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Brindisi. Una strage incompleta


Sono passati ormai diciotto giorni dall’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi che uccise la sedicenne Melissa Bassi e ferì altre cinque studentesse. Da ieri la magistratura ha fermato quello che viene ritenuto il presunto autore del fatto. Si tratta di Giovanni Vantaggiato, 68 anni, commerciante di carburanti agricoli a Copertino, in provincia di Lecce, sposato e con due figli. L’uomo avrebbe confessato di aver premuto il telecomando che ha fatto esplodere la bomba – che avrebbe confezionato personalmente – forse per una vendetta nei confronti del Tribunale di Brindisi che si trova a circa 100 metri dall’Istituto professionale ‘Morvillo-Falcone’. Ma restano ancora dubbi, tanti dubbi, sul movente e l’organizzazione di una strage che appare sotto moltissimi aspetti inspiegabile con la categoria della “banalità del male”.

L’uomo fermato per l’attentato, secondo il magistrato responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia, Cataldo Motta, ha ammesso le sue responsabilità ma non ha fornito ”un movente convincente” per il suo gesto, e durante l’interrogatorio nella notte ”non ha spiegato nulla, né si è giustificato. Ha fatto solo riferimento a problemi economici che però certo non spiegano questo gesto”. Il Dott. Motta ha poi spiegato che ”l’indagine continuerà” e che per il fermato, al momento, non viene meno l’aggravante di terrorismo.
A fare sponda alle dichiarazioni del magistrato, arrivano quelle del capo della polizia Manganelli secondo il quale l
e indagini finora condotte dagli inquirenti sul sanguinoso attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, portano a escludere, fino ad oggi, le piste sia di matrice terroristica che mafiosa.
Manganelli ha detto che “non c’è spiegazione per un attentato cosi” vigliacco – ed ha poi aggiunto che “fa fatica a immaginare un atto del genere fatto dalla Fai (Federazione Anarchica Informale) davanti a una scuola in cui è morta una ragazza e altre sono rimaste ferite”.
Anche la pista mafiosa, secondo Manganelli è da escludere, rivelando che subito dopo l’attentato i detenuti appartenenti alla Sacra Corona Unita hanno inviato un telegramma di solidarietà ai genitori di Melissa interpretato come ”un segnale preciso dell’estraneità dell’organizzazione”.

Secondo il capo della polizia per comprendere chi ha posto la bomba davanti alla scuola occorrerà avere ”una risposta dall’indagine per risalire a chi l’ha progettata ed eseguita”. Il punto, ci sembra, è proprio questo. Facciamo ancora fatica a credere che un anziano commerciante abbia progettato ed eseguito da solo una strage come quella di Brindisi. Gli stracci che volano non aiutano la ricerca della verità.

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