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Fusaro non va a Casapound e minaccia i compagni

C’è una notizia buona e una cattiva…

Cominciamo, classicamente, da quella che magari non è un granché, ma al confronto è certo la meno peggio: il “filosofo” Diego Fusaro non andrà più a parlare di “cosa è vivo e cosa è morto in Marx” da quei “bravi democratici” di Casapound. L’incontro era stato fissato per venerdì 21, nel covo romano di via Napoleone III e aveva fatto sollevare più di un sopracciglio nei confronti della ”disinvoltura” del giovane virgulto fulmineamente promosso da media mainstream e tv nell’olimpo – piuttosto deserto, bisogna dire – dei “filosofi italiani”. Per di più in veste di “marxista”, che di questi tempi sarebbe un’etichetta capace di affossare la carriera accademica di qualsiasi onesto ricercatore con molti titoli in curriculum…

La cattiva notizia è che questa retromarcia viene comunicata al mondo nel modo fetente che “i potenti” di qualsiasi età usano quando sono colti in fallo: “sono stato minacciato”.

Leggiamo: «Intendo non partecipare più all’incontro perché non ci sono le basi per un dialogo sereno. Non si tratta di paura fisica, anche se comunque tolgo apprensione a chi mi sta vicino, ma non voglio essere il pretesto per tafferugli tra sedicenti fascisti e sedicenti comunisti. Non voglio che il mio nome sia legato a pestaggi o scontri che non siano di idee».

Sgomento, scandalo, indignazione…

E chi sono questi malvagi che l’hanno preso di mira? Chi sono questi pugili d’altri tempi che attendono nell’ombra? Due organi di informazione online, comunisti non sedicenti: i toscani di Antiper e noi di Contropiano. Cazzo, avevamo minacciato a nostra insaputa… Che figura ci facciamo, ora?

Fusaro ha raccontato le sue angosce a quei “bravi democratici” del giornale di destra Libero e a quei noti difensori dei poveri del Corriere della sera. Non essendoci più giornali “di sinistra”, in effetti, la sua possibilità di scelta era piuttosto ridotta.

Due articoli-fotocopia o quasi, la cui sostanza si riduce a due frasi attentamente estrapolate dal contesto in cui i compagni toscani sembrano intimare un “pentiti, prima che sia troppo tardi”, mentre noi – più prosaici – accenneremmo a “due bastonate”. Chi voglia sapere quel che c’era scritto nei due testi “minacciosi” non ha che da leggerli, qui e qui.

Ringraziamo i due giornali per l’attenzione che ci hanno de relato rivolto, anche se, quando i giornali padronali si occupano dell’informazione antagonista,di solito lo fanno per minacciare davvero. È così anche stavolta, come si intuisce tra le righe.

L’altra cosa che si intuisce è che nel “nuovo mondo” la commistione tra culture e organizzazioni estrema destra e corrispettivi di sinistra è “obbligatoria”. Se ti rifiuti di far comunella coi fasci, di discuterci insieme, di farti “contaminare” (una volta si diceva “infiltrare”), sei potenzialmente un “violento”.

Prendiamo atto dell’indicazione autorevole, giusto un poco autoritaria, ma preferiamo di no. Noi con i fascisti non ci parliamo. E diffidiamo anche di chi invece lo fa (ovvio, non ci riferiamo ai giovincelli con la testa confusa che frequentano le curve e vedono ancora lontana la maggiore età, ma alle “organizzazioni”, come appunto Casapoud et similia). Manteniamo e semmai allarghiamo quel “fossato invalicabile” che abbiamo consigliato – a tutti i compagni, collettivi e organizzazioni di sinistra – di tracciare nei confronti del dr. Diego Fusaro. La cui “marxisticità” è certificata esclusivamente dal potere (certe carriere, per un giovane dabbene delle nostre università, sono troppo “fulminanti” per essere davvero innocenti frutti del “merito”); non certo da quanti si sono chinati con rispetto e a lungo sul lavoro del gigante di Treviri.

Questo episodio, e soprattutto i “pulpiti” da cui si è elevata “la predica”, ci conferma quel che sospettavamo da qualche giorno: Fusaro sta al “marxismo” come Renzi sta alla “sinistra”.

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gli articoli del Corriere e di Libero. Noterete certamente il tono “sobrio” (“linciare”, “pestaggi”, ecc)

Il caso Diego Fusaro
Marxista parla con CasaPound. I compagni lo vogliono linciare
Filosofo e comunista, accetta l’invito del gruppo di destra. Poi minacce e insulti
14/02/2014

Succede che uno risponda alla chiamata di un numero sconosciuto e dal telefono esca una voce rabbiosa: «Sei un fascista di merda». Il fatto è che a essere insultato non è un nostalgico in camicia nera, ma un intellettuale che si definisce «comunista nel senso di Marx» e «allievo di Gramsci». Si tratta di Diego Fusaro, ricercatore di Filosofia all’Università San Raffaele di Milano, traduttore di moltissime opere di Marx e autore di un volume dal titolo inequivocabile: Bentornato Marx! Rinascita di un pensiero rivoluzionario. Fusaro – noto al pubblico televisivo per una serie di apparizioni catodiche durante le quali ha esposto le sue tesi contro l’Euro – è stato invitato a tenere una conferenza a Roma, prevista per il prossimo 21 febbraio. Una conferenza sul suo amato Karl Marx. Il problema è che a invitarlo sono stati gli esponenti di CasaPound. Da lì, il diluvio. Sul suo profilo Facebook, via mail, sui siti internet della cosiddetta area «antagonista» hanno cominciato a piovere insulti e, soprattutto, minacce. Fusaro ha ricevuto telefonate intimidatorie, sul web c’è chi gli promette pugni, bastonate e persino fucilazioni sommarie. Poiché ha accettato l’invito a dialogare con i fascisti di CasaPound, è diventato a sua volta un «fascista di merda» da punire, possibilmente a legnate.

Il «giornale comunista online» Contropiano.org scrive che Diego Fusaro non ha «nessun valore». E precisa: «Persino Marx perse un intero anno della sua intelligenza per “sputtanare” un tale che era soltanto una spia da quattro soldi (“Herr Vogt”), per cui non era necessario alcun pensiero, ma soltanto un paio di bastonate». Già, bisogna «sputtanare» le «spie da quattro soldi». Per uno che parla con i fascisti servono solo «un paio di bastonate». Anche se il diretto interessato è un filosofo marxista. L’associazione comunista toscana Antiper ha indirizzato al giovane ricercatore una lunga lettera in cui si legge: «Gli errori che vengono corretti in tempo si possono ed anzi si devono perdonare; invece, perseverare nell’errore non sarebbe perdonabile e credi, quello che stai facendo è un grandissimo errore, un errore di cui, se sei in buona fede, sicuramente ti pentirai quando sarà troppo tardi; se invece non sei in buona fede, allora non fare nessuna autocritica, vai pure avanti. Di nemici, sulla strada della trasformazione rivoluzionaria del mondo ne abbiamo e ne avremo tanti».

Insomma, basta accettare un invito a CasaPound per diventare un nemico del popolo, uno che – rifiutando di fare autocritiche – merita di finire nelle liste di proscrizione. Sapete qual è il bello? Eccolo: «Ho tenuto una conferenza ad Antiper qualche tempo fa», spiega Fusaro a Libero. «Una conferenza su Marx. Da loro ho detto le stesse cose che avrei detto a CasaPound. Però se lo dico da loro va bene, se lo dico a quelli di CasaPound no. In nome dell’antifascismo applicano con me un atteggiamento che non esito a definire fascista».

Se non ci fossero di mezzo minacce e intimidazioni, ci sarebbe da ridere. «Mi occupo da anni di Marx e di marxismo», dice Fusaro. «Porto avanti da sempre ideali di emancipazione umana, gli stessi ideali per cui Marx ha lottato tutta la vita.Sono un filosofo e sono tenuto a dialogare con chiunque me lo chieda, altrimenti è la fine della filosofia. Ve lo immaginate Socrate che rifiuta di dialogare con uno perché “con i fascisti non si parla”? Io sono antifascista, anche a CasaPound manterrei la mia visione. Sono talmente sicuro delle mie ragioni che non ho paura di confrontarmi con chiunque. Credo nell’uguaglianza degli uomini e nell’esigenza di un mondo di individui liberi e uguali. Ho sempre parlato con tutti: con Rifondazione, col Pd, con Forza Italia».

Ma questo ai compagni militanti non piace. Anzi, sono convinti – come hanno scritto al giovane filosofo – che un paio di pugni gli farebbero bene alla salute. «Ho contattato Diego Fusaro», spiega Adriano Scianca – a sua volta filosofo e responsabile culturale di CasaPound, «per un dibattito su Marx. È il filosofo del momento, ci interessava discutere le sue tesi. Appena abbiamo pubblicato la locandina dell’evento, è iniziato il tam tam su internet, con insulti e minacce verso di lui da parte di un’area a cui lui, almeno intellettualmente, dovrebbe essere organico. Sui nostri siti, invece, si esprimeva soprattutto curiosità. Noi di solito abbiamo una parte di pubblico di destra più estrema che talvolta non capisce queste iniziative. Ma stavolta non ci sono state particolari reazioni». I presunti «fascisti di merda» cercano il confronto. Gli amici comunisti promettono bastonate.

A CasaPound, il 21, la conferenza su Marx si terrà comunque. Sia che Fusaro decida di partecipare sia che, per non rischiare che il clima peggiori, decida di restare a casa. Sembra di essere negli anni di piombo. Com’è che diceva Marx? Ah, già: la storia si ripropone come farsa.

di Francesco Borgonovo

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Corriere della sera

Il caso. L’incontro era previsto per il 21 febbraio a Roma. Contro il ricercatore torinese post violenti su alcuni siti e telefonate anonime: «Pentiti prima che sia tardi»
Il filosofo marxista: «Minacciato, non vado a CasaPound»
Diego Fusaro attaccato da sinistra dopo l’annuncio di una sua conferenza nel centro sociale di destra

Dopo le polemiche, gli insulti e le minacce, il giovane marxista Diego Fusaro rinuncia al suo intervento a CasaPound, a Roma, previsto per il 21 febbraio prossimo: «Intendo non partecipare più all’incontro — racconta al Corriere della Sera via telefono, con tono fermo e contrariato — perché non ci sono le basi per un dialogo sereno. Non si tratta di paura fisica, anche se comunque tolgo apprensione a chi mi sta vicino, ma non voglio essere il pretesto per tafferugli tra sedicenti fascisti e sedicenti comunisti. Non voglio che il mio nome sia legato a pestaggi o scontri che non siano di idee». Nato a Torino nel 1983, Fusaro, ricercatore in Storia della Filosofia, è tra i giovani pensatori italiani più in vista; oltre a libri accademici, ha scritto bestseller come Bentornato Marx! (Bompiani, 2009), ed è ospite fisso di varie trasmissioni televisive. La notizia della sua presenza a CasaPound era stata annunciata qualche giorno fa da un manifesto dove campeggiava il barbone di Marx, il nome dell’altro relatore, Andriano Scianca, responsabile culturale di CasaPound, e il simbolo del centro sociale, una tartaruga stilizzata. Le reazioni, come spesso accade in questi casi, non si sono fatte attendere. Prima insulti su Facebook e al telefono, con numeri anonimi, «ma ho ricevuto anche attestati di solidarietà — precisa Fusaro — ci sono molte persone intelligenti sia a destra che a sinistra »; poi, attacchi più articolati ma molto poco dialettici. L’associazione comunista Antiper, «dove per altro in passato ho tenuto una conferenza», ricorda Fusaro che fa parte anche dell’associazione Bottega Partigiana, gli ha dedicato una lettera molto elaborata, che ci concludeva con un avvertimento: «Gli errori che vengono corretti in tempo si possono ed anzi si devono perdonare; invece, perseverare nell’errore non sarebbe perdonabile e credi, quello che stai facendo è un grandissimo errore, un errore di cui, se sei in buona fede, sicuramente ti pentirai quando sarà troppo tardi; se invece non sei in buona fede, allora non fare nessuna autocritica, vai pure avanti. Di nemici, sulla strada della trasformazione rivoluzionaria del mondo ne abbiamo e ne avremo tanti. Uno in più è male, ovviamente, ma non è poi la fine del mondo». Il giornale comunista online contropiano.org è andato oltre: «Bisogna scegliersi anche i nemici, ormai (…) Persino Marx perse un intero anno della sua intelligenza per “sputtanare” un tale che era soltanto una spia da quattro soldi (“Herr Vogt”), per cui non era necessario alcun pensiero, ma soltanto un paio di bastonate». Minacciare le bastonate è da fascisti, protesta Fusaro, che vorrebbe ridere con Ennio Flaiano, per il quale in Italia ci sono due categorie di fascisti: i fascisti e gli antifascisti; ma di ridere ha poca voglia, e spiega perché ha deciso di tirarsi indietro: «L’incontro è stato reso impraticabile dagli insulti e dalle minacce, ma soprattutto da un fraintendimento politico ormai troppo diffuso, per cui, se accetti il dialogo, di fatto aderisci alle idee dei tuoi interlocutori. Ma così si uccide Socrate! Un filosofo deve dialogare con tutti, anche con chi la pensa diversamente, per fargli cambiare idea, per criticare le sue idee». Ecco di cosa avrebbe parlato Fusaro a CasaPound: «Oggi più che mai è necessaria, di Marx, la tensione verso l’emancipazione dalla reificazione capitalistica e dalla violenza dell’economia globale; Marx insegna a lottare per una comunità di individui liberi, uguali e fratelli. Il comunismo novecentesco è morto, ma sopravvive il comunismo ideale eterno, l’ideale di un’umanità libera ed emancipata, senza sfruttamenti né classismo né razzismo. Ecco, per esempio CasaPound sbaglia ad aver paura del meticciato: l’unica razza esistente è la razza umana. Ma questo, purtroppo, non glielo potrò dire di persona».

Luca Mastrantonio

 

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1 Commento


  • alessio

    A me pare che chiunque ritenga utile dialogare con i fascisti per trasformali sia in realtà convinto che in loro vi sono elementi e contraddizioni genuini. Il punto è proprio questo: la Nuova destra differenzialista (per cui tutte la tradizioni sono son belle, tranne i meticciati) ha trovato il modo per far passare come accettabili posizioni che al di là delle apparenze rimangono il maggior nemico del movimento operaio. Esattamente come l’Imperialismo dopo la Seconda guerra mondiale è riuscita a far passare come “esportazione della democrazia” l’intervento neocoloniale. Da Casapound non mi aspetto niente, ma dai sedicenti comunisti che costruiscono percorsi di lotta insieme ai fascisti, da loro sì che mi aspetto una presa di posizione chiara. In tutto ciò, tra l’altro, è sbagliato anche fare finta che non esistono: loro nel clima culturale di oggi stanno conquistando posizioni su posizioni, non tanto sul piano elettorale, quanto sul piano generale dell’egemonia culturale: per questo dobbiamo fare una battaglia capace di nullificare la loro avanzata. Non per forza a colpi di bastonate, anzi, lavorando in modo gramsciano per conquistare la logica inconscia che governa i discorsi da bar. E comunque sia, senza mai scordarsi che quando ci vuole la bastona, ci vuole.

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