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Oggi in piazza contro il carbone

Migliaia di ambientalisti in corteo oggi ad Adria per contestare il progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. «Un momento di democrazia molto bello e civile: ci saranno almeno 3.500 persone che sfilano in corteo, con migliaia di palloncini gialli contro la centrale a carbone» ha commentato Antonino Pipitone, consigliere regionale veneto dell’Idv. «Oggi la presenza di persone giunte da ogni parte d’Italia – sottolinea Andrea Boraschi, responsabile della Campagna energia e clima di Greenpeace – dimostra che la riconversione di Porto Tolle è una questione nazionale e chiama in causa non solo l’economia e le amministrazioni locali ma anche le scelte di politica energetica e di tutela dell’ambiente dell’intero Paese». Secondo gli ambientalisti, il passaggio a carbone della centrale di Porto Tolle comporterebbe l’emissione di oltre 10 milioni di tonnellate l’anno di Co2: l’equivalente di oltre quattro volte le emissioni annuali di una città come Milano. «Con le idee non si mangia – replicano in una nota i lavoratori della centrale, che hanno esposto durante il corteo uno striscione di 20 metri ‘Per il bene comune…andate a lavorarè – e quando non sono idee sostenibili si fa poca strada». Per gli operai, «mentre l’Italia traballa in assenza di investimenti e lavoro, oggi ad Adria c’è gente che balla in piazza contro un investimento che vale 2,5 miliardi di euro, 3.500 posti di lavoro e con tecnologie per la piena compatibilità ambientale».

 

“Nessuna scorciatoia per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), che, per la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle, dev’essere rinnovata integralmente”. Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, WWF e il Comitato dei liberi cittadini di Porto Tolle hanno diffidato il Ministero dell’Ambiente, affinché sulla conversione a carbone chiesta dall’Enel, si muova nel pieno rispetto della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. “Come stabilito dalla normativa nazionale e comunitaria, e confermato da una sentenza del Consiglio di Stato”.
Un impegno che le associazioni chiedono al Ministero di rispettare entro il prossimo 31 ottobre, ovvero prima della scadenza dei 90 giorni indicata dallo stesso Ministero in una lettera del 3 agosto scorso della Direzione generale per le Valutazioni ambientali.

Le associazioni temono che “il Ministero non voglia rinnovare la procedura di VIA nella sua integrità”,e chiedono, inoltre, “che per l’impianto siano valutate le alternative energetiche esistenti: il gas e le energie rinnovabili. E che siano garantite l’informazione e la partecipazione dei cittadini”.

Gli ambientalisti fanno riferimento anche alle perizie tecniche compiute nell’ambito del processo penale in corso presso il Tribunale di Rovigo per i danni alla salute provocati dall’impianto attuale. E alle “grandi lacune” della Valutazione di incidenza, imposta dalla Direttiva comunitaria Habitat trattandosi in un’area che ospita siti e zone di protezione speciale e i parchi regionali del Delta del Po.

Proprio contro la riconversione di Porto Tolle e contro l’uso del carbone, che inquina, minaccia gravemente la salute dei cittadini, uccide il clima e costringe i lavoratori del comparto energetico a un futuro fatto solo di precarietà, domani, 29 ottobre, le 35 associazioni della coalizione Fermiamo il carbone organizzano una manifestazione nel Polesine ad Adria. In parallelo si terranno presidi a Saline Joniche, La Spezia, Vado Ligure e Brindisi.

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