Occupata da attivisti antirazzisti la sede della Croce Rossa, in Via Medina a Napoli, per protestare contro l’infame trattamento a cui vengono costretti gli immigrati nel nostro paese.
L’iniziativa di Napoli è in sintonia politica con analoghi appuntamenti di mobilitazione in corso in varie città di Italia a partire dalla manifestazione nazionale convocata a Roma sotto la sede nazionale del Partito Democratico.
Di seguito il comunicato emesso alla fine della mobilitazione dagli attivisti e dalle attiviste:
“Questa mattina una cinquantina di attivisti antirazzisti, sia autoctoni che immigrati, ha occupato per circa quattro ore la sede regionale della Croce Rossa in via Medina a Napoli per contestare la sua partecipazione al governo dei CIE (centri di immigrazione ed espulsione).
L’azione è legata alla giornata nazionale di contestazione ai Cie e di solidarietà con i migranti e i rifugiati che nelle “galere etniche” di tutta italia, dalla rivolta di Bari alle “bocche cucite” di Ponte Galeria, in questi giorni si stanno di nuovo ribellando alla propria segregazione, dopo le immagini terribili del cpa di Lampedusa, con i profughi messi in fila, nudi, al gelo…
La Croce Rossa italiana gestisce diversi CIE in italia, come quelli di Milano e Torino, è candidata a gestire di nuovo il cpa di Lampedusa e il nuovo eventuale Cie in Campania a cui ci opporremo in ogni modo.
Queste galere etniche sono diventate un simbolo mondiale del razzismo istituzionale, tengono segregate persone colpevoli soltanto di… esistere, di cercare una vita migliore, asilo politico o protezione internazionale.
I Cie vanno chiusi, non sono “umanizzabili”, sono un aberrazione del diritto, della giustizia e dell’umanità, un occasione di speculazione politica per i partiti xenofobi e di speculazione economica per chi mangia sulla macchina della deportazione degli esseri umani.
Durante l’occupazione alcune decine di persone sono rimaste a presidiare gli uffici da cui sono stati esposti striscioni mentre altre hanno improvvisato speackeraggio e un presidio in strada per volantinare (vedi volantino allegato) e comunicare con la gente.
Momenti di tensione soprattutto all’inizio con i dirigenti dell’ufficio e all’arrivo della polizia. Negli uffici erano presenti la responsabile regionale della Croce Rossa e il responsabile dell’intervento della Croce Rosssa nel cie di Santa Maria Capua Vetere (Ce), un centro chiuso dopo mesi di proteste antirazziste e rivolte dei migranti e in cui si sono susseguiti conitnui casi di violazione del diritto e della dignità umana. Lo stesso ha dichiarato ai presenti che mai più, dopo quello che ha visto, entrerebbe in un Cie, ma di essere indisponibile a dichiararlo ai media perchè “tengo una famiglia da mantenere”…
Il volantino distribuito sollecitava infatti anche una presa di posizione dei dipendenti della croce rossa contro la militarizzazione dell’ente e il suo coinvolgimento nel governo dei Cie, se è vero che la “medicina cura e non imprigiona”!
Solidarietà abbiamo ricevuto invece da parte dei dipendenti che non appartengono al personale medico, preoccupati anche dall’imminente privatizzazione della Croce Rossa che mette a rischio molti posti di lavoro.
Intanto l’ipocrisia del dibattito pubblico seguito alle stragi di ottobre, con centinaia di morti compresi tantissimi bambini, è stata seppellita insieme al lutto e i sopravvissuti di quelle stragi sono ancora detenuti! Noi che viviamo in un territorio storicamente di emigrazione mai potremo accettare che altri migranti siano umiliati e segregati in questo modo!
La mobilitazione deve continuare:
Chiudere subito i cie – abolire la Bossi Fini – liberi tutti e tutte!”
Antirazzisti di Napoli
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