I movimenti sociali della Capitale hanno occupato questa mattina contemporaneamente le sedi di Acea a piazzale Ostiense, Atac a piazzale degli Archivi e Ama a via Capo d’Africa, ossia delle aziende municipalizzate che dovranno essere privatizzate in base al decreto del governo Monti sulle liberalizzazioni. “Siamo cittadini e movimenti che oggi, nelle sedi delle tre più importanti aziende che gestiscono i servizi pubblici locali della nostra città, vogliono far sentire la loro voce – scrivono in un comunicato – Ama, Atac e Acea sono le nostre tre AAA, quelle che le agenzie di rating ci vogliono togliere e che noi siamo qui, in maniera pubblica, a difendere, per migliorarle e reimmaginarle, in un modo completamente opposto a quello che ci viene imposto dalle misure di questo e del precedente governo”.”La gestione del ciclo dei rifiuti, del trasporto, dell’acqua e dell’energia – proseguono – appartengono alla categoria dei beni comuni e come tali devono essere governati. La gestione di tali risorse ha implicazioni concrete sulla nostra vita quotidiana, non può rispondere alla logica del profitto e del mercato, ma deve essere interamente immaginata nell’ottica del miglioramento della qualità della vita della città intera. Noi vogliamo una città diversa che sappia lavorare alla drastica riduzione dei rifiuti, che sappia promuovere un sistema capillare di raccolta differenziata da opporre alla costruzione di nuovi inceneritori e all’apertura di nuove discariche. Abbiamo bisogno di una città in cui il trasporto pubblico sia gestito con l’obiettivo di diminuire le automobili in circolazione e quindi dei livelli di smog e inquinamento. Vogliamo che l’acqua sia gestita come 27 milioni di persone hanno chiesto nel referendum di giugno”.
Intanto a metà mattinata centinaia di occupanti e senza casa si sono recati in Campidoglio per riporre con forza nell’agenda politica cittadina l’emergenza abitativa. Due settimane fa a Roma c’è stata una nuova occupazione abitativa in via Casal Boccone dove ieri pomeriggio si è svolta una partecipata assemblea popolare che ha rilanciato la mobilitazione. Questa mattina era prevista una nuova azione di lotta bloccata però da un ingente schieramento di polizia. A quel punto i movimento di lotta per la casa (Bpm, Asia, Cordinamento di lotta) si sono spostati in massa al Campidoglio dove però sono stati accolti dalle cariche della polizia che intende tenere lontani i senza casa dal Comune.
Protesta invece dei collettivi studenteschi che hanno accolto questa mattina l’arrivo del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo all’università di Roma Tre per l’inaugurazione dell’anno accademico. Muniti di trombette e cartelli gli studenti all’arrivo di Profumo e di Romano Prodi hanno gridato slogan contro i privati nell’università. “L’eccellenza è pubblica, laica e di massa”, “prestito d’onore uguale regalo alle banche”, “c’è profumo di austerity”, sono gli slogan che si leggono sugli striscioni affissi all’interno dell’ateneo romano. «Il sapere non è una merce! Fuori i privati dall’università», è uno dei cartelli esposti dagli studenti dell’ateneo della capitale ‘Roma Trè protestano davanti all’ingresso dell’ateneo contro l’abrogazione del valore legale del titolo di studio. Tra gli altri cartelli esposti «Tutto profumo ma niente arrosto», «Profumo di vecchio odore nauseante» e «C’è profumo di austerity». Tra gli slogan gridati dai ragazzi «I soldi per la scuola si devono trovare tagliando la spesa militare».
Domani nella Capitale è prevista la manifestazione nazionale promossa dai sindacati di base (Usb,Orsa,Slai Cobas, Unicobas, SiCobas, Usi) in occasione dello sciopero generale convocato contro le misure antisociali del governo Monti e i diktat dell’Unione Europea. L’appuntamento è alle ore 9.30 in piazza della Repubblica per andare poi in piazza San Giovanni, dove l’ultima manifestazione, il 15 ottobre, fu sciolta dalle cariche e dai caroselli dei blindati della polizia. Sono attesi migliaia di lavoratori, precari, disoccupati, attivisti sociali da tutta Italia. Ci saranno anche i movimenti di lotta per la casa, i comitati per l’acqua pubblica e i No Debito che hanno aderito alla manifestazione. Sulla vigilia dello sciopero generale e della manifestazione nazionale pesa la rabbia per gli arresti degli attivisti No Tav di questa mattina. Ma a pesare è soprattutto il contesto di tensione e conflitto sociale che si sta estendendo in tutto il paese coinvolgendo anche settori e categorie stroicamente e tradizionalmente lontane da quelle del movimento dei lavoratori e dei movimenti sociali così come li abbiamo conosciuti in questi anni. L’escalation dei prezzi, delle tariffe e delle imposte ha creato un cortocircuito con gli effetti devastanti dei diktat del governo e dell’Unione Europea sul piano salariale e dei diritti dei lavoratori “contrattualizzati” e dei pensionati e con il boom della disoccupazione – in particolare tra i giovani e gli over 50. Insomma si stanno determinando tutte le condizioni per un conflitto sociale esteso che rimetta in discussione le priorità imposte dai governi delle banche, in Italia come nel resto d’Europa.
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