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Il “punto cieco” della rete esce fuori nelle “Quirinarie”

E merita di essere letta attentamente, perché illumina il buco nero, o il punto cieco, di tutta la retorica “tecnologica” della coppia Grillo-Casaleggio. Ovvero la mistica della rete come luogo della trasparenza, dove uno vale veramente uno, e così via.

Partiamo dalla notizia. Le «Quirinarie» del M5S sono state annullate per un attacco hacker al sito di Beppe Grillo. Lo annuncia lo stesso leader: «Le votazioni per il Presidente della Repubblica di giovedì sono state oggetto di attacco di hacker. Abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi».

Può succedere, è un incidente di percorso, si può rimediare, ce l’hanno con noi, ecc. Si può dire quel che si vuole, ma il fatto resta questo: è assolutamente falso che le votazioni in Rete siano più democratiche di altri sistemi di votazione.

Proviamo ad elencare alcune ragioni, sia tecnologiche che logico-filosofiche, a sostegno della nostra affernazione.

a) Ogni sondaggio o votazione parte da un soggetto che pone la domanda. La formulazione riflette l’interesse del soggetto proponente, non necessariamente quello degli intepellati. In questo caso (“chi vorreste come presidente della Repubblica?”), comunque, la domanda risulta sufficientemente neutra da essere ininfluente sull’esito.

b) ogni comunicazione online, persino nel caso di “firma certificata”, è passibile di inteferenze più o meno gravi, dipendenti dalla qualità dei sistemi di sicurezza e dalla potenza di fuoco degli attaccanti. La forza di Anonymous, per fare un esempio positivo, è stata in diversi casi tale da mettere in crisi persino database molto militarizzati (Usa, Israele, ecc). Il risultato di una votazione, dunque, può essere più o meno falsificato, orientato, pasticciato, “brogliato” tanto da non restituire affatto l’opinione reale dei partecipanti al “voto”. È quello che è accaduto in questo caso.

c) ogni sistema di rete è non solo “orizzontale”, ma anche “verticale”; nel senso che un sistema ha un proprietario, oltre che degli utenti, e che è questo proprietario a stabilire i suoi sistemi di filtraggio delle informazioni. Può lasciarle passare tutte, fermarne alcune, selezionandole in base alle proprie convinzioni o interessi. È noto, per prenderla larga, che Google restituisce le sue ricerche ponendo in testa i clienti paganti, prima di quelli a titolo gratuito. Nel caso della “rete Grillo”, è la Casaleggio & Partners a gestire il sistema. La quale, infatti, ha comunicato che aumenterà i livelli di sicurezza, peraltro in presenza di una società di certificazione (la DNV business assurance, fin qui arruolata “in segreto”).
Grillo e Casaleggio possono controllare il voto, questa è la realtà. Non è detto che lo facciano ogni volta, ma possono farlo quando vogliono. Non esiste “trasparenza certificata”, in rete. Men che meno quando il gioco diventa grosso.

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1 Commento


  • Francisco

    All’uopo ripasserei un intervento che feci attraverso BELLACIAO sull’argomento. C’è del superfluo ormai acclarato da qualche anno però, non qualche settimana… come dire, nulla accade per caso 😉
    ————

    Grillo: “Referendum online sull’Euro” (attraverso la TV, aggiungo)
    Francisco
    domenica 3 marzo 2013 – 12h14

    Ecco… se qualcuno aveva dei dubbi ora farebbe bene a ragionarci su un po’ più freddamente. Ricominciano da zero, visto che il tre non lo si vuole neppure prendere più in considerazione, e su questo potrebbe aiutare anche questo pezzo dal sito PCL. http://www.pclavoratori.it/files/in… al quale mi permetto di aggiungere ulteriori considerazioni che a prima vista potrebbero risultare deboli, ma ciascuno osserva e giudica determinati meccanismi attraverso le proprie competenze.

    Ora si passerà alla fase 2 del progetto grillino: l’esclusione TOTALE delle persone fisiche dal controllo delle scelte plebiscitarie. Cosa voglio dire? Che si sta procedendo giorno per giorno non tanto alla riscrittura della storia in luce revisionista, ma anche alla riscrittura della cronaca, ancora calda per quanto recente.

    Come già rilevato da tempo, il m5s fino al ritiro di Berlusconi s’attestava nelle previsioni, come forza elettorale rappresentativa, sotto il 4%, la TV, controllata dal sistema e suo terribile nemico, cominciò a parlarne quotidianamente, e in poche settimane balzò al 15%: fantascienza anche per i più quotati competitori. Questo è bene ricordarlo, quindi possiamo continuare ad ammettere che è e rimarrà ancora per molto il mezzo più potente di comunicazione e soprattutto di propaganda politica. Basterà ripercorrere la fasi in cui tutto ciò che faceva comodo al sistema propagandare si prendeva dal Web, si riportava in TV e da lì era un crescendo, fino ai cinguettii con Twitter, che sì aveva un suo ruolo nella comunicazione, ma comunque non raggiungeva la totalità delle masse, pure il papa ha dovuto fare la commediola per accontentare i promotori della propaganda post moderna. Ricordiamo che specialmente la TV generalista gli ha fatto campagna elettorale, addirittura possiamo dire che gli ha dedicato la chiusura il venerdì. Ma vengo al dunque.

    Proporre una consultazione in telematica su un tema così delicato potrebbe sembrare innovativo e assai più democratico, ma la proposta viene da chi ha fatto “carta straccia” (se così possiamo chiamare anche il digitale) della “democrazia dal basso tramite la rete”. Ora bisogna ricordare che la crescita progressiva del blog di Grillo è stata determinata dalla partecipazione alle discussioni sul sito, ma quelle discussioni erano condotte, in una percentuale che potremmo attestare sull’80%, da soggetti che pilotavano, deviavano, introducevano, favorivano, cancellavano, modificavano gli interventi di pochi curiosi o veramente interessati al fenomeno. Questi controllori, detti influencers, avevano un ruolo fondamentale nel condurre la messagistica sul blog soprattutto perché essi stessi si “camuffavano” da visitatori e in seguito sostenitori, impersonando finti comunisti, finti fascisti, finti leghisti, finti forcaioli, finti giustizialisti etc… componendo così un quadro abbasta eterogeneo da sembrare una agorà veramente demcratica e pluralista. Ovviamente certi “personaggi” servivano a identificare visitatori che vi ci si riconoscevano, e cominciava da lì una fase di persuasione per percorrere vie parallele purché sempre riferite alle direttive tematiche del blog, e cioé di Grillo e Co. Quando la partecipazione di determinati visitatori cominciava a essere di disturbo, perché mirata a esporre troppo palesemente la natura del sito e del grillismo, allora interveniva la manipolazione digitale: parlo di TRUCCO telematico, perché la bacheca del sito non poteva permettersi esagerate inimicizie, il banalissimo bannamento. Basta vedere come hanno svolto le “parlamentarie”, come tengono al riparo i candidati etc… si sta anche consolidando l’impressione che i neo parlamentari siano degli sprovveduti perché nuovi, illibati, istruiti e volenterosi… potrebbe anche essere, sprovveduti di sicuro, ma non dimentichiamo che la politica la sostengono le retrovie, i portaborse… perché se a trent’anni pensi di avere competenze totali sulla macchina costituzionale allora vieni fatto fuori il giorno dopo causa l’inefficienza, quindi possiamo ben dire che una sorta di macchina parallela lavora da anni in questo movimento (Berlusconi docet)… e non credo proprio gratis, foss’anche per contropartita futura.

    Detto questo bisognerebbe valutare le forze messe in campo per sostenere una struttura simile, quindi possiamo ritenere che l’investimento profuso va ben oltre la semplice gestione del blog, e neanche possiamo giustificarlo con la vendita di gadget o dagli spettacoli di Grillo. In più, dobbiamo anche considerare che nonostante risulta la platea più antisistema della rete non ha mai subito la benché minima sorta di censura… se consideriamo gli anatemi lanciati da lì è piuttosto sospetto.

    Tutto questo però è ormai storia vecchia al punto che, rifiutatisi in molti di approfondire il meccanismo di quest’ascesa, non ci sarà più spazio per metterlo in discussione. La TV e i media di regime l’hanno portato non solo alla ribalta, ma lo stanno presentando come l’unica organizzazione capace di muoversi in rete, al cui confronto Google sono dei dilettanti. Perché non dargli fiducia allora, in un momento così importante per proiettarsi nel futuro? E i media di regime allora, come mai non si sono accorti di questo fenomeno rivoluzionario che li cancellerà? (a detta di Grillo sono finiti).

    Ora le forze che lo stanno addirittura promuovendo sul piano internazionale piano piano faranno dimenticare tutto e sosterranno la scelta telematica, e metteranno l’AVIS in mano ai vampiri. La rete libera è quella ignorata dalla TV.

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