Con l’impiego di nutriti reparti antisommossa, l’intervento in forze delle polizie ha ottenuto lo scopo di consentire a un convoglio composto da numerosi mezzi e uomini di raggiungere la base NRTF dove continua la costruzione, pardon, “la predisposizione” del MUOS.
Nonostante fosse impedito ai cittadini di avvicinarsi, decine e decine di mamme, nonni e attivisti No MUOS stazionavano lungo la strada sin dalle prime ore del giorno. Si sono opposti al passaggio con la semplice e pacifica presenza dei propri corpi lungo il percorso o stendendosi per terra.
Dopo un lungo tira e molla, la resistenza di attivisti e manifestanti è stata vinta e le persone spostate di peso con la consueta grazia dalle solite mani, guantate e non, per essere poi piantonate da numerosi agenti per persona durante il transito del convoglio. Altri agenti, in seguito, hanno provveduto a identificare numerosi manifestanti: una catena di montaggio della repressione governativa in continuità con il precedente esecutivo.
Alcuni attivisti, soprattutto le mamme, hanno avviato una sorta di dialogo con gli uomini dei reparti antisommossa e con i loro dirigenti. Non proprio un dialogo fra sordi, ma che ottiene, al più, le solite risposte: “ci dispiace, davvero, abbiamo famiglia pure noi, ma questi sono gli ordini”. E ogni tanto un più raro “prendetevela con il governo”. Già gli ordini. Governo nuovo, azioni di sempre.
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