Sabato 22 a Rimini si è svolta la manifestazione-corteo antifascista dopo l’accoltellamento di due giovani attivisti di sinistra da parte di un gruppo di fascisti.
Circa 200 i partecipanti, tutti giovanissimi, hanno sfilato per le vie di Rimini con un percorso imposto da Questura e Amministrazione comunale per renderlo il meno visibile possibile in una città distratta e preventivamente dis-informata. La giovane età dei partecipanti non è solo un dato anagrafico ma il riflesso politico di una sostanziale scelta di quel che resta della “sinistra” istituzionale di accodarsi al piano di censura e isolamento degli antifascisti scesi in piazza elaborato dalla governance locale: nessuno spazio mediatico nella stampa e media locali ai comunicati dei compagni, menzogne sulla dinamica dei fatti, squallidi e goffi tentativi di far passare l’accaduto come una banale “rissa” del Sabato sera.
Tutte le forze “democratiche” hanno scelto quindi di non sporcarsi le mani in un clima pre-elettorale in cui l’antifascismo rischia di essere un argomento scomodo nel sistema di alleanze e relazioni degli schieramenti istituzionali. Assenti anche altre realtà sociali e politiche che evidentemente hanno anteposto logiche settarie alla gravità dei fatti …
Di fronte alla spirale repressiva e alla presenza sempre più fastidiosa di gruppi fascisti occorre continuare a marcare un intervento sulle contraddizioni che la crisi comincia a produrre nella ricca e grassa Romagna: creando conflitto laddove c’è pace sociale, canali di comunicazione e reti di solidarietà capaci di rispondere più efficacemente ai tentativi di isolamento delle realtà antagoniste presenti sul territorio.
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