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Riccardo Mancini (Ente Eur) ammette: “ho preso soldi”

Da consumato esperto di interrogatori, Mancini ha ammesso solo quello che non poteva negare senza correre il rischio di imputazioni più pesanti. E lo ha fatto minimizzando la “causale” dei soldi che ha preso: non una “mazzetta, ma una “donazione”.
I lettori ci scuseranno se per una volta ricorriamo alla ricostruzione della vicenda fatta oggi da Repubblica.

Inchiesta filobus, Mancini ammette: “Ho ricevuto 60mila euro”

Ha ammesso di aver ricevuto 60 mila euro, ma solo dopo che l’appalto era stato assegnato, Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell’ente Eur, indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta su una tangente da 800 mila euro che sarebbe stata versata per una commessa di 45 filobus per Roma Metropolitane, società del Campidoglio.

L’ammissione, secondo quanto si è appreso, è avvenuta nel corso dell’interrogatorio al quale Mancini è stato sottoposto venerdì dal pubblico ministero Paolo Ielo. Stando alle indiscrezioni Mancini avrebbe aggiunto di non sapere da chi e a quale titolo avrebbe ricevuto il denaro. Forse, avrebbe aggiunto, perchè ritenuto un personaggio più influente. La deposizione dell’indagato non avrebbe soddisfatto il magistrato che sta cercando di ricostruire il percorso del denaro versato dall’ex amministratore delegato di Breda Menarini, Roberto Ceraudo, attualmente detenuto a Regina Coeli, e ieri interrogato dallo stesso Ielo.

A parlare in modo dettagliato della tangente è stato un imprenditore italiano residente a Praga, Edoardo D’Incà Levis, il quale ha ammesso di aver, attraverso un meccanismo di false fatturazioni, creato il ‘fondo nero’ utilizzato da Ceraudo per pagare la tangente. Breda Menarini è stata una delle aziende che ha fornito i filobus. D’Incà Levis ha dichiarato al pm da aver appreso da Ceraudo che la tangente era destinata alla “segreteria di Alemanno”.

Da Repubblica

Così L’Espresso descriveva Mancini poco dopo la sua nomina (nel 2010).

Meno noti, invece, sono i trascorsi dell’uomo che Alemanno ha voluto alla guida di Eur spa, società controllata dal Campidoglio e dal ministero dell’Economia che ha nel suo portafoglio immobili per centinaia di milioni. Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.
E’ un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l’anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all’Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato – insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo – e la Corte d’Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent’anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del “mitico” bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Una curiosità: un socio in affari di Mancini, Ugo Luini (amministratore della holding del gruppo, la Emis) è pure tra i consiglieri della fondazione del sindaco, Nuova Italia.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell’Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato. La scelta ha fatto gridare allo scandalo il centrosinistra, ma sono altre le indiscrezioni che preoccupano Alemanno.
Mancini, l’uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e leader della sezione dell’Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana: il personaggio del “Nero” del film “Romanzo Criminale” è ispirato alla sua storia. I due sono spesso insieme, tanto che qualcuno sospettava che l’ex estremista (incriminato per vari delitti efferati ma assolto – quasi sempre – da ogni accusa) fosse stato assunto dalla municipalizzata. «Una sciocchezza» chiosano a “L’espresso” gli uomini del sindaco «Mancini lo vede solo perché si conoscono da anni. Nessun rapporto di lavoro»

E infine un’interrogazione parlamentare, proposta al Senato tre anni fa, sulla lunga lista di assunzioni fatte da Alemanno pescando tra gli ex di molte organizzazioni fasciste.

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01811

Atto n. 3-01811 (con carattere d’urgenza)

Pubblicato il 13 dicembre 2010, nella seduta n. 472

ZANDA , GASBARRI , COSENTINO , RANUCCI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell’interno e della giustizia. – Premesso che:

negli ultimi giorni i quotidiani hanno riportato la notizia delle 854 assunzioni a chiamata diretta fatte negli ultimi due anni dall’Atac e da Trambus, aziende municipalizzate che si occupano del trasporto pubblico a Roma;

le assunzioni sono state fatte senza valutare i livelli di professionalità e di preparazione in coerenza con gli incarichi assunti, ma esclusivamente sulla base dei vincoli familiari, sentimentali, di amicizia e di appartenenza politica con esponenti dell’amministrazione di centro-destra che governa il Comune di Roma;

da quanto si apprende dai quotidiani, analogo sistema di chiamata diretta per “motivi familiari” riguarda anche l’Ama, l’azienda della raccolta dei rifiuti di Roma, dove negli ultimi due anni e mezzo sono state assunte oltre 1.300 persone (su un totale di 7.000), delle quali solo 544 selezionate in base a test e prove;

è del 9 dicembre 2010 la notizia delle dimissioni del caposcorta del sindaco Gianni Alemanno, Giancarlo Marinelli, che ha rimesso l’incarico dopo che si è saputo che il figlio era stato assunto dall’Atac e la figlia dall’Ama;

il sindaco Alemanno ha affermato di non sapere che il suo caposcorta avesse una figlia, salvo poi essere fotografato al matrimonio di quest’ultima;

anche la fidanzata e la segretaria dell’Assessore al traffico, Sergio Marchi, sono state assunte all’Atac per chiamata diretta;

si tratta di un vero e proprio sistema clientelare, definito dai quotidiani “parentopoli”, sul quale la Procura di Roma e la Corte dei conti hanno già aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità penali o erariali;

premesso inoltre che:

l’elenco dei nominativi che segue (riportato dal settimanale “L’Espresso” in edicola dal 10 dicembre 2010), relativo a persone assunte a vario titolo nell’amministrazione comunale e nelle società controllate dal Comune di Roma, dà la misura della gravità e della, a giudizio degli interroganti, “arrogante” impunità con cui i vertici del Campidoglio hanno dato vita nel corso degli anni ad un torbido sistema clientelare;

nell’elenco figurano ex militanti di Terza posizione, dei Nuclei armati rivoluzionari (NAR), di Forza Nuova, di Avanguardia nazionale, nonché naziskin vicini a Gennaro Mobkel;

l’ex componente dei NAR, Francesco Bianco, arrestato e processato per rapine ed omicidi, lavora alla sezione “NAR” (Nucleo amministrativo rimessa) dell’Atac;

l’ex componente di Terza posizione, Gianluca Ponzio, arrestato negli anni ’80 per rapina e possesso di armi, è a capo del Servizio relazioni industriali dell’Atac;

Riccardo Mancini, vicino al sindaco Alemanno, processato nel 1988 insieme al leader di Avanguardia nazionale e condannato ad un anno e nove mesi di reclusione per violazione della legge sulle armi, è a capo di Eur SpA, società controllata dal Campidoglio e dal Ministero dell’economia e delle finanze;

nel mese di novembre, Mancini ha assunto con contratto a tempo indeterminato Dario Panzironi, figlio di Franco Panzironi vicino al sindaco Alemanno e amministratore delegato dell’Ama;

Stefano Andrini, condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione (poi ridotti a tre anni) per tentato omicidio nel 2009 venne nominato amministratore delegato di Ama Servizi ambientali, carica che ha mantenuto fino a quando è stato coinvolto nell’inchiesta sugli affari della banda capeggiata da Gennaro Mobkel;

Loris Facchinetti, ex leader di Europa civiltà, movimento paramilitare di estrema destra, fermato per “reticenza nell’inchiesta di Piazza Fontana”, è delegato del sindaco Alemanno per il Mediterraneo, nonché “esperto” di “Politiche internazionali” della fondazione di Alemanno;

anche Claudio Corbolotti, arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti fuori dallo stadio Olimpico in occasione del derby Roma-Lazio, lavora al Comune di Roma;

lo scandaloso elenco potrebbe continuare ancora a lungo,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga doveroso ed urgente rendere conto dei gravi atti compiuti dal Comune di Roma e dal suo sindaco e se non ritenga altresì opportuno che il sindaco Alemanno rassegni al più presto le sue dimissioni al fine di chiarire la sua posizione ed il suo coinvolgimento in questa vicenda;

quale sia la valutazione politica del Governo su una vicenda indicativa di una gestione, tutt’altro che trasparente, delle più importanti aziende municipalizzate di Roma e sull’uso improprio fatto del denaro pubblico a danno della professionalità e della serietà delle aziende, nonché del decoro e dell’immagine della città di Roma.


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