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L’unico fuoco ammesso a Montecitorio è quello del suicidio

VIsta la reazione scomposta dei media – alla ricerca di una chiave interpretativa che consentisse di suonare il registro del “terrorismo” oppure quello della “pazzia”, evitando accuratamente l’unico corrispondente al vero (il “disagio sociale”)  – ci sembra di poter dire che l’unica forma di estrema protesta accettata in questo paese sia quella del suicidio. Qualcosa che consente a chi sta al potere di sprimacciare una lacrima, farsi vedere “buono” per qualche secondo. E di  non preoccuparsi troppo.

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E’ morto all’alba Angelo di Carlo, 54 anni, originario di Roma ma da anni trasferitosi a Forlì, che l’11 agosto si era dato fuoco davanti a Montecitorio, per protesta contro il suo stato di disoccupazione visto che da anni lottava con la precarietà. A darne notizia sono i carabinieri.

L’uomo, ricoverato da allora all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, era rimasto ustionato sull’85% del corpo. Ha resistito per 8 giorni, poi non ha retto più e il suo cuore ha smesso di battere.

Era l’una di notte quando l’operaio era arrivato in piazza Montecitorio, aveva tirato fuori una bottiglia colma di liquido infiammabile e se lo era versato addosso prima di darsi fuoco con un accendino. Avvolto dalla fiamme si era diretto verso l’ingresso della Camera dei Deputati. I carabinieri, sempre presenti nella piazza, erano intervenuti con gli estintori riuscendo a spegnere quel corpo diventato una torcia.

L’uomo era stato poi ricoverato in prognosi riservata al Sant’Eugenio con ustioni di secondo e terzo grado sull’85 per cento del corpo. L’operaio, vedovo, aveva grosse difficoltà economiche a causa della perdita del lavoro, ed era impegnato in un contenzioso con i tre fratelli per un’eredità. Spesso lavorava a chiamata ed era impegnato, fino a due anni fa, nei movimenti ambientalisti. Nello zainetto che aveva con sé c’erano due lettere, una con il numero

del suo avvocato, l’altra per il figlio trentenne, Andrea, a cui ha lasciato 160 euro in eredità.

Gli amici di Angelo Di Carlo, per molti “Sgargy”, hanno promosso via web una “veglia silenziosa di lutto” in piazza, a Forlì, stasera “senza slogan e senza bandiere”, “per ricordare quanto abbiamo bisogno ancora di uomini dal cuore grande come Angelo”. Sul web lo hanno salutato i consiglieri regionali Emiliano Romagnoli del Movimento 5 Stelle, al quale Di Carlo era vicino. “Un mio saluto ad Angelo che ha lottato, ma non ce l’ha fatta”, ha scritto Andrea Defranceschi, mentre Giovanni Favia ha ricordato l’attivista “sempre in prima linea, ovunque ci fosse da dare battaglia. Già all’alba del MoVimento collaborava col ClanDestino, l’associazione ambientalista da cui poi è nata la Lista 5 stelle di Forlì. Incontrandolo, difficilmente potevi scordarti il suo volto. Lo ricordo ad uno degli ultimi incontri regionali coi cittadini. Mi colpì la forza con cui mi esortò a non mollare. Un abbraccio a tutto il gruppo di Forlì ed a tutti coloro che gli hanno voluto bene”.

da Repubblica, 12 agosto 2012

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1 Commento


  • michel

    Nuovo connubbio elettorale tra il Caimano e il Giaguaro con la benedizione delle alte autorità.
    Ora attendo che Ferrero,leader del Prc,ritiri dalle giunte di centro sinistra,tutti gli assessori e i consiglieri del partito

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