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Niscemi come la Val Susa: invasione della polizia

Niscemi INVASA da centinaia di forze di polizia. Con inaudita violenza sono stati rimossi i blocchi dei manifestanti per il passaggio del convoglio con i mezzi per il montaggio delle antenne MUOS.

Alle 22,30 della sera del 10 gennaio é stato avvistato il convoglio con 4 camion e 2 gru della ditta COMINA scortati da numerosi reparti d’assalto di Polizia e Carabinieri lungo la Statale Catania-Gela. Il convoglio partito da Belpasso per evitare il transito attraverso la città ha proseguito lungo la SS115 per poi risalire da C.da Terrana a sud della base militare di Niscemi.

Alle ore 00.30 gli occupanti del presidio, situato a Nord della base per timore di non riuscire ad impedire il passaggio del convoglio si sono mobilitati e diretti in C.da Terrana.

Intorno alle quattro, quando il convoglio che trasportava le autogru della ditta Comina con le quali saranno installate le parabole del Muos, scortato da polizia e carabinieri, ha forzato caricandolo il blocco pacifico dei manifestanti.
Che qualcosa si stesse muovendo si era capito già alle dieci e mezza di ieri sera, quando – in base al resoconto diffuso dai NoMuos – era stata avvistata lungo la statale Catania-Gela la carovana di quattro camion e due gru partita dalla sede di Belpasso della ditta Comina protetta da “numerosi reparti d’assalto” delle forze dell’ordine.
E, stando al racconto dei presenti, la scena non era certo piacevole, fra posti di blocco per impedire a chi si oppone a questa barbarie del Muos di raggiungere contrada Ulmo da una parte, e dall’altra militari e agenti schierati anche all’interno del centro abitato di Niscemi, con conseguenti disagi anche per i cittadini.
Difficile per i manifestanti che non erano già dentro raggiungere i compagni di lotta proprio perché le forze di polizia presidiavano tutti gli accessi e – come riferiscono ancora nel loro rapporto -, “la dinamica del blocco è stata estremamente dura” perché i manifestanti si opponevano con i loro corpi al passaggio dei mezzi pesanti “in maniera pacifica”, mentre le forze dell’ordine, “incitate dai capi dell’operazione”, avrebbero usato “le maniere forti per rimuovere fisicamente gli attivisti con numerose cariche”.
Fra l’altro, anche dopo che il convoglio era passato, sempre in base al racconto dei manifestanti, per oltre due ore la polizia avrebbe impedito loro di spostarsi: insomma, una specie di sequestro di persona collettivo.
Violenza certamente resa possibile – come lamenta qualche esponente dei Comitati NoMuos – dal fatto che alcuni (e alcune istituzioni) di quelli che in una prima fase si erano opposti nel frattempo si sono defilati indebolendo il movimento ma anche dalla dichiarazione di guerra del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che nei giorni scorsi ha comunicato che il sito dove dovrebbe sorgere il Muos è “di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”.
All’alba, appena riusciti a tornare al presidio di contrada Ulmo, i NoMuos hanno tenuto subito un’assemblea e poi un comizio per informare i cittadini di Niscemi e denunciare “un’invasione armata da parte dello Stato” che “ha di fatto impedito l’esprimersi del territorio”. Gli attivisti hanno denunciato che “con la forza lo Stato ha voluto impedire che la popolazione che ospiterà questa installazione decida se accettare o meno il prezzo da pagare in termini di salute, pace e inquinamento”: “E’ un atto di prepotenza inaudita – hanno aggiunto -, che tuttavia non ci indebolisce. Il passaggio di questo convoglio non è una sconfitta ma l’inizio di una nuova fase della resistenza all’installazione del Muos”.
Già per domani pomeriggio è stata indetta un’assemblea per decidere nuove forme di lotta e intanto le proteste si fanno sentire anche sui social network. Sulla propria bacheca Facebook, facendo riferimento alle ripetute richieste dei NoMuos al presidente della Regione di revocare le autorizzazioni per l’installazione del sistema e alla sceneggiata della seduta dell’Assemblea regionale siciliana con il voto unanime sulla mozione presentata dal Pd che impegnava il governo regionale alla revoca ma senza stabilire dei tempi, qualcuno ha scritto: “Hanno vinto una piccola battaglia, ma la guerra è ancora aperta….adesso spero che tutti si siano resi conto che Crocetta e i suoi compari dell’Ars hanno preso solo in giro i siciliani. Unica strada è incalzarli giorno per giorno con un unico obiettivo: la revoca delle autorizzazioni”.
Fra le altre, la dichiarazione di Antonio Mazzeo, il giornalista pacifista da sempre

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