Circa un anno fa le indagini sugli scontri che avvennero in piazza San Giovanni si concretizzarono in arresti, misure cautelari e perquisizioni in diverse città italiane: l’accusa – tra le altre – è di devastazione e saccheggio, la stessa già impiegata per il G8 di Genova, un reato di derivazione fascista risalente al Codice Rocco. Ieri mattina in concomitanza con l’apertura del processo era stato convocato un presidio in piazzale Clodio, sotto il Tribunale di Roma, a cui hanno partecipato moltissime persone decise a portare solidarietà agli imputati. Contemporaneamente, a Teramo, un presidio sotto la Prefettura per sostenere Davide Rosci, uno degli imputati attualmente in carcere e vittima di un particolare accanimento giudiziario nei propri confronti. Molte anche le iniziative e gli striscioni di solidarietà in altre città d’Italia.
L’udienza preliminare si è conclusa con il rinvio a giudizio per 18 degli imputati, mentre per 7 di loro è stato disposto il proscioglimento. Tre indagati finiti a giudizio risponderanno anche dell’accusa di tentato omicidio per aver partecipato all’assalto di un blindato dell’Arma (per lo stesso assalto sono già stati condannati altri 6 manifestanti). Nella giornata di ieri sono intervenute come parti civili il ministero dell’Interno, quello dell’Economia e quello della Difesa assieme ad alcuni agenti di polizia: come in altri casi lo Stato al completo per condannare e demonizzare i momenti di conflitto sociale di questi anni. La prossima udienza si aprirà il 27 di giugno, mentre per l’11 aprile è già stato convocato un nuovo presidio di solidarietà – sempre a piazzale Clodio – in occasione del Tribunale del riesame che deciderà sulla posizione di Davide Rosci, attualmente detenuto nel carcere di Viterbo.
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