Al G 20 appena conclusosi in Russia, Enrico Letta e il suo governo alla fine non sono riusciti a sottrarsi al solito copione, trascinando il nostro paese su una china pericolosa nell’escalation di guerra in Siria.
Mentre Letta taceva il “dettaglio” nella conferenza stampa tenuta in serata a San Pietroburgo, da indiscrezioni si apprendeva che l’Italia, insieme ad altri nove paesi, aveva sottoscritto un documento proposto dall’amministrazione USA. Il documento, firmato da Stati Uniti, Australia, Canada, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Turchia, Gran Bretagna e Spagna, come al solito è intriso di ambiguità (qualcuno ricorda il famigerato documento di Rambouillet sul Kosovo che spianò la strada ai bombardamenti del 1999 su Belgrado?). Da un lato afferma che dovranno essere le Nazioni Unite ad avallare un eventuale intervento militare contro
Mentre Letta taceva questa giravolta ai giornalisti, alcuni ministri e tutto il neo-democristianume di governo aderiscono al digiuno contro la guerra convocata dal Papa per sabato. Non solo. La nave da guerra italiana Andrea Doria è arrivata nelle acque del Mediterraneo orientale. Ufficialmente per dare copertura alle centinaia di soldati italiani schierati in Libano dal 2006, ma alla luce del documento statunitense sottoscritto da Letta e dal governo italiano nulla può più escludere l’ennesima doppiezza. Di fronte alle dichiarazioni del presidente russo Putin di questa sera – “
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