Non c’è limite al ridicolo, anche se un potere ridicolo può essere alquanto pericoloso. Non riconoscendo, infatti, il limite tra il serio e l’assurdo rischia sempre l'”eccesso” per sembrare quel che non è. Specie nel caso della repressione.
La notizia ha fatto per qualche giorno il giro del tribunale di Reggio Emilia. Qualcuno aveva chiesto l’incriminazione di ben quattro persone che avevano preso la parola per salutare, nel cimitero della città, Prospero Gallinari. Si era nel gennaio di quest’anno. I funerali si erano svolti sotto la neve, un migliaio di persone – tra cui un certo numero di ex prigionieri politici – aveva portato l’estremo saluto a un comunista senza macchia, per quanto si possa dissentire sulla “linea politica”.
Loris Tonino Paroli, Sante Notarnicola, Davide Mattioli e Salvatore Ricciardi sono stati quindi indagati per “istigazione a delinquere in concorso” tra loro. Cos’era avvenuto? Niente di abnorme: pugni alzati, bandiere rosse, qualche canzone partigiana e l’Internazionale. Qualcuno ha preso la parola, davanti a un numero impressionante di telecamere, naturalmente per riconoscere la statura morale e politica di Prospero e delle sue scelte, testimoniate dall’alto prezzo pagato di persona. Qualche ridicolo buontempone ha ritenuto di ravvisare in quelle “orazioni funebri” una sorta di apologia al terrorismo.
E quindi solite scene di finta indignazione, con accuse ai (pochi) esponenti politici presenti, grandi e indignate dichiarazioni di condanna, ecc. Solite scene, ripetute da oltre 30 anni, senza far caso alla data sul calendario e ai contesti mutati (allora c’era addirittura un mondo diviso in due…).
L’avvocato Vainer Burani, legale ed amico di Gallinari, chiarì subito come stavano le cose, e come erano andate, minacciando denunce: «Nessuno si può permettere di affermare che al funerale ci sia stato qualcuno che abbia in qualche modo inneggiato alle Br o alla lotta armata». Un modo per tenere a freno lingue fantasiose, insomma.
Qualche ridicolo cervellone ha però davvero ripresentato una denuncia in tribunale, costringendo – immaginiamo – un giudice ad aprire un fascicolo, a farsi mandare i filmati della giornata (tutti o quasi reperibili su Internet), a trasmettere gli atti alla Procura di Bologna, ecc.
Indicando gli ex brigatisti Salvatore Ricciardi e Sante Notarnicola (stasera sarà presente alla libreria Odradek di Roma, insieme a Erri De Luca, per presentare il suo ultimo libro di poesie; andateci!), nonché il reggiano Loris Tonino Paroli e un giovane di Reggio, Davide Mattioli, che durante il funerale aveva letto un brano di un libro di Gallinari, alzando un segnalibro con il simbolo “No Tav”. Addirittura!
Il sostituto procuratore Antonio Gustapane ha a sua volta chiesto al gip del Tribunale di Bologna una proroga per portare a termine le indagini preliminari (il caso si presentava davvero difficile… da rendere concreto). I termini della denuncia, presentata a Bologna e non a Reggio, sede dell’eventuale “reato” (significa che l’ha presentata qualcuno che non era nemmeno presente al funerale; uno che si fomenta da solo ascoltando i tg, insomma), sarebbero scaduti lo scorso 4 novembre.
La richiesta di proroga indica la nuova scadenza al prossimo 3 maggio 2014. Voci di tribunale, però, parlano di un “orientamento all’archiviazione”. C’è ancora qualcuno che conserva il senso delle proporzioni, e quindi anche del ridicolo cui possono essere esposte le istituzioni.
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