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Addizionali, da gennaio sovrattassa di 62 euro

Conseguenze pesanti e immediate della “manovra Monti”. E visto che siamo consapevoli di essere un po’ “partigiani” nel calcolare quanto pesi sulle tasche di lavoratori e pensionati, scagliamo di lasciare la parola – per una volta – al Corriere dell sera. Che è un giornale di Confindustria e con peso particolare della Fiat, ma su questi conti proprio non riesce a minimizzare…
Noi ci limitiamo ad aggiungere – perché il Corriere non lo fa (dev’essere vietato parlare della corda in casa dell’impiccato…) che l’aumento dell’addizionale regionale Irpef è stato deciso per “compensare” la rinuncia ad aumentare il prelievo del 3% sui redditi superiori ai 75.000 euro. Annunciato per giorni e poi scomparso dal testo finale. In pratica, per salvare benestanti e ricchi, si taglia lo stipendio dei lavoratori dipendenti poveri (l’addizionale Irpef è proporzionale, ma non ci sono esenzioni per nessuno).


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Addizionali, da gennaio sovrattassa di 62 euro

In media il prelievo sale da 231 a 293 euro. In Calabria, Campania e Molise ulteriore addizionale dello 0,30%
ROMA – Sarà un Natale con il freno tirato, quello degli italiani che, dopo le manovre estive, sono ora alle prese con i calcoli su quanto peseranno le misure del governo Monti sulle proprie tasche. A partire dalla tredicesima.

FUOCO AL MOTORE – Lo choc è stato immediato con il fulmineo aumento del prezzo delle accise sui carburanti: circa 10 centesimi al litro in più sulla benzina, 13,6 sul gasolio e 2,6 sul Gpl. I conti sono presto fatti: da mercoledì scorso fare il pieno (40 litri) di benzina costa 4 euro in più, mentre riempire il serbatoio di gasolio comporta un maggior esborso di 5,5 euro. Il che significa che due pieni al mese di benzina costeranno 136 euro, circa 144 al Sud, dove la distribuzione è più ingessata e dove sono in vigore molte addizionali regionali, per cui il carburante può arrivare a costare 1,8 euro. Proiettando l’esborso sull’intero anno la cifra è notevole: 1.632 euro per percorrere circa 13.500 chilometri, con un aggravio di 96 euro dovuto all’aumento delle accise. I conti sono destinati a moltiplicarsi se le auto in famiglia sono più d’una, ipotesi frequente visto che l’Italia detiene il più alto numero di auto rispetto al resto d’Europa: 59 vetture ogni cento abitanti.

AUMENTI «MASCHERATI» – E non finisce qui. L’aumento della benzina è destinato a gravare su tutti i prezzi dei prodotti trasportati. Basta ascoltare la Coldiretti che fa osservare come in un Paese come l’Italia, dove l’86% dei trasporti commerciali avviene su gomma, l’aumento dei carburanti rischia di determinare un effetto valanga sul prezzo finale dei prodotti, con ogni pasto che, precisa la Coldiretti, percorre infatti in media quasi 2 mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Quanto alla Cia, Confederazione italiana agricoltori, ha calcolato in oltre 3 mila euro il costo in più per ogni impresa agricola per il caro-carburanti. Affermazioni che devono aver colpito il presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita, che ha detto: «Attenzione ai rincari delle merci di largo consumo, alimentari in testa, «mascherati» con gli aumenti dei carburanti».

ADDIZIONALE COL BOTTO – È vero, la sovrattassa regionale sull’Irpef sarà pagata solo a gennaio da lavoratori dipendenti e pensionati (a giugno dagli autonomi). Ma quanti di loro, dovendo mettere mano alla tredicesima per i regali di Natale, non ci faranno un pensierino? Una prudenza comprensibile soprattutto nelle Regioni dove l’aliquota dell’addizionale, passata dallo 0,9% all’1,23%, si somma a quelle preesistenti. È il caso di tre Regioni: Calabria, Campania e Molise che hanno dovuto applicare un’addizionale dello 0,30% a causa del deficit sanitario. In queste Regioni l’aliquota complessiva sarà del 2,03%, il che vuol dire per un dipendente con reddito imponibile medio di 16.200 euro in Campania, sborsare 329 euro, 53 in più dell’anno scorso e più di un cittadino lombardo con un imponibile di 22 mila euro (298 euro) o di un veneto con 19.200 euro di imponibile, che pagherà 236 euro. In media in Italia (guarda la tabella) il maggiore esborso complessivo sarà di 62 euro in più, da un prelievo (calcolato sui redditi medi) di 231 euro a un prelievo di 293 euro.

L’INCUBO DELLA CASA – Non è ancora chiaro quando nel 2012 si comincerà a pagare la nuova tassa sulla casa: l’Imu. Ma certo in molti, tra quelli che finora erano stati esentati perché titolari solo di prima abitazione, stanno già facendo i conti. Paradossalmente gli unici a tirare il fiato potrebbero essere coloro che invece già pagavano l’Ici su eventuali altre case oltre alla prima: la scadenza del 16 dicembre, secondo il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, potrebbe essere prorogata.

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