Libertà di opposizione al governo Renzi, il tema dell’assemblea pubblica che ieri sera le compagne e i compagni di Ross@ hanno tenuto a Bologna alla presenza di Giorgio Cremaschi. L’idea di confrontarsi con la città era emersa dopo la contestazione che Ross@ aveva portato a un convegno elettorale del PD il 7 maggio scorso. Questa contestazione aveva prodotto dodici denunce, annunciate dalla stampa cittadina che, chissà come, era riuscita finanche a individuare i nomi di tre indagati prima ancora che questi ne fossero informati. Infatti tutt’ora non sono state notificate denunce, nessun atto è stato formalizzato sulla base delle indagini che sarebbero state svolte.
Ieri sera la sala era piena, roba da stropicciarsi gli occhi, soprattutto confrontandola con quella del Partito Democratico, vuota, nel giorno della contestazione, e con la replica che alcuni giorni dopo ha visto il PD presentare la propria candidata in una Piazza Maggiore colma, sì, ma di forze dell’ordine che facevano da coreografia a circa trenta spettatori addormentati.
E invece ieri sera in via Zamboni, oltre cento persone hanno partecipato respingendo le politiche liberiste che vengono imposte al paese, le accuse di squadrismo del sindaco Virginio Merola che, insieme ai sindacati confederali e ai partiti della sua coalizione, si era accanito utilizzando, per i militanti di Ross@, appellativi che così bene lo ritraggono. Questi invasati dell’austerity, squadristi dell’informazione, maestri dell’arroganza, una platea così densa e stimolante se la troveranno di fronte soltanto offrendosi a legittime contestazioni.
Il PD di sinistra non ha più nulla, e da tempo, secondo Giorgio Cremaschi. Le iniziative di Ross@ contestano le politiche del jobs act che costringeranno i lavoratori a una precarietà diffusa. Non a caso, sottolinea Cremaschi, il nuovo ministro del lavoro, Poletti, e il sistema delle cooperative, incarna quanto di peggio si è prodotto in termini di condizioni lavorative e salariali. Non a caso, Renzi si è affrettato a concordare con la Merkel gli spiccioli promessi ai lavoratori, in cambio del voto alle imminenti elezioni europee. Anche la nuova legge sul lavoro è stata discussa e approvata dalla Troika, dalle banche e dai potentati economici europei. I cittadini dovrebbero prendere coscienza che votare PD, significa eleggere direttamente questi poteri a governarci. Chi ne farà le spese, prosegue il portavoce di Ross@ saranno i lavoratori e tutti i cittadini, dato che per rimanere entro i limiti di spesa imposti da Bruxelles, il governo Renzi chiederà ulteriori tagli alle spese ai Comuni, con conseguenti esternalizzazioni e precariato. Cremaschi ha concluso il suo intervento con un passaggio sul tema del “merito”, una sorta di mantra politico e mediatico: secondo chi ci governa, occorre meritare di avere un lavoro, una sanità pubblica ed efficiente, cioè il minimo per vivere. Renzi, figura quasi sconosciuta fino a pochi anni fa, è stato “incoronato” direttamente dai media, perché era la faccia giusta, giovane ed energica, da proporre agli italiani per far digerire le politiche neo-liberiste e lo smantellamento del welfare.
Massimo Betti, esponente dell’USB, è tornato sui fatti. Al PD cittadino che ha chiesto una presa di distanza del sindacato dagli attori della contestazione, l’USB ha risposto che ognuno ha i propri condannati, ma ci sono condanne e condanne, chi si batte per difendere il proprio lavoro è parecchio differente da chi abusa del potere derivante da incarichi pubblici.
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