A Milano sono stati due giorni di fuoco in tutti i sensi. La resistenza popolare contro gli sfratti ha dovuto fare i conti con l’intero apparato che muove e determina le sorti di decine di migliaia di famiglie nel nostro paese. Come noto l’emergenza abitativa sta dilagando anche in città fino a ieri mai sfiorate da problemi sociali come sfratti, pignoramenti, sgomberi. Ma la crisi ha tagliato le gambe, il lavoro e il reddito rendendo spesso impossibile pagare l’affitto o la rata del mutuo. “Morosità incolpevole” hanno provato a definirla ma senza sostanziare soluzioni adeguate. Succede così che nel quartiere di San Siro, quello a tutti a noto perchè ospita lo Stadio di Milano, i picchetti contro tre sfratti (uno lunedi in via Inganni e due ieri in via Preneste) siano diventati una vera e propria battaglia che ha opposto famiglie sfrattate, e attivisti da una parte contro polizia e istituzioni dall’altra. Ieri sera, al termine di una seconda giornata di resistenza, manganellate, azioni di protesta, un grande corteo popolare ha attraversato il quartiere partendo da piazza Selinunte dando spessore, trovando consensi e rivendicando l’antagonismo nelle soluzioni all’emergenza abitativa.
Qui di seguito una ricostruzione di questi giorni da parte dei compagni del Comitato Abitanti di San Siro e dell’Asia. Più sotto il comunicato nazionale dell’Asia-Usb
Alla fine la polizia se n’è andata da SanSiro. Dopo una mattinata intera di presidio di decine di abitanti accorsi a difendere due famiglie sotto sgombero, la situazione si è evoluta in maniera incredibile:
1) Per ore, il funzionario del Comune si è rifiutato di incontrare i delegati del sindacato As.I.A, e di dare informazioni in merito alle due famiglie.
2) La polizia si è rifiutata di far vedere i documenti che giustificavano lo sgombero, ha impedito ai rappresentanti As.I.A di salire a incontrare i nostri assistiti.
3) Mentre i rappresentanti As.I.A stavano trattando con la polizia per tentare di trovare una soluzione, sono stati attaccati alle spalle dalla celere, che ha scatenato una violenta carica dal bilancio di parecchi feriti, tra cui due donne. Una di loro è in ospedale con una mano rotta e una contusione cerebrale.
Mentre da entrambi i lati del blocco di case popolari, su via Tracia 3 e via Preneste 2, decine di abitanti solidali si sono radunati in due picchetti antisfratto determinati a non fare un passo indietro, la polizia non contenta di aver militarizzato una parte del quartiere, ha intimidito e malmenato la famiglia che resisteva dentro all’alloggio ormai da ore, buttandola infine fuori a spintoni. In poco tempo i picchetti sono cresciuti, quasi duecento persone si sono radunate in via Preneste e sono state attaccate alle spalle dalla polizia.
Quello che è successo oggi nel quartiere di SanSiro è segnale di una città che si prepara a Expo2015, e deve accelerare il processo di gentrificazione, espellendo i poveri dalla città vetrina che si appresta ad ospitare la grande fiera mondiale: la dimostrazione che gli interessi economici di politici affaristi e speculatori valgono più della vita delle persone che vivono questa città. Solo a SanSiro ci sono quasi 500 case vuote tenute lastrate e riscaldate, ma a nessuna delle due famiglie (una con tre bambini, di 2 mesi, 2 anni e 4 anni, l’altra con due minori di 11 e 9 anni) è stata offerta una soluzione abitativa: il Comune di Milano che tanto proclama attenzione ai bambini e alla famiglia, che regala coperte ai senza tetto, che a parole continua a proclamare il cambiamento, oggi ha messo in campo uno spettacolo osceno e infame, che ha ottenuto parecchi feriti e due famiglie in mezzo alla strada. “Ridurremo gli alloggi sfitti” disse la Benelli, e poi nei fatti però investe i soldi pubblici per schierare almeno 5 camionette di polizia e carabinieri e inviarle a togliere un tetto alla 3 famiglia in due giorni.
Chi ha deciso questa operazione?
Chi si prende la responsabilità dei feriti di oggi? Il sindaco Gentile ha la responsabilità di una ragazza madre in ospedale con una contusione cerebrale.
Per quanto ci riguarda, le chiacchiere stanno a zero, questa giunta arancione di vergogna non ha alcuna intenzione di risolvere l’emergenza abitativa, ma l’obiettivo preciso di liberarsi del problema, cacciare i poveri dai quartieri del centro, lucidare per bene le sue vetrine e incassare lauti introiti grazie agli affari di Expo, pronti a spartirsi la torta tra amici e amici degli amici.
Da parte nostra il messaggio è uno: San Siro è un quartiere ribelle e solidale, meticcio, che risponde alla crisi grazie all’organizzazione dal basso e alla solidarietà attiva, riappropriandosi dei bisogni e dei diritti che ci vengono sottratti dall’alto a colpi di manganelli e tagli ai servizi, aumenti delle tasse e dei mezzi pubblici, vendita del patrimonio pubblico. Aler, Comune e polizia, giu le mani da SanSiro! Non farete i vostri affari sulle nostre vite!
Adelante companeros! Hasta la victoria!
OGGI ORE 18 CORTEO A SAN SIRO, PIAZZA SELINUNTE
GIOVEDI ORE 17 SOTTO ALLA REGIONE
SANSIRO QUARTIERE SOLIDALE E RIBELLE
Ancora una giornata di resistenza sociale e di vergogna pubblica per le amministrazioni di Milano e della Lombardia. Nonostante il grande lavoro d’immagine per lanciare Expò 2015, la realtà dura di questa città viene allo scoperto con decisione. Un crescente disagio abitativo e una devastante precarietà sono la faccia di una Milano che il sindaco Pisapia e il governatore Maroni vogliono nascondere sotto il tappeto di una vetrina ammiccante e piena di attrattive per nuovi profitti. Una realtà che ancora una volta è emersa grazie alle lotte per il diritto all’abitare, per il riuso della città e contro nuovo consumo di suolo.
Precarietà e cemento, sembrano invece essere gli orizzonti della rendita e dei suoi vassalli, il tutto condito da una buona dose di ordine e pubblico. Il nuovo che avanza ha così indossato la divisa e si fa largo a colpi di manganello, di sgomberi e sfratti. Il primato di Milano, che doveva affermarsi attraverso l’esibizione di una città in buona salute e proiettata verso il futuro, si realizza in tutt’altro modo. La città con il più alto numero di case pubbliche vuote e murate, un impressionante e in crescita numero di sfratti per morosità, una sequela quotidiana di sgomberi di occupazioni per necessità. Il cuore arancione ha smesso di battere?
Questa mattina e per buona parte della giornata gli abitanti resistenti di San Siro, sostenuti dall’As.I.A./USB e da tanti cittadini solidali, si sono battuti con coraggio per evitare l’ennesimo sgombero di famiglie con bambini. Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine, che non hanno lesinato manganellate per eseguire un ordine orrendo: liberare appartamenti pubblici per poi murarli. A chi giova questa politica degli sgomberi? Chi si avvantaggia di questo modo di operare? Tutte domande senza risposta.
Quel patrimonio pubblico ora chiuso, più di cinquemila alloggi tra Aler e Comune di Milano, deve essere reso disponibile subito e le famiglie che vivono in case occupate per necessità devono aver riconosciuto il loro status e non sgomberate. È una vergogna che non sia il buon senso ha governare questa paradossale situazione. Andando avanti così può solo aumentare il disagio e la rabbia sociale. Laddove non interviene la politica è la repressione che avanza. Le complicità non sono consentite e si deve decidere se guardare verso la città che soffre o verso la rendita e il cemento.
Altro che green economy e buon cibo, il biglietto da visita per chi sostiene Expò 2015 è scandito da precarietà, cemento e sgomberi, con buona pace delle promesse fatte o che si continuano a fare. Pinocchio sarebbe stato più adatto come mascotte di quella ufficiale scelta.
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