In piazza ci saranno anche gli attivisti del comitato di solidarietà con Lander Fernandez, il giovane basco da più di sette mesi ai domiciliari e di cui la Spagna chiede l’estradizione. Manifestazioni e conferenze si terranno, oltre che nei Paesi Baschi, anche in altri paesi europei. Sulla mobilitazione internazionale del 24 gennaio abbiamo intervistato Fabio Marcelli, dirigente dei giuristi democratici a livello nazionale e internazionale.
Come è nata la Giornata dell’avvocato perseguitato e chi la organizza?
La “Giornata dell’avvocato perseguitato” è stata istituita, nel 2010, per commemorare il massacro di Atocha, compiuto da fascisti spagnoli contro un gruppo di avvocati impegnati nella difesa del diritto al lavoro. Il 24 gennaio del 1977 a Madrid furono infatti assassinati 4 avvocati del lavoro e un sindacalista, tutti appartenenti al Partito comunista spagnolo.
La mobilitazione è organizzata dall’Associazione europea dei giuristi per la democrazia e diritti umani nel mondo e da Avvocati europei democratici. Lo scopo di questa iniziativa è di portare all’attenzione internazionale, una volta all’anno, episodi di persecuzioni, minacce e addirittura assassini di avvocati.
Quest’anno quali sono i temi al centro della mobilitazione?
Quest’anno al centro della mobilitazione – l’appuntamento è alle 14,30 di giovedì 24 gennaio in Largo Fontanella Borghese, a Roma – c’è la difesa degli avvocati baschi ingiustamente perseguitati dal governo spagnolo con l’accusa di appartenenza all’ETA. Tale accusa, che è infondata, compromette il diritto alla difesa e rappresenta un ostacolo per il processo di pace in corso tra governo di Madrid e sinistra indipendentista basca. Chiediamo, con manifestazioni davanti alle sedi diplomatiche spagnole, che gli avvocati baschi siano lasciati liberi di poter esercitare la loro professione senza restrizioni. Durante gli ultimi venti anni più di 20 avvocati baschi in Spagna sono stati tenuti in custodia cautelare prima del processo, molti per periodi di quasi 2 anni. Tutti gli avvocati arrestati erano accusati di crimini gravi, per lo più di natura terroristica, o dell’assurdo reato di “oltraggio allo stato spagnolo”. Si trattava in tutti i casi di avvocati difensori di prigionieri politici o attivi nelle associazioni per la difesa dei diritti umani. Durante i procedimenti penali però è risultato che la maggior parte di questi arresti erano infondati quando non apertamente illegali e quindi gli imputati sono stati assolti oppure i casi archiviati. Ma arrestando questi avvocati gli apparati dello stato spagnolo non solo hanno loro impedito di esercitare i loro doveri professionali ma hanno anche negato indirettamente ai loro clienti il diritto di essere rappresentati da un avvocato di loro scelta. Violando così i diritti umani di legali e assistiti, tutelati dalla la Convenzione Europea dei Diritti Umani.
L’anno scorso si manifestò davanti alle rappresentanze diplomatiche della Turchia, quest’anno invece davanti all’ambasciata spagnola. Due paesi apparentemente molto lontani politicamente, o no?
Si tratta indubbiamente di situazioni molto differenti. Ma è nostro dovere denunciare ogni violazione dei diritti alla difesa, garantendo che gli avvocati possano svolgere in ogni situazione il loro ruolo che è indispensabile per lo Stato di diritto. Tanto più gravi e ingiustificabili appaiono tali violazioni se compiute in uno Stato appartenente all’Unione europea che pone lo Stato di diritto come suo principio fondamentale. La Spagna è uno dei paesi dove gli avvocati sono minacciati in quanto alcuni agenti di polizia, parte dei mezzi di comunicazione ed anche autorità giurisdizionali suggeriscono che gli avvocati devono essere perseguitati nello stesso modo dei loro clienti. Ciò non solo è contro la legge, ma crea il forte rischio che anche avvocati sospettati ingiustamente di sostenere ETA, così come i reali sostenitori dell’organizzazione, non possano avere un giusto processo.
Con la mobilitazione di quest’anno chiediamo:
1. La piena applicazione di tutte le leggi Internazionali ed europee ratificate dalla Spagna riguardo al diritto ad un giusto processo, come l’Art. 14 dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici e l’ Art. della 6 Convenzione europea su Diritti umani.
2. La piena applicazione dei Principi di base sul Ruolo degli Avvocati segnatamente gli Artt. 7, 8, 16 18.
-tutte le persone arrestate o detenute, con o senza incriminazioni penali, avranno accesso immediato ad un avvocato, ed in nessun caso non più tardi di quarantotto ore dall’arresto o dalla detenzione.
-ad ogni persona arrestata, detenuta o imprigionata saranno offerte le adeguate opportunità, tempo ed installazioni per essere visitata da un avvocato, comunicare e consultarsi con lui, senza ritardo, intercettazioni o censura ed in piena riservatezza. I colloqui con gli avvocati possono essere osservati, ma non ascoltati, da ufficiali di polizia.
-gli avvocati non saranno identificati coi loro clienti o con le cause dei loro clienti come conseguenza dell’esercizio delle loro funzioni.
-lo Stato spagnolo assicurerà che gli avvocati (a) siano in grado di compiere tutte le loro funzioni professionali senza intimidazioni, ostacoli, molestie o interferenze improprie; (b) siano in grado di viaggiare e consultare liberamente i loro clienti sia all’interno del loro proprio paese che all’estero; e (c) non subiranno, o non saranno minacciati di accuse penali o sanzioni amministrative, economiche o altro per alcuna azione compiuta nel rispetto dei doveri professionali riconosciuti, gli usi e l’ etica.
3. La piena applicazione delle conclusioni assunte nei rapporti del Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura e dai Rapporteurs Speciali dell’ONU.
4. Abolire l’uso della detenzione in segreto, cf. l’Art. 3 ECHR.
5. Fermare l’uso sproporzionato della custodia cautelare e della della custodia cautelare senza una piena valutazione della proporzionalità della detenzione.
6. Cessare la pratica di procedure legali segrete che restringono gravemente l’accesso ai dettagli del caso, comprese le accuse e le prove a carico, sino a 10 giorni prima della chiusura della fase investigativa. (Per esempio: rifiuto di spiegare le accuse contro l’arrestato e rifiuto di accesso al fascicolo dell’accusa).
7. Una commissione indipendente per investigare la violazione dei diritti degli avvocati in Spagna, in particolare di quelli che sono stati o sono attualmente in detenzione.
8. Il rilascio di tutti gli avvocati la cui detenzione sarà giudicata ingiustificata da questa commissione e il risarcimento dei danni conseguenti alla violazione dei diritti umani che essi hanno subito.
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