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No Tav: intimidazione contro Vattimo, indagato

Nuova grottesca iniziativa repressiva della procura di Torino – quella guidata da Caselli, per intenderci – contro il movimento No Tav e chi anche solo ne sostiene le ragioni.

A ferragosto l’europarlamentare Gianni Vattimo aveva visitato nel carcere delle Vallette, a Torino, alcuni detenuti, tra i quali anche un militante del movimento contro la Torino-Lione, Davide Giacobbe detto “Giobbe”, oggetto di un provvedimento restrittivo della libertà personale. Per l’occasione si era fatto accompagnare da due esponenti riconosciuti del movimento, Luca Abbà e Nicoletta Dosio, che lo avevano seguito nell’ispezione in qualità di ‘consulenti’. Ora, a distanza di mesi, e nonostante Vattimo sia appunto parlamentare europeo e quindi in pieno diritto di entrare nelle carceri – tant’è che all’epoca la visita non gli fu rifiutata – risulta indagato insieme ai due suoi accompagnatori per ‘falso ideologico’.
A scatenare la canea contro il filosofo era stati, neanche a dirlo, due esponenti del partito ‘Si tav a tutti i costi’ in quota Partito Democratico: il parlamentare Stefano Esposito e il dirigente locale torinese Raffaele Bianco. Lo scorso 29 agosto i pm torinesi Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano aperto un fascicolo nei confronti dei tre che ora risultano ufficialmente indagati. La loro colpa? Aver ‘spacciato’ per consulenti due militanti del movimento, come se la qualifica di consulenti debba rispondere a non meglio precisate caratteristiche tecniche o di curriculum, se non addirittura contrattuali, che però la legge in materia non prevede affatto. E’ evidente che l’inchiesta e il rinvio a giudizio nei confronti dei tre non sta in piedi e non porterà a nulla di concreto, e che rappresenta una spudorata intimidazione nei confronti della solidarietà espressa attraverso la visita in carcere.

 

Il filosofo ed europarlamentare non ha preso bene l’iniziativa della procura guidata dal suo ‘amico’ Caselli: “Lo scandalo della persecuzione giudiziaria verso il movimento è anche nel fatto che si metta in dubbio la parola di un parlamentare. (…) E’ un accanimento senza senso, come tutto quello che fa ora la magistratura torinese contro i No Tav. Si perde tempo per queste cose, è davvero scandaloso. Non solo paghiamo 1.500 poliziotti che stanno al cantiere, ma dobbiamo anche subire questa cosa insensata”.  
Vattimo respinge seccamente ogni accusa: “Ribadisco che Luca Abbà e Nicoletta Dosio sono miei assistenti. All’entrata in carcere non esiste alcun documento che sia necessario produrre. Io ci sono sempre andato con qualcuno che era il mio assistente e questo non era documentato da niente”. Vattimo contesta anche la pomposa visita di ieri del ministro Angelino Alfano in una valle ulteriormente militarizzata, giunta dopo la decisione dal parte del governo Pd-Pdl di raddoppiare il numero di militari schierati a difendere un cantiere che si appresta a scavare un costoso e inutile tunnel nelle montagne della Val Susa.”Ha la faccia di bronzo di venire qui  e di dire che hanno consultato le comunità locali. Ma come si fa?” si indgna Vattimo di fronte alle dichiarazioni di Alfano, giunto ieri in valle per dire che la Tav si farà ad ogni costo perché lo Stato così ha deciso.

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