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Le banche si “indignano”, il governo corre ai ripari

C’è stato il via libera al Senato per il decreto liberalizzazioni. I sì alla fiducia sono stati 237 mentre 33 i voti contrari e 2 astenuti. Il decreto passerà ora all’esame di Montecitorio e dovrà essere convertito in legge entro il 24 marzo. Il decreto è stato duramente contestato dall’Abi, l’ Associazione Bancaria Italiana, il cui comitato di presidenza si è dimesso per protesta. La Confindustria si è schierata con i banchieri chiedendo che venga modificata la norma sull’azzeramento delle commissioni. A placare “l’indignazione” dei banchieri non erano servite nemmeno le rassicurazioni di Filippo Bubbico, relatore del Pd , il quale ha spiegato che il governo modificherà la stretta sulle commissioni in un altro provvedimento, probabilmente nel decreto legge sulle semplificazioni all’esame della Camera. “Non è possibile indurre le banche a fare servizi gratuiti” aveva detto il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. Il riferimento è ad una misura nel decreto liberalizzazioni – cassata più che introdotta – che azzera le commissioni sui fidi bancari e che metterebbe a rischio, secondo Mussari, non solo tutta la linea di credito ma anche la salvaguardia degli oltre 300 mila bancari. “Se si continuasse a incidere sui ricavi bancari, anzichè sulla trasparenza – ha detto Mussari – anche questa salvaguardia dell’occupazione verrebbe messa in discussione”. L’emendamento era stato presentato dall’on.Anna Fioroni del Pd. Ma a far capire che si è trattato solo di un incidente di percorso, è intervenuto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Catricalà il quale ha rassicurato i banchieri : “Se verificheremo che la volontà del Parlamento va nel senso di tener conto delle istanze manifestate da Mussari – ha detto Catricalà – il governo non si metterà di traverso”. E a chi gli ha chiesto se la correzione potrebbe arrivare alla Camera, ha risposto: “Mi pare che c’è già un emendamento parlamentare alla Camera in questo senso e bisognerà vedere quanti e quali consensi si aggregheranno intorno a questo emendamento”. Anche Bersani, segretario del Pd, aveva chiarito che si era trattato di un incidente, con qualche imbarazzo in più degli altri perchè l’autore dellemendamento e poi della “svista” erano due parlamentari del Pd. Incidente in via di rapida soluzione dunque. I banchieri saranno senz’altro soddisfatti. Resta il problema che qualcuno dovrà spiegarlo al sen. Gasparri (ex Msi, ex An, ora Pdl), il quale in un impeto di orgoglio era intervenuto affermando che stavolta “Se le banche protestano vuol dire che il Senato ha votato con la schiena dritta”. Vedendolo in video e connettendolo con la conclusione della vicenda, il sen. Gasparri non sembra riuscire a sottrarsi alla somiglianza con l’imitazione che ne fa l’attore Neri Marcorè. Qualcuno dovrebbe avvisarlo che la schiena dritta del Senato verso i banchieri…. sarà per un’altra volta.

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