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Roma. I tormenti nel PD


L’insediamento di Nicola Zingaretti alla guida della Regione Lazio e le prossime elezioni comunali per Roma, stanno “agitando” il panorama politico, imprenditoriale e morale della Capitale.
Interessi economici giganteschi e poteri forti si stanno riposizionando alla luce della nuova leadership alla regione e del possibile cambiamento del sindaco di Roma.

Paradossalmente il partito che sembra più agitato è quello che ha appena riconquistato la regione e potrebbe agevolmente riprendersi il Campidoglio. Il Pd romano infatti appare diviso tra correnti e spinte diverse ed affida alle primarie del 7 aprile il ruolo catartico di decidere chi sarà il candidato sindaco per le elezioni di fine maggio.

Il costruttore figlio e nipote di costruttori Alfio Marchini, il sen. Ignazio Marino, e poi l’eurodeputato Davide Sassoli ma anche il capogruppo in Campidoglio Marroni, per un po’ era circolato anche il nome di Enrico Gasbarra, ex presidente della Provincia e attuale coordinatore regionale del Pd…questi sono alcuni dei nomi in pista.

Ci sono poi i due candidati di Sel – ormai divisa a Roma da uno scontro interno che dura da tempo – Luigi Nieri, un passato da militante nei movimenti di lotta, poi assessore comunale e assessore regionale, e Gemma Azuni consigliera comunale.

Un folla di candidati a sindaco che rivela i tormenti del centro-sinistra e dei suoi alleati. Un tutti contro tutti che, se non troverà una sintesi, rischia di regalare per la seconda volta la poltrona di sindaco a Gianni Alemanno. Nelle elezioni comunali del 2008 si disse giustamente che “non aveva vinto Alemanno ma aveva perso Rutelli”, perchè la scelta del candidato di centro-sinistra fu una cambiale pagata e imposta da Veltroni su una figura – Rutelli – che nessuno rimpiangeva. Il centro-sinistra perse così delle elezioni già vinte. Sarebbe stato sufficiente candidare a sindaco anche uno sconosciuto consigliere municipale di periferia per vincere ma si scelse la strada dell’arroganza e dell’equilibrio con i poteri forti della capitale.

Il popolo della sinistra non accettò la logica: nello stesso giorno di ballottaggio alla Provincia vinceva Nicola Zingaretti e, con 44.000 voti in meno, perdeva Francesco Rutelli. Un segnale chiarissimo: migliaia di persone avevano votato per Zingaretti nella stessa urna e nello stesso momento, ma non votarono per Rutelli.

La vigilia delle elezioni comunali a Roma sta alimentando di nuovo tormenti, conflitti e spinte divaricanti nel Pd romano che stentano a trovare una “camera di compensazione”. A trovare la quadra ci aveva provato il padre-padrone del partito a Roma: Goffredo Bettini.
Il senatore (adesso ex) si è ritirato dalla politica in “prima linea” e vive soprattutto in Thailandia. A novembre, in occasione dei suoi sessanta anni ha organizzato una festa in un locale a San Lorenzo nella quale, vedere scorrere i nomi degli invitati ci si fa una idea di quale siano i volti e i nomi dei poteri forti nella Capitale con i quali ricomporre gli interessi.

Secondo quando riferisce il Corriere della Sera, alla festa di Bettini si sono ritrovati: il consigliere inascoltato di Berlusconi cioè Giuliano Ferrara, e i dirigenti del Pd Nicola Zingaretti, Enrico Gasbarra, Walter Veltroni, e poi Gianni Letta (Gianni non Enrico), Francesco Rutelli, Massimiliano Smeriglio (Sel), Marco Follini, e ancora la vecchia guardia e i giovani turchi provenienti dall’ex Pci romano come Michele Meta, Giovanna Melandri, Roberto Morassut, Gianni Borgna, Maria Coscia. Ma a colpire sono anche “altre” presenze come quelle dei costruttori Francesco Gaetano Caltagirone, i fratelli Toti, il giovane e rampante Parnasi, Alfio Marchini. Tutti a cena da Goffredo dunque.

Sono passati quattro mesi, le elezioni regionali sono state vinte da Zingaretti, quelle comunali incombono… i palazzinari romani scalpitano. Il nervosismo e le aspettative dei costruttori le si evince da un articolo de Il Messaggero di giovedi 21 marzo. Il giornale del costruttore Caltagirone, è andato all’attacco di Zingaretti ed in particolare del suo vice-presidente Massimiliano Smeriglio, il rampante dirigente di Sel (un passato nei centri sociali, poi nel Prc, oggetto di polemiche e scontri per i finanziamenti dei costruttori romani proprio al Prc di Roma conclusasi con una lettera di scuse dell’attuale segretario del Prc Alberti, presidente dell’XI municipio, deputato, assessore provinciale fondatore e padre-padrone di mezza Sel a Roma).

Il Messaggero, dunque Caltagirone, sembra non gradire la speciale relazione tra Zingaretti, Smeriglio e il costruttore Parnasi, uno che si sta pappando tutto il quadrante Est di Roma e non solo. Ultimo in ordine di tempo è l’interesse al nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere propria nella stessa zona.
Una vicenda tra tutti, quella del grattacielo costruito da Parnasi nella zona del Torrino-Castellaccio – nel quale Gasbarra prima e Zingaretti poi intendono trasferire la sede della Provincia di Roma, pagandolo 263 milioni di euro. Una scelta che sta mobilitando i lavoratori (la locazione appare del tutto irrazionale essendo praticamente fuori dal mondo), ha provocato interrogazioni parlamentari e verrà radiografata sul piano della trasparenza dell’operazione dalla Corte dei Conti.
Il solito sito ben informato – Dagospia – scrive: “Da qui una serie di articoli al vetriolo pubblicati sul Messaggero dietro i quali si intravede il malessere del Calta (Caltagirone, NdR) che si chiede come sia possibile chiudere l’operazione nel momento in cui la spending review prevede l’abolizione della Provincia e il suo accorpamento insieme al Comune nella nuova Citta’ Metropolitana. Gli attacchi sembrano avere un primo successo: i sindacati parlano senza mezzi termini di speculazione e la Corte dei Conti appare intenzionata ad accendere un faro sull’acquisto dell’immobile di Parnasi”. Considerazioni, quelle de il Messaggerro, sicuramente da prendere con le pinze ma obiettivamente fondate.
Ieri alla Provincia c’è stata una prima assemblea dei lavoratori che ha discusso anche di questo e sembra decisa ad andare fino in fondo contro l’operazione Parnasi-Torrino-Provincia.

C’è da capire quale fosse l’aperitivo alla festa di Goffredo e soprattutto quale sarà il dopo cena. L’inchiesta prosegue.

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