedono una scuola migliore, qual è la risposta degli adulti, della scuola e del governo? Un’operazione di polizia.
USB Scuola denuncia la gravità di un’operazione del genere, ribadisce che la polizia mai dovrebbe entrare nelle scuole, perché la scuola è luogo di educazione non di repressione, esprime tutta la sua solidarietà agli studenti del Virgilio occupato, di cui condivide le ragioni.
No alla polizia nelle scuole, sì al diritto di studenti e lavoratori della scuola di rivendicare una scuola migliore!
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa