Dopo l’intervento in aula di Manlio di Stefano, deputato 5 stelle, il quale chiedeva al ministro dello sport di esprimere solidarietà al popolo palestinese e auspicava un ripensamento riguardo alla decisione di tenere l’incontro di coppa Uefa di calcio under 21 in Israele il 5 giugno di quest’anno, considerato che Israele è un paese che non rispetta i diritti umani e quindi assolutamente inadeguato ad ospitare tale manifestazione, prontamente è arrivato l’attacco di un portavoce della Comunità ebraica di Roma, tale Fabio Perugia. Prima di commentare le sue affermazioni voglio ricordare che la coppa Uefa si dovrebbe giocare nelle città di Gerusalemme,Tel Aviv, Nethania e Petah Tikva, città costruite o espanse su villaggi palestinesi distrutti nel corso della Nakba.
Le affermazioni di Fabio Perugia non sono nuove, essendo parte dei luoghi comuni con i quali Israele e i suoi amici raccontano fin dall’inizio della colonizzazione della Palestina la storia degli eventi che si sono succeduti negli ultimi 65 anni. Non sono nuove eppure ogni volta che le sento mi monta un’indignazione potente nel sentire ancora una volta quelle menzogne che ripetute mille volte pretendono di diventare verità. Secondo il Perugia i grillini dovrebbero andare a lezione di storia e si informano su siti web non “certificati” inciampando nelle più “becere teorie antisemite”. E quale certificazione dovrebbero avere questi siti web incriminati, forse il bollino di “Roma ebraica” o meglio “Informazione corretta”? E’ evidente che qui il Perugia inciampa nella confusione assolutamente voluta tra antisionismo e antisemitismo.
Secondo il punto di vista di Israele e dei suoi amici infatti ogni critica ad Israele, sebbene più che certificata, si inscrive nell’ambito dell’antisemitismo. Per costoro è falso storico il fatto che Israele ha messo in atto da molti anni un ben consolidato regime di apartheid, che espande nel territorio palestinese continuamente le sue colonie, che arresta 700 bambini all’anno giudicati poi da un tribunale militare, che ruba acqua e risorse, che ricorre disinvoltamente alla detenzione amministrativa, che impedisce il libero movimento di merci e persone palestinesi, che demolisce interi villaggi, che toglie ai palestinesi ogni diritto: da quello di possedere una casa a quello di essere certi di essere vivi anche il giorno dopo. In una parola che calpesta quotidianamente e senza rimorsi ogni diritto umano e civile dei palestinesi.
Per quanto riguarda lo sport e altre manifestazioni artistico-letterarie lo schema non cambia. Israele si fa carico di impedirle tutte e se non basta arresta e distrugge come è avvenuto per lo stadio di Gaza bombardato dall’aviazione israeliana nel novembre 2012 e come ben sa il giovane calciatore della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak detenuto per 3 anni senza imputazione né processo. Sarsak ora è libero sebbene dopo la detenzione la sua carriera calcistica sia stata distrutta, ma altri due calciatori sono tuttora in carcere. Il Perugia poi afferma che durante la guerra dei 6 giorni Israele non attaccò, ma si difese dall’aggressione dei paesi arabi confinanti salvandosi così dalla distruzione.
Ma questo dovrebbe ribadirlo ai 300mila nuovi profughi palestinesi che durante quella guerra andarono ad aggiungersi a quelli del 48. Forse se ne sentirebbero confortati. Forse si sentirebbero meglio i palestinesi cisgiordani sapendo che l’aver perso anche l’ultimo respiro di libertà e essere finiti sotto occupazione militare servì a salvare l’intero popolo di Israele! In realtà per quanto la narrazione israeliana possa mentire quella fu una guerra di espansione e Israele non fu mai in pericolo.
Ultima perla, la più insultante per ogni libera intelligenza: Israele si è ritirata dalla striscia di Gaza lasciandola al controllo delle varie autorità palestinesi. Ora secondo questa logica si dovrebbe poter liberamente esercitare l’amministrazione del proprio territorio avendo il controllo militare dell’occupante sullo spazio aereo, sul mare, sui confini, sulla terra e malgrado un embargo che impedisce di portare nella Striscia una lunga lista di prodotti, molti necessari alla vita, altri specificamente punitivi e arbitrari, malgrado l’impossibilità di libera circolazione sia degli abitanti di Gaza sia di chiunque voglia andarci. Se questo si chiama pace in cambio di territori, si sono dimenticati di aggiungere che la pace auspicata è la pace eterna per i gazawi. In realtà le colonie furono spostate da Gaza solo per poterle maggiormente espandere in Cisgiordania, perchè per Israele era troppo dispendioso mantenerle e infine perchè così le incursioni a tappeto come quella di “Piombo fuso” e molte altre non rischiavano di colpire neppure per sbaglio i coloni. Chiunque sia appena un po’ informato sa bene che nessuna autorità palestinese esercita un vero controllo sia in Cisgiordania sia a Gaza e niente può fare che non voglia Israele. Per concludere non è chi è a capo di 5 stelle che deve mandare a lezione di storia i propri parlamentari, ma sono questo propagandisti di menzogne che devono convincersi che non si può nascondere sempre la verità sotto un tappeto sdrucito dal tempo e consumato dall’ipocrisia e dall’odio per la giustizia e per chiunque contrasti i loro interessi colonialisti.
* scrittrice, Rete Ebrei contro l’Occupazione
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