Qui e là si può notare come le preoccpuazioni coincidano con i redditi presumibili dello scrivente. Cominciamo quindi dal quotidiano di casa Marchionne, ovvero La Stampa (da sempre conosciuta dai tornesi come “La Bugiarda”).
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Aumenta l’Irpef: chi è sopra i 75 mila euro di reddito rischia di pagare più di mille euro
alessandro barbera
Roma
L’ avevano preannunciato sia Monti che Napolitano: la manovra deve essere equa. Chi guadagna più di settantacinquemila euro l’anno ed è possessore di almeno una casa, dimentichi le promesse di chi vagheggiava riduzioni d’imposta e metta la mano sul portafogli: per loro la manovra Monti sarà cara.
Chi ha avuto la pazienza di seguire le ultime peripezie del governo Berlusconi, ricorderà il tira e molla di quest’estate. L’avevano ribattezzato «contributo di solidarietà» per i redditi più alti. Fu snocciolato in diverse forme: prima doveva essere sopra i novantamila euro, poi oltre i centocinquantamila, infine la maggioranza tentò di trovare un accordo sulla soglia dei trecentomila euro. Al termine di lunghi battibecchi non se ne fece nulla: a quelle soglie di reddito il gettito era evaporato. E così, gli unici a pagare quel contributo sono rimasti i dipendenti statali con reddito superiore ai novantamila euro: loro il contributo lo pagano già dalla scorsa primavera.
Quel contributo, per il quale un gruppo di dipendenti pubblici ha fatto ricorso di fronte alla Corte costituzionale per disparità di trattamento, potrebbe essere assorbito da una soluzione impopolare ma più semplice ed equa: l’aumento di due o tre punti dell’ultima aliquota Irpef al 43%. Si tratta della cosiddetta aliquota marginale, quella applicata a tutti coloro che – per l’appunto – guadagnano più di settantacinquemila euro l’anno. Le simulazioni parlano di un aggravio medio di mille euro (sempre annui), ma non è ancora deciso se sarà strutturale o se invece,come nella logica del contributo di solidarietà, verrà applicato solo per due o tre anni. Monti prenderà la decisione finale solo dopo aver consultato, fra oggi e domani, i leader della coalizione.
Le ipotesi tecniche sul tavolo del premier sono ancora due: la prima è quella che si è detto. La seconda prevede un aumento anche della quarta aliquota, quella del 41%, oggi applicata ai redditi sopra i 55mila euro l’anno. Entrambe dovrebbero garantire più o meno un miliardo di euro, forse 1,2 miliardi. Ma i rumors del palazzo dicono che l’ipotesi di aumentare la quarta aliquota è solo sulla carta, poiché sarebbe troppo penalizzante per il ceto medio e indigesta a tutti i partiti della coalizione. Fra Ici, aumento delle rendite catastali e rincari Iva il prezzo da pagare al risanamento è comunque alto.
In queste ore il cruccio di Monti e del ministro dello Sviluppo Corrado Passera è proprio come evitare che la manovra, infine, si traduca in una stangata. Non solo perché c’è da garantire la sbandierata equità, ma anche per evitare che la manovra abbia effetti ulteriormente depressivi su un 2012 che, secondo le ultime stime, l’Italia attraverserà in recessione. Anche in questo caso ci sono sul tavolo una rosa di soluzioni che Monti e Passera scremano ad horas. A favore delle imprese è probabile uno sgravio dell’Irap nella componente costo del lavoro.
Ad esso si accompagneranno altri bonus specifici: per la ricerca, l’efficienza energetica, la ricapitalizzazione delle imprese e per coloro che investiranno in nuove aziende. Ci sarà anche un pacchetto di liberalizzazioni, questa volta (almeno sulla carta) vere: degli orari dei negozi, dei carburanti, di farmaci e professioni. La riforma degli ordini sarebbe «a tagliola»: se entro una certa data non si apre il mercato, scatta l’abolizione degli albi. I Comuni, che pure subiranno un ulteriore taglio, potrebbero avere la più volte sbandierata (e da Tremonti sempre negata) revisione del «patto di stabilità interno», in sostanza l’aumento delle soglie massime per gli investimenti. Infine c’è il capitolo più delicato, quello delle famiglie.
La spinta del Pd, della Cgil e del mondo cattolico perché il governo faccia qualcosa per i più deboli è forte, il problema è che ogni soluzione costa carissima. Un primo aiuto, non oneroso per le casse dello Stato, dovrebbearrivare sul fronte della bolletta energetica: in bozza c’è già una norma che promette di ritoccare al ribasso le tariffe dell’Autorità per l’energia. L’altra strada, molto più costosa, è quella degli sgravi a favore delle famiglie a reddito basso e con figli a carico, sottoforma di aumento delle detrazioni d’imposta.
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a seguire il confindustriale Sole 24 Ore, che spara però altre cifre e informazioni differenti
Manovra, spunta tassa su beni di lusso e barche. Irap più leggera
Una tassa su barche e beni di lusso, l’alleggerimento del carico fiscale per le imprese e il possibile aumento di due punti percentuali (ma anche fino a 3) per gli scaglioni oggi al 41 e al 43%. Man mano che si avvicina l’approdo in Consiglio dei ministri, fissato per lunedì, il menu della manovra firmata dal governo di Mario Monti si arricchisce di nuovi tasselli. L’ultima novità, rilanciata dall’agenzia Radiocor, è una misura «per l’equità»: una super-tassa sulle barche e i beni di lusso. Dettagli riportati da fonti tecniche al lavoro sulle misure da presentare in Cdm e che indicano in oltre 20 miliardi di euro il valore complessivo della manovra, cifrà che andrà prevalentemente a correzione del deficit.
Spunta la super-tassa su barche e beni di lusso
La nuova tassa allo studio si accompagnerà alla patrimoniale o super-Ici sulle seconde e terze case (la scelta tra le due ipotesi non è ancora stata fatta), su cui si sta studiando un meccanismo di riserva per lo Stato, cioè una parte del gettito dovrà essere riversata dai Comuni all’Erario.
Torna l’Ici. E arriva l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti
Il pacchetto fiscale, che sarà significativo e dovrebbe assicurare circa i due terzi delle risorse, contiene anche la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, con un’aliquota più bassa di quella vecchia e un’ampia manovrabilità per i Comuni: fermo il valore della rendita, si agirà sulla percentuale di adeguamento o sul moltiplicatore per allargare la base imponibile dell’imposta. La parte relativa alle entrate contiene anche l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti e la riduzione della soglia per la tracciabilità (probabilmente a 500 euro).
Il capitolo dell’Iva. Nuovi tagli per sanità ed enti locali
Quanto all’Iva, l’eventuale aumento non scatterebbe subito, ma verrà legato all’attivazione della clausola di salvaguardia prevista dalla delega fiscale. Per il resto, sul fronte delle spese, oltre al capitolo pensioni, si lavora sulla sanità e sulle Autonomie, alle quali verrebbe chiesto un nuovo contributo di circa 3-4 miliardi: due alle Regioni (tramite sanità e personale), uno ai Comuni e 500 milioni alle Province.
Irap più leggera per le imprese
Il pacchetto-sviluppo, che farà salire l’importo della manovra oltre i 20 miliardi, sarà concentrato su un alleggerimento dell’Irap, ma non sul cuneo fiscale. Cifre e composizione della manovra sono ancora in via di definizione per il pre-Consiglio di domenica, soprattutto nella considerazione che un peso eccessivo della parte entrate potrebbe compromettere gli stimoli alla crescita. SUPER TASSA BARCHE
Si studia una tassa per i «diritti di stazionamento delle imbarcazioni». L’imposta riguarderebbe non il possesso di una barca ma il suo stazionamento in un porto turistico
ICI SU SECONDE CASE
Il governo punta all’introduzione di una patrimoniale o super-Ici sulle seconde e terze case. Misura che si affianca alla reintroduzione della vecchia Ici sulla prima casa
RENDITE CATASTALI
Possibile rinvio per la revisione delle rendite catastali: la questione (si era parlato di una rivalutazione del 15%) potrebbe essere demandata ad una legge delega
AUMENTO IRPEF
Il governo sta valutando un aumento di 2 ma anche fino a 3 punti per gli scaglioni oggi al 41 e 43% che passerebbero così al 43 e al 45 per cento
LOTTA ALL’EVASIONE
Sul fronte della lotta all’evasione si studia l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica almeno nelle operazioni business to business
IVA
Aumento Iva se scatta la clausola di salvaguardia della riforma fiscale. Le ipotesi: aumento di 2 punti dell’aliquota del 21% o di 1 punto sia dell’ordinaria sia dell’agevolata del 10%*****
più sobriamente, da Business Online
Le novità Irpef lunedì in Cdm
Il pacchetto di misure che lunedì approderà in Cdm contiene una correzione pari a 20 miliardi comprensivi dei 4 della delega fiscale ma la cifra è variabile e dipende dall’andamento del ciclo economico.
Sul tema delle pensioni, il ministro del Lavoro Elsa Fornero si è mostrata molto disponibile e da Bruxelles ha confermato che nel pacchetto di lunedì ci sarà l’introduzione del regime contributivo pro-rata per tutti e l’accelerazione dell’adeguamento della pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato.
L’ultima modifica introdotta nella manovra estiva prevede che l’adeguamento progressivo della pensione di vecchiaia delle donne a 65 anni scatti nel privato a partire dal 2014 fino al 2026. Fra le ipotesi ci sarebbe quella di anticipare l’avvio al 2012 per arrivare a 65 anni nel 2016, al massimo nel 2020. Ancora incerto il superamento dei pensionamenti di anzianità con il solo canale contributivo dei 40 anni.
Tra le altre novità, la proposta del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera di offrire alle imprese Btp o Bot per pagare i debiti pregressi che queste vantano nei confronti delle imprese (circa 90 miliardi). Una soluzione accolta con favore da Confindustria e Confcommercio. Attese, inoltre, le novità Irap-costo del lavoro, capitolo più delicato da gestire, almeno per l’Economia.
La cancellazione della componente costo del lavoro dal tributo regionale, spiegano le stesse imprese, richiederebbe costi molto elevati (anche sopra i 15 miliardi). Più facile, invece, sarebbe intervenire subito con la riduzione parziale del costo del lavoro e aumentando le riduzioni del cuneo fiscale. Allo studio anche la possibilità di elevare la deducibilità (oggi fissata al 10%) dell’Irap ai fini delle imposte dirette Irpef e Ires.
Bisognerà, dunque, colpire i consumi, che secondo molti saranno affondati dall’aumento dell’Iva, e tagliare il costo del lavoro. L’aumento dell’Iva porterebbe ad una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e ad una conseguente contrazione del mercato interno.
L’unica misura in grado di bilanciare l’aumento dell’Iva potrebbe essere un’attenuazione del cuneo fiscale (cioè della differenza del costo di un lavoratore per l’azienda e quanto il lavoratore concretamente ha in busta paga) che venga redistribuita tra lavoratore ed impresa. E sarà necessario discutere su questo punto.
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