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La satira non s’addentri nei Boschi

Una logica da regime si vede da alcuni dettagli decisivi. Sì, è vero, si nota in giro una certa intolleranza per chi fa opposizione ragionata, e anche nella Cgil è finita l’epoca in cui il dibattito a sediate poi si concludeva con una posizione unitaria. Ora si viene mandati via e stop.

Sì, è vero, la “luna di miele” di Renzi con i media mainstream era finita prima ancora del giuramento al Quirinale, ma tanto nervosismo non fa bene neamche a chi lo prova.

Ma il dettaglio decisivo è sempre la “tenuta” psicologica davanti alla satira. Quando non sopporti che ti prendano amichevolmente per il sedere, in tv, vuol dire che sei “cotto”; che il ruolo da te ricoperto è esagerato rispetto alle tue gracili spalle. Ma se addirittura prendi carta e penna per chiedere che non si ripeta più la presa in giro, allora diventa evidente che la tua inconsistenza – psicologica, quantomeno – preferisci combatterla con una bella botta d’autoritarismo. Succede, a chi difetta di autorevolezza…

Bisogna dire che il neoministro per i Rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi, è risultata particolarmente debole. La prima imitazione “irriguardosa” che le è stata dedicata, peraltro nella trasmissione più “amica” che il Pd e il governo possano desiderare – Ballarò -, l’ha sconvolta al punto che il suo collega Michele Anzaldi, fedelissimo renziano come lei, ma anche segretario della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, si è sentito in dovere di prendere carta e penna. “Si chieda – scrive rivolto ad Anna Maria Tarantola, presidente della tv pubblica nominata da Mario Monti – se l’imitazione della Boschi è servizio pubblico”.

La retorica vittimistica non nasconde più di tanto l’intenzione censoria: “Mi permetto di chiederle se condivide l’imitazione di Maria Elena Boschi a Ballarò e se ritiene opportuno che un ministro giovane, che finora ha dimostrato preparazione e capacità, sia ritratta come una scaltra ammaliatrice che conta solo sul suo essere affascinante. È questa l’immagine che il servizio pubblico della Rai, e Raitre in particolare, vuole dare alla vigilia dell’8 marzo?”.

Ricorda il povero Bondi quando doveva fare cose simili per “salvaguardare l’immagine del premier Berlusconi”, vero?

Del resto la giovane toscana aveva avuto una settimana stressante, costretta a fare il Gasparri del centrosinistra pur di difendere gli “inquisiti” appena nominati ministro o sottosegretario. Insomma, una di quelle figure che proprio non vorresti fare, perché ti impediscono in modo assoluto di far vedere che tu e Renzi siete “il nuovo” rispetto a prima. Indipendentemente dall’età anagrafica.

Semmai la giovinezza fa risaltare ancora di più l’inesistente struttura “etica”. Come diceva già a suo tempo Talleyrand, capace di servire la Francia sotto Luigi XIV, Robespierre, Napoleone e Luigi XVIII (altro che Andreotti, insomma), “chi a 18 anni non è un rivoluzionario, è solo un…”. Ma essere già ridotti così a 33, signora mia…

E chissà come avrà preso, dopo che la sua intemerata conto terzi contro l’imitatrice Virginia Raffaele (la stessa che rifaceva il verso alla Pascale con “Dudù” Berlusconi), l’urticante sfottò che le ha dedicato l’Huffington Post:

E va anche capita, la Boschi. Perché se uno inizia la settimana andando a difendere in Parlamento gli indagati che sono diventati sottosegretari, se prosegue la settimana a telefono sulla legge elettorale con Verdini e Brunetta, se una è costretta, alla vigilia dell’8 marzo, a blindare l’accordo sulle quote di genere litigando con le donne del suo partito, capisci che la satira diventa insopportabile e offensiva. Roba da invocare il bavaglio. Se c’è una cosa che Maria Elena non sopporta è di essere dipinta come bella più che come brava. Proprio non la sopporta, sin da quando sfoggiò alla Leopolda un paio di scarpe tacco 12, leopardate. Non sopporta di essere oggetto di sguardi maliziosi e di pettegolezzi da bar di provincia, come se fosse arrivata in Parlamento per grazia ricevuta. Tanto che l’altro giorno un gruppo di parlamentari del Pd, capitanate da Alessandra Moretti, ha messo nero su bianco l’indignazione: “Basta battute sulla bellezza”.

Basta battute, siamo d’accordo. Di personaggi così siamo pieni da oltre un ventennio. Solo che ora pretendono un “rispettoso silenzio”… questo è il clima da regime.

L’imitazione di Virginia Raffaele:

 

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