Ennesima manifestazione, nella tarda mattinata di oggi, a Torino, in solidarietà con Marta Camposano, la ragazza pisana arrestata una settimana fa dopo l’assedio al fortino di Maddalena di Chiomonte e che ha denunciato di aver subito violenze e molestie sessuali da parte delle forze dell’ordine dopo il fermo.
Marta era stata convocata in Tribunale per essere interrogata sui fatti accaduti la notte tra venerdì e sabato scorsi e sulla base della quale la ragazza è stata denunciata. Mentre lei si trovava all’interno del Palagiustizia alcune decine di attivisti e soprattutto attiviste No Tav hanno realizzato un presidio di denuncia contro la repressione e la criminalizzazione del dissenso. Quando un gruppetto di dimostranti si è avvicinato all’ingresso del tribunale per appendere uno striscione con la scritta ‘Se toccano una… Toccano tutte! Non un passo indietro solidarietà a Marta’ il cordone di polizia schierato in assetto antisommossa ha reagito in maniera violenta, caricando gli attivisti con gli scudi. A quel punto ne è nato un breve ‘corpo a corpo’ e alla fine un attivista, accusato di aver sputato contro un agente e di averlo colpito con dei pugni, è stato identificato e rilasciato. Una ragazza ha riportato una ferita alla testa ed è stata accompagnata in ospedale dove le hanno applicato due punti di sutura, mentre due attivisti hanno riportato contusioni alle braccia.
La manifestazione è comunque proseguita fino a quando la Camposano non è uscita dalla sede della procura: accompagnata dall’avvocato Valentina Colletta, l’attivista si é avvalsa della facoltà di non rispondere per quanto riguarda gli scontri di sabato notte al cantiere di Chiomonte, per cui é indagata per resistenza. Ha invece consegnato una querela contro ignoti per violenza sessuale riguardo i palpeggiamenti da parte di alcuni poliziotti o carabinieri denunciati durante una conferenza stampa sabato scorso. Il documento é stato acquisito dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo.
Di seguito una sua testimonianza e il comunicato dal sito Notav.info che indiceva il presidio di solidarietà di stamattina:
Mi hanno ferita, ma le ferite che fanno più male non sono quelle sulla pelle, ma quelle sottopelle, quelle che non mi lasciano dormire di notte. A queste si aggiungono gli insulti gratuiti e vigliacchi scagliati da dietro un pc o dal microfono di una radio. Lavoro aiutando donne che hanno subito violenza, le spingo a lottare per se stesse, ed ora che tocca a me non mi tiro indietro. In questi giorni sono state tante le braccia che mi hanno stretto e che mi hanno dato forza. Il calore della pelle dei compagni e soprattutto delle compagne aiuta a rimarginare ciò che si è rotto. Come braccia strette a cordone che sorreggono e spingono in avanti, a testa alta. Ringrazio già da ora chi mi è stato vicino e chi lo sarà domani davanti al tribunale di Torino. Ringrazio le Donne della Val di Susa.
Se toccano una toccano tutte! Non un passo indietro!
Marta Camposano
Queste sono le poche righe scritte da Marta al movimento No Tav, poche ma dense di significato e che racchiudono il senso di cosa vuol dire oggi resistere alla violenza del potere. Marta è stata convocata nella giornata di domani dai pm Padalino e Rinaudo. Una prima convocazione per interrogarla in quanto indagata rispetto ai fatti di venerdì notte, una seconda per ascoltarla rispetto alle molestie sessuali subite e denunciate pubblicamente. Il pensiero che Marta debba raccontare la sua esperienza a chi quella notte era dentro il cantiere e ha sposato pubblicamente e in aula di tribunale la battaglia contro il movimento No Tav è un qualcosa di profondamente scorretto e, questo sì, violento. Lo è alla luce dei motivi più evidenti sopracitati, ma anche se pensiamo a che fine hanno fatto (e faranno) tutte le denuncie di violenza e diffamazione che tanti del movimento No Tav hanno sporto: richiesta di archiviazione da parte della Procura di Caselli. Una procura, questa torinese, che viaggia a senso unico e che anche in occasione della denuncia dei pestaggi del 3 luglio con le prove fornite dal dossier “operazione Hunter” si è girata dall’altra parte. Il fatto che siano Rinaudo e Padalino, amici dei poteri forti, ad interrogare Marta è inaccettabile, pertanto il movimento No Tav convoca un presidio fuori dal Tribunale di Torino domani alle ore 12,30 per non lasciare sola Marta e denunciare l’ennesima schifezza messa in piedi dai tifosi del Tav. La Procura di Caselli è impegnata da anni in un attacco sistematico alla lotta No Tav, lo fa attraverso le centinaia di denunce agli attivisti del movimento, i fogli di via, le restrizioni della libertà personale e i numerosi processi in corso e quelli che si apriranno a breve. Nel fare ciò lavora a stretto contatto con la Questura e si appoggia a tutta una rete di politici e giornalisti che, grazie al potere del loro ruolo (i primi) e la potenza della carta stampata (i secondi), completano un sistema che ha come obiettivo quello di screditare il movimento agli occhi dell’opinione pubblica e di indebolirlo. La notizia che oggi ci da Marta è però portatrice di un tale livello di infamia che merita una presa di posizione più ampia ed una pronta risposta collettiva. Non ti lasceremo sola, Domani tutti e tutte ore 12,30 fuori dal Tribunale di Torino!
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