Raffaele Bonanni, capo assoluto e dispotico della Cisl, ha smesso da tempo di fare il sindacalista e agisce da “uomo politico” che copre uno spazio che non va lasciato ad altri (il sindacato, finché ne viene tollerata l’esistenza).
Questa sua sortita di stamattina a favore del Monti-forever suona come una conferma scontata, ma in ogni caso significativa.
E Bonanni apre al Monti bis: «Non vedo altri statisti all’orizzonte»
Il segretario generale della Cisl: «Spero che l’impegno della Fornero sulla detassazione sia fondato»
Dopo Monti? «Non mi pare ci siano statisti all’orizzonte, meglio l’originale che una copia». Con una battuta il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, sembra aprire la strada a un Monti bis, un nuovo esecutivo nel 2013, guidato ancora dal professore. Nonostante il presidente del consiglio abbia più volte escluso l’ipotesi di proseguire l’esperienza di premier oltre le prossime elezioni, la prospettiva continua ad essere discussa. Anche dal segretario della Cisl Bonanni, che nel corso della mattinata, ha anche commentato quando dichiarato dal ministro Elsa Fornero, in particolare sulla detassazione dei salari. «Spero che l’impegno sia fondato – ha detto – e ci si metta la stessa determinazione messa su pensioni e mercato lavoro. La vicenda fiscale è centrale – ha spiegato Bonanni – e una riduzione netta su salari e pensioni è importante per i consumi. A Fornero dico però che un segno particolare bisognerebbe darlo sulla produttività. Il Governo ha dimenticato per sei mesi di rifinanziare la detassazione del salario di produttività per poi rimetterlo in piedi per la metà. Fornero dovrebbe fare una battaglia su questo».
LA CRISI – Per uscire dalla crisi, ha aggiunto il leader sindacale, non è rimasto altro che un «vero e proprio moto di popolo», una «mobilitazione generale». Secondo Bonanni non c’è più spazio per «registi che dispensano sicumere e decisioni. Non ha efficacia. Quello che è efficace è una mobilitazione e un coinvolgimento generale per arrivare ad una verità forte: che noi siamo stati al di sotto delle nostre responsabilità e siamo stati al di sopra delle nostre possibilità». Certo, aggiunge pure il segretario, «è meglio che ci sia ottimismo che pessimismo, ma deve essere fondato su elementi certi – ha precisato -. O ci salviamo da noi stessi o non ci salva nessuno anche perché l’economia mondiale sta retrocedendo. O il carrozzone in Italia si mette in moto o non ce la faremo». Ecco perché, secondo il segretario della Cisl, ci deve essere «un vero e proprio moto di popolo. Non esistono registi che dispensano qui e lì sicumere o decisioni.
fonte: Corriere della sera online
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