La Commissione Europea non pare intenzionata ad appassionarsi alle vicende politiche italiane né a concedere deroghe sui tempi delle scelte “lacrime e sangue”. Oggi Renzi è salito al Quirinale per ricevere il mandato a formare un nuovo governo, ma a far intendere che questo non produrrà scostamenti sulla tabella di marcia dei diktat dell’Unione Europea sui tagli alla spesa pubblica (la spending review del dott. Cottarelli), ci ha pensato il solito Olli Rehn.
Infatti proprio oggi il Commissario agli Affari Economici Olli Rehn, ha ribadito che: “Sì, c’è una data limite per la presentazione di dati che possano essere presi in considerazione nelle previsioni d’inverno e quella data è oggi (17 febbraio, ndr)”. Olli Rehn ha poi affermato di “non avere notizia di aver ricevuto alcun dato” sulla spending review italiana. L’invio dei dati dettagliati sui tagli che il governo italiano intende operare sulla spesa pubblica (si parla di 32 miliardi in tre anni, da oggi al 2016) è decisivo per ottenere una deroga suglla possibilità di contabilizzare fuori bilancio gli investimenti pubblici necessari a dare un po’ di ossigeno all’economia del paese. Ma, fanno sapere da Bruxelles, senza documento sulla spending review niente deroga.
Solo tre giorni fa il portavoce di Rehn aveva indicato che la Commissione era ancora in attesa dei particolari e che «non appena ce li comunicheranno li analizzeremo».
Nella stessa serata di venerdì 14 febbraio il Ministero del Tesoro italiano aveva fatto sapere che i dati erano pronti per Bruxelles e che nella legge di stabilità «sono già programmati gli investimenti ritenuti indispensabili per la crescita».
Ma il documento del Mef precisava anche che la clausola per gli investimenti “così come concepita è di fatto priva di utilità” per l’Italia perché “richiederebbe una manovra restrittiva pari alla flessibilità concessa”. E gli effetti sarebbero “neutri o negativi sulla crescita nel breve periodo”.
Già in vista delle previsioni d’autunno il governo aveva chiesto di poter utilizzare la clausola per gli investimenti, ma i servizi dell’ Ecofin avevano risposto negativamente.
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