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Foto e filmati “terroristi”, nel decreto sul femminicidio…

Un goveno di imbroglioni da quattro soldi si vede dai piccoli dettagli. Questo, denunciato dal movimento No Tav, è quasi il fondo del barile. Ma siamo sicuri che questi geni che ci “governano” riusciranno a far di peggio…

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da TG ValleSusa – Fotografie e filmati equiparati allo spionaggio in un emendamento nel decreto sul femminicidio.

Dal momento in cui entrerà in vigore il decreto sul femminicidio, approvato oggi definitivamente dal Senato con i voti di tutti i partiti  (145 si/3 no) tranne  Cinque Stelle, Lega e Sel che non hanno partecipato al voto, non si potrà più fotografare o filmare le attività nel cantiere di Chiomonte. Degli undici articoli che compongono il provvedimento, solo cinque si riferiscono alla violenza sulle donne, uno dei numerosi emendamenti inseriti “fuori tema” prevede di equiparare ad attività di spionaggio la documentazione di quanto avviene nel “sito di interesse strategico nazionale”. Si rischieranno quindi pene fino a 5 anni di reclusione e diventerà di conseguenza normale venire fermati per verificare quali immagini contengano le videocamere o le macchine fotografiche. L’emendamento proviene dalle lamentele della Questura torinese che non tollera più da tempo le intrusioni mediatiche e la permanente sorveglianza del cantiere da parte dei valsusini, e probabilmente dalle ossessioni del Procuratore Caselli che ormai vede terroristi  ed eversori sbucare da sotto ogni pietra. Non si esclude che a “disturbare” la lobby del Tav abbia contribuito l’ennesimo esposto sulla sicurezza relativo alle reti paramassi fuori norma Cipe preannunciato da ProNatura. Insomma, un fastidio generalizzato. La provenienza dell’emendamento è il Senato per cui si presume che l’emendamento “pirata” sia stato generato dalla fervida fantasia del pluridenunciato Esposito. Una pregiudiziale di costituzionalità del M5S è stata bocciata.

Inutile commentare se non per sottolineare quanto la militarizzazione proceda per avvolgere il cantiere in una bolla inavvicinabile e invisibile e quanto la democrazia abbia a che fare con la verità e la trasparenza. (F.S. 11.10.2013)

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