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Così giovane, così Martone

In quella frase frase si mescolano infatti – e sarebbe l’unico aspetto “positivo” – l’insofferenza per la lentezza con cui una generazione sembra attendere l’uscita dall’adolescenza e un insopportabile “sapersi classe elevata” che guarda dall’alto in basso i propri simili.

Persino Il Sole 24 Ore ha trovato in qualche misura “eccessiva” la sua sortita e ha pubblicato un caustico ritratto di questo figlio di papà iper-raccomandato che vorrebbe sembrare il clone di Steve Jobs (sembra di vederlo ripetersi allo specchio: “stay hungry, stay foolish”), ma finisce con l’essere un’imitazione giovanilista di Renato Brunetta. Ma il testo più istruttivo è naturalmente la sua autodescrizione, inserita nel proprio blog. Bisogna sapere come si precepiscono questi “professori feroci”, per no farsi prendere in giro quando fanno la faccia buona o preparano la lacrimuccia.

Uno che ha fatto parte della commissione incaricata da Maurizio Sacconi di scrivere lo Statuto dei lavori (quella porata per cui “tutto è rimesso agli accordi tra le parti”, senza diritto né legge) dovrebbe vergorgnarsene, o almeno relegarlo tra le esperienze infauste, non vantarsene.

Uno che scrive quando è di “cattivo umore”, non può che scrivere cattiverie. O tutt’la più cattive cose, in fondo trascurabili. Se non cercasse di metterle in pratica facendo il “viceministro”.

A uno che dice “studio da quindici studio il diritto e da cinque sono professore ordinario di Diritto del Lavoro” di può e si deve rispondere: Lei ha studiato troppo poco per insegnare, ma soprattutto non ha mai lavorato nei ruoli o nei mestieri per cui pretende di riscrivere le regole. Un ignorante astratto che cala le frasi apprese in qualche libro scritto su commissione sulla carne viva di milioni di persone.

Le quali non mancheranno – speriamo – di far conoscere al signorino Martone la propria opinione sui signorini di tutto il mondo.

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Chi è Michel Martone, il viceministro che ha bruciato tutte le tappe

La vis polemica di Michel Martone contro i bamboccioni si era già abbattuta su un rilassato Drupi una sera di febbraio dell’anno scorso, durante una puntata delle “Invasioni Barbariche” in cui ci si chiedeva se era giusto o meno vivere come il grande Lebowski “drugo” dei fratelli Coen. «Siamo diventati una società molle e declinante», disse, citando che in Italia, appunto, ci si laurea tardi, a 28 anni. Mentre lui a 23 non solo era già laureato, ma aveva appena vinto un dottorato a Modena e faceva il dog sitter per integrare il suo magro assegno e poter così vivere anglosassonamente da solo.

Michel Martone è uno bravo e competente, e si vede subito: lo dice la sua faccia alla Gramsci (un altro che a 20 anni viveva da solo a Torino con appena 70 lire al giorno per pagarsi gli studi e doveva battere i piedi sul pavimento per sentire meno freddo), lo sguardo ferino e curioso, il suo curriculum e il fatto che a 38 anni appena compiuti ci ha scritto anche “viceministro”. In molti lo criticano perché le tappe, per essere un italiano, anche se nato a Nizza, rispetto alla maggioranza dei suoi connazionali le ha bruciate. Forse perché, dicono, è italianamente “figlio di” Antonio Martone, magistrato di chiara fama, attivo in Cassazione e ricco di contatti politici. Tanto da essere stato sentito qualche mese fa anche come “persona informata dei fatti” sulla loggia P3 ed essere stato nominato dall’allora ministro della Pa Renato Brunetta presidente della Commissione per la Valutazione, l’integrità e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche (Civit). Motivo per cui nel 2010 i senatori Ichino, Zanda e Morando chiesero a Brunetta stesso se non gli sembrava inopportuno aver stipulato un contratto di consulenza con suo figlio Michel, per 40mila euro circa, per occuparsi di “problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di paesi terzi”.

Altri, sempre parecchio maligni, hanno sottolineato che con il ministro Fornero non sono proprio rose e fiori, visto anche il ritardo con cui Martone ha avuto le deleghe (pubblicate in Gazzetta il 10 gennaio 2012). Che poi sarà stato l’unico ritardo subito da Michel, che a 26 anni vince un concorso da ricercatore a Teramo e a 29 l’idoneità da ordinario all’università di Siena. Attenzione, l’idoneità, perché per insegnare, causa blocco delle assunzioni, deve aspettare due anni, fino al 2005, quando torna a Teramo con l’upgrade e la cattedra di Diritto del Lavoro. Poi, per chiamata, perché lì funziona così, arriva anche alla Luiss, dove insegna sempre diritto del lavoro ma anche “Politiche di gestione e risoluzione dei conflitti sociali” presso la School of Government, nell’ambito del master universitario in “Affari Politici Italiani”.

E poi corsi alla Lumsa, alla Sapienza dove si era laureato, collaborazioni con il ministro Maurizio Sacconi, caporedattore di riviste, membro di organizzazioni internazionali come l’Aspen Institute, animatore del suo blog dove ha inserito anche i suoi libri, cd e film preferiti. Ha anche due fratelli più giovani, Thomas, con il quale nel 2009 ha aperto lo studio a via della Conciliazione, a due passi dal Vaticano, e Julie, che a 23 anni si era già laureata in genetica e biologia molecolare e che oggi è ricercatrice alla Sapienza.

In un’intervista di qualche tempo fa Martone disse che la sua rapida e bella carriera era stata merito di una famiglia molto motivante. E, sempre in quella puntata delle “Invasioni Barbariche”, seduto sul ciglio della sua poltrona come chi soffre a stare fermo e deve sempre vedere cosa c’è più in là, che l’Italia era un paese praticamente sparito dalla competizione internazionale. Drupi a un certo punto, bello appoggiato alla sua poltrona, aveva preso la parola e gli aveva detto: «Ma se a 50 anni stai ancora a correre come quando ne avevi 30, quando te la godi la vita?».

Da Il Sole 24 Ore

 

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Nato a Nizza e cresciuto a Roma. Ho 37 anni.

Madrelingua francese. Ho un’ottima conoscenza della lingua inglese.

Da venti mi appassiono di politica, da quindici studio il diritto e da cinque sono professore ordinario di Diritto del Lavoro.

Ho scritto due libri: Contratto di lavoro e beni immateriali, quando alla fine del secolo scorso esplodeva la new economy. E Governo dell’economia e azione sindacale, per indagare la paralisi di questo paese bloccato nell’epoca globale.

Il mio habitat è l’Università, dove ho incontrato Maestri, colleghi e studenti. Mi sono formato a La Sapienza, insegno all’Università di Teramo, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e alla Luiss di Roma.

Sono un grafomane che sfoga le proprie inquietudini scrivendo sui giornali, da Il Riformista a Il Sole 24 ore, e sulle riviste, da Zero a Formiche e Aspenia.

Mi interesso di musica, da Jimy Hendrix a Kenny Arkana, cinema, da Elio Petri a Sophia Coppola, e libri, da Il Rosso e il nero a Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond. A tutti consiglio Le lezioni americane di Italo Calvino.

Quando sono di buonumore gioco a pallacanestro, quando sono di cattivo, scrivo: di egoismo generazionale, veto player, outsider, mal di merito, labirinti, da quello fiscale a quello della precarietà, castelli, fatti di leggi e ipocrisie, ma anche, quando c’è il sole, di bene comune, riforme, impegno, futuro e speranza.

Quello che segue è il mio curriculum accademico

Professore ordinario di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Teramo.

E’ docente stabile presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.

Professore incaricato di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma, L.U.I.S.S. Guido Carli. Nella stessa Università insegna anche “Politiche di gestione e risoluzione dei conflitti sociali” presso la School of Goverment, nell’ambito del master universitario in “Affari Politici Italiani”.

Ha anche insegnato Diritto del mercato del lavoro e Storia del movimento sindacale, presso la Scuola di specializzazione in diritto sindacale del lavoro e della previdenza sociale dell’Università “La Sapienza”, Rapporti speciali di lavoro, presso il Master per  consulente d’impresa dell’Università di Roma III, e Storia del diritto, presso il corso di laurea in Scienze giuridiche dell’Università L.U.M.S.A.

Ha rappresentato l’Italia nel Consiglio di Amministrazione di EuroFound, la Fondazione di Dublino istituita dalla Comunità europea per approfondire le problematiche delle relazioni industriali a livello continentale.

I suoi articoli sono pubblicati su “Il Sole 24 Ore” e su “Aspenia”.

In precedenza ha pubblicato articoli anche su “Il Riformista” e “Il Messaggero”.

E’ stato consigliere giuridico del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.

Ha redatto, per conto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il “Codice della partecipazione”, presentato dal Governo il 7 luglio 2010.

E’ stato componente della Commissione scientifica per la semplificazione amministrativa e la riforma della disciplina del rapporto alle dipendenze della pubblica amministrazione, istituita, presso il Gabinetto del Ministero della Funzione pubblica, con decreto ministeriale del settembre 2006.

E’ stato segretario della Commissione scientifica per la redazione di uno Statuto dei lavori  istituita, presso il Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con decreto ministeriale del 4 marzo 2004.

E’ stato nominato “Former Aspen Junior Fellows” dall’Aspen Institute Italia ed è stato selezionato per partecipare agli Aspen Seminar for Leaders di Aspen (Usa).

È membro del comitato scientifico della Fondazione per la ricerca giuridico economica sugli Enti non profit e le Imprese “Bruno Visentini”.

E’ capo redattore della rivista “Argomenti di diritto del lavoro, è componente del Comitato di Redazione della rivista Giurisprudenza Italianaed è membro del comitato scientifico della “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali“.

E’ avvocato del Foro di Roma, abilitato al patrocinio presso le Magistrature Superiori.

Nel 2009 ha creato, con l’avvocato Thomas Martone lo Studio Legale Martone & Martone.

 

Dal Blog di Michel Martone

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