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Accorinti, sindaco di Messina, denunciato per “lesa maestà”

La situazione politica dell’Italia è questa:

un condannato in via definitiva, ma ricco, minaccia sfracelli se non verrà condonato e mantenuto sul seggio senatoriale;

un comico in disarmo controlla un quarto del Parlamento senza farne parte;

un comico rampante, ancorché sindaco di una città storica, sta per conquistare da extraparlamentare di destra il partito principale sostegno del governo;

un ministro della giustizia, ex ministro dell’interno, ex prefetto di carriera (un poliziotto, insomma), viene difeso dal Quirinale e da Palazzo Chigi anche se si è “interessato” alla scarcerazione di suoi conosenti con cui aveva intrattenuto rapporti d’affari (tramite il figlio, quantomeno);

un sindaco pacifista viene denunciato per “lesa maestà”.

Possibile? Possibilissimo. E’ accaduto ieri.

Renato Accorinti denunciato per “lesa maesta” grazie all’interessamento servile di un oscuro giornalista, tale Ernesto Di Pietro. Motivo? L’esposizione, durante la festa delle Forze Armate del 4 novembre, della bandiera della pace. C’è, con tutta evidenza, una parte di “classe dirigente” che vede avvicinarsi con terrore il giorno del proprio liceniziamento da parte di una popolazione inferocita.

 

Accorinti, presentatosi sul palco delle celebrazioni del 4 novembre con la bandiera della pace, aveva scatenato l’ira del Generale Corpo d’Armata, Ugo Zottin, che aveva perciò lasciato la piazza proprio dopo l’intervento di Accorinti. Non potendo lui stesso procedere alla denuncia, ha trovato un “cittadino compiacente” che lo facesse al suo posto.

 

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