“Qui è il Kommando Bestia che scrive”. Inizia così la lettera indirizzata al quotidiano “Il Tempo”, arrivata ieri alla redazione dello storico giornale della destra capitolina (ma spedita tre giorni fa da Roma-Fiumicino) e pubblicata oggi dal quotidiano. “La violenza potrebbe risultare una valida e tragica necessità più avanti, perchè l’insurrezione -avvertono gli anarchici- è un processo lungo e doloroso” ma la “preparazione all’azione deve essere meticolosa, studiata nei minimi particolari per fare il massimo danno, soprattutto a livello economico”. “Rivendichiamo quindi -si legge ancora nel documento- la pretesa di considerare il terrore che si scatenerà di qui a poco come un periodo costituito di azioni individuali. Ogni azione dovrà essere attribuita alle singole celule responsabili che si coprono sotto la siglia della Federazione Anarchica Informale”. “Dall’altra parte -si legge nel documento del Ko-Bes. F.a.i.-suppongo ci siate voi agenti delle forze dell’ordine, voi specialisti delle task force anti-insurrezionaliste, voi piccolo borghesi avidi del vostro trafiletto letto sul tram in cerca di sicurezze”. “Sicuramente vi starete chiedendo se la rivendicazione sia attendibile -prosegue il documento- se annunceremo altre azioni. Ebbene sì, la rivendicazione è attendibile, è scritta da un ‘nerò, un ‘individualista”. E aggiunge: “Siamo informali, anonimi, e sarà difficile trovarci”.
Di taglio diverso sembra essere invece la lettera recapitata all’Ansa di Ancona. “Non sono certo gli studenti o i lavoratori i nostri obiettivi». «Nuove le idee, immutati gli obiettivi”. Il testo di una lettera firmata “Brigate Rosse, Brigata Gino Liverani”’Diego”, è stata recapitata per posta alla sede Ansa di Ancona. Sono in corso indagini sull’ attendibilità della lettera, impostata il 23 maggio ad Ancona. La lettera è in fotocopia, riporta anche il noto logo con la stella a cinque punte, e cita il nome di una presunta brigata intitolata alla memoria del brigatista della colonna marchigiana Tommaso Gino Liverani, morto a Managua, in Nicaragua, nel 1985. Il timbro delle Poste di Ancona indica la data del 23 maggio. “Nonostante il subdolo quanto fallimentare tentativo di addossare responsabilità inesistenti su chi conduce la lotta contro il capitalismo e i poteri forti, difesi da questo governo fascista, capeggiato da Monti, con la complicità di Napolitano, in occasione dell’attentato di Brindisi, i fedeli guardiani degli interessi dei padroni, i soliti pennivendoli, continuano nella loro opera di disinformazione! Sono ben altri gli obiettivi dei combattenti! Padroni, classi dirigenti, banchieri prostitute di Stato!! I loro uffici del personale fedeli cani da guardia, aguzzini dei lavoratori. Non sono certo gli studenti o i lavoratori in nostri obiettivi!! Voi che avete vissuto e vivete sfruttando e calpestando, è giunto il momento di guardarvi le spalle! La lotta è ripresa”.
(fonte: Ansa)
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