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Deputati e Senatori in solidarietà a Emilio Scalzo

Emilio è stato punito per la sua umanità.

Il primo dicembre un ingente dispiegamento di forze dell’ordine ha prelevato Emilio Scalzo dalla sua abitazione per tradurlo in carcere. Emilio era ristretto agli arresti domiciliari in attesa di essere estradato in Francia.

Allarmanti e pericolose le considerazioni svolte nella parte motiva del provvedimento. La Corte di Appello di Torino, a seguito di richiesta della Procura Generale, ha infatti individuato, tra gli elementi fondanti della decisione, la “presenza costante, dinnanzi all’abitazione di Scalzo, di un presidio di attivisti del movimento No Tav che potrebbe ostacolare l’esecuzione della consegna generando allarme per la pubblica incolumità“.

In altri termini, la solidarietà manifestata da amici e attivisti raccolti in presidio nelle vicinanze dell’abitazione di Emilio assurge a motivo di aggravio della misura cautelare.

Leggere nel provvedimento che l’arresto è stato determinato da elementi, peraltro espressi in termini del tutto ipotetici (“potrebbe ostacolare“), che in ogni caso nulla hanno a che fare con condotte imputabili al destinatario della misura è di una gravità senza precedenti e costituisce una pesante violazione dei diritti fondamentali dell’individuo.

La consegna di Emilio alle autorità francesi era stata disposta a seguito del rigetto da parte della Corte di Cassazione del ricorso della difesa di Scalzo che verrà quindi allontanato dai suoi familiari e da tutta la comunità No Tav.

Emilio viene punito per la sua umanità, perché, come tante e tanti in Val di Susa, non è rimasto indifferente al dramma di chi scappa da Paesi martoriati da guerre, fame e disperazione per provare, attraversando le Alpi, a raggiungere la Francia.

Non è rimasto indifferente ai corpi senza vita che a primavera emergono quando la neve inizia a sciogliersi.

Mentre tutta l’Europa si indigna per le immagini di migranti bloccati in condizioni disumane ai confini tra Polonia, Bielorussia e Bosnia, si decide di colpire chi non è rimasto sordo alle grida di aiuto.

Il reato che gli è contestato è quello di “aggressione a un gendarme”, tuttavia, Emilio non ha ancora avuto modo di difendersi dall’accusa, in quanto la consegna è stata disposta in via cautelare.

Trattandosi di un reato di non particolare gravità e, per quanto è dato sapere, in assenza di reali esigenze cautelari, ci chiediamo se la richiesta avanzata dalla Francia e la decisione dell’Italia di accoglierla, nonché l’aggravio della misura e le motivazioni che l’hanno determinata, non abbiano un carattere prettamente punitivo e di monito nei confronti di tutte e tutti coloro che continueranno ad offrire il proprio aiuto a chi è in difficoltà.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ad Emilio, ai suoi cari e a tutta la comunità No Tav.

Matteo Mantero, Senatore, Potere al Popolo

Doriana Sarli, Deputata, Misto

Virginia La Mura, Senatrice, Misto

Simona Suriano, Deputata, Misto

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