7 perquisizioni stamane a danno di compagni del movimento e almeno 4 misure cautelari con obbligo di dimora e rientro notturno. Tutto ciò con un metodo investigativo a dir poco scandaloso, riconoscimenti forzati e manipolati, persone non presenti sul luogo dei fatti e lontane migliaia di chilometri, ma denunciate perchè c’è la volontà di intimidire. La procura torinese nuovamente mette mano nei computer dei compagni che seguono i siti del movimento, costruendo ad hoc delle accuse che sono del tutto ridicole. Le parole fanno paura diceva Nicoletta qualche tempo fa, così facendo ci dimostrano che quelle scritte, il web e la nostra capacità di raccontare ed analizzare ciò che accade li spaventa enormemente. Oggi evidentemente la magistratura e la polizia godono della più completa impunità, anche quando sbagliano consapevoli di farlo. Tutto ciò però non fa che renderci più uniti e determinati, continueremo a raccontare la verità e a lottare contro chi ci vorrebbe servi ed indifferenti. Solidarietà ai compagni inquisiti, la lotta non si ferma!
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La ricostruzione fatta dai compagni di NoTav.info
Sono sei le perquisizioni fatte questa mattina martedì 27 agosto in valle di Susa dal reparto digos della questura di Torino (rep. “operazioni speciali”) sotto la guida dei pubblici ministeri Rinaudo e Padalino. Le misure cautelari sono quattro ai danni di Luca, Alessandro, Marco, Mattia, obbligo di dimora nel comune di residenza e rientro notturno presso la propria abitazione. Le case perquisite sono oltre a quelle dei ragazzi sopra quelle di Leonardo a Meana di Susa e Marco a Giaveno.I fatti contestati risalgono ad inizio agosto quando durante un blocco autostradale a Chianocco.
Mettiamo dunque un po’ di ordine:
– in quei giorni, inizio agosto era in arrivo in valle di Susa la “talpa”. Per evitare un ulteriore spreco di denaro pubblico e la devastazione del territorio il movimento decise di provare a bloccare i convogli che trasportavano i pezzi
– un autista in preda a una strana ebbrezza post cena prova con il suo pesante mezzo a sfondare un pacifico blocco stradale rischiando di schiacciare molte persone
– l’autista viene fermato e dopo poco, illeso, senza neanche un graffio nè a lui nè al mezzo viene fatto ripartire (si valuta che l’allegro e pericoloso “ragazzo” è più un problema che altro).
– Con una gomma bucata (dice l’autista) raggiunge facendo circa 10 km la sede della polstrada di Susa (con una gomma bucata?)
– la Polizia che continua a difendere le ditte mafiose che con le loro attrezzature e i loro mezzi raggiungono il cantiere tav di Chiomonte decide di sfruttare “l’allegro autista”. Gli vengono fatte vedere le foto dei no tav più conosciuti e lui con un sorriso alcolico ne riconosce sei, due dei quali è sicuro siano gli autori del blocco (questo lo apprendiamo oggi dagli atti consegnati ai no tav perquisiti. Rilascia inoltre una falsa intervista in cui dichiara di aver pensato di morire (?)
– la procura “indaga”? Sulla base di quattro dichiarazioni di un autista viene costruito il “castello” accusatorio (sembra però un castello di carta). Padalino e Rinaudo pm che si dedicano a tempo pieno ai fastidi contro il movimento no tav firmano richieste di perquisizioni e misure cautelari il tutto sotto la “sapiente guida” del cattivo maestro Giancarlo Caselli procuratore capo di torino. Da notare l’identificazione del tutto arbitraria dei soggetti, senza un confronto, non in una sede giudiziaria e senza la presenza della difesa
– il gip però non ci sta, rigetta il castello accusatorio e non firma.
– Ecco allora che l’identificazione viene riprovata più volte fino ad arrivare ad un esito soddisfacente (“lo riconosci? forse… allora niente arresto… e poi ancora lo riconosci? è lui vero? bè forse sì… andiamo meglio… lo riconosci? ha fatto tutto lui? sì sono sicuro… ok allora manette)
– un giudice per le indagini preliminari, soddisfatto dall’ennesima prova riuscita di riconoscimento farsa senza troppi scrupoli firma il tutto e con una pacca sulla spalla ai pm fa partire l’operazione
– la polizia con il reparto digos della questura di Torino esegue e si fa prendere la mano allargando anche le perquisizioni agli archivi informatici di Leonardo noto attivista del sito tgvallesusa e notav.eu sequestrando il suo archivio riposto in ben 7 computer
RISULTATO FINALE?:
– quattro giovani no tav ora devono rimanere nel recinto del loro comune e tornare a dormire presto la sera. Lavoro, vita, libertà un dettaglio che in val di Susa viene calpestato quotidianamente
– con la scusa altri due no tav sono stati perquisiti ed in particolare uno, Leonardo che è un curatore di due siti internet del movimento, notav.eu e tgvallesusa (portale di giornalisti liberi e indipendenti della valle e non solo) è stato privato dei suoi mezzi di lotta e di lavoro. Sette computer, videocamere e macchine fotografiche gli sono state sequestrate.
– Ancora una volta il fronte sitav, che da anni ha esaurito gli argomenti politici per convincere l’Italia che il tav Torino Lione serve usa il piano giudiziario per mettere in difficoltà chi si oppone
– Il movimento no tav continua e continuerà a lottare. I cantieri devono essere fermati e anche questo furto da 22 mld di euro di denaro pubblico
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Intanto, Marco Bruno, accusato per dei fatti avvenuti il 1/8 può esibire una prova decisiva: quel giorno si era appena imbarcato a genova con destinazione Palermo. Ecco qui il ticket!
da NoTav.info
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