Il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile previsto per l’11 luglio a Torino è stato annullato e rinviato. Sicuramente i tempi slittano alla fine del semstre a guida italiana (quindi nobembre o dicembre). Ma anche la sede è altamente incerta, a questo punto. Potrebbe svolgersi direttamente a Bruxelles invece che nel capoluogo piemontese, dove già erano state annunciate mobilitazioni e contestazioni.
La decisione è stata ufficialmente presa da Mateo Renzi, al termine dell’incontro con Herman Van Rompuy. L’intento, spiegano fonti di Chigi, è valorizzare un tema centrale come ‘legacy’, eredità finale del semestre di presidenza. Che significa? Si vorrebbero avere le nuove istituzioni Ue (sostanzialmentelo pseudo-parlamento per cui si è votato il 25 maggio) pienamente insediate, in modo da “valorizzare un tema centrale per l’Italia e i partner europei come eredità finale del semestre di presidenza”.
Saltano una serie di lavori pubblici “straordinari” previsti per attrezzare l’area del Lingotto in modo da poter ospitare le delegazioni di un vertice previsto molto breve, appena 24 ore in tutto (a conferma della “grande importanza strategica” attribuita retoricamente al tema dell’occupazine giovanile). E saltano, parallelamente, tutta una serie di misure, come la sospensione del trattato di Schengen, per tenere sotto controllo il flusso dei potenziali contestatori.
Evidente anche la preoccupazione politica del governo Renzi, sempre attento al lato della comunicazione: la propaganda sulle “grandi scelte” in tema di occupazione giovanile – sostanzialmente una istituzionalizzione universale della precarietà – rischiava di passare in secondo piano rispetto alla contestazione e ai suoi possibili risvolti “di cronaca”.
Lo dichiara senza mezzi termini il famoso ultrà pro-Tav, il senatore del Pd Stefano Esposito: «Il problema della sicurezza c’era e chi lo nega è un ipocrita. Era la preoccupazione di tutte le forze dell’ordine. Spero che si apra, prima o poi, la riflessione su come a Torino si stia radicando un insopportabile e non più tollerabile nucleo di antagonismo violento che danneggia la città e la sua immagine esterna». Nemmeno tanto tra le righe, in invito a procura e polizia “rimuovere” al più presto questo “nucle” perturbatore.
Il cambiamento di data e del luogo del vertice europeo sulla disoccupazione che in qualche modo doveva inaugurare la presidenza italiana del semestre europeo, costringerà i movimenti sociali e i sindacati conflittuali che avevano avviato la mobilitazione sull’11 luglio a Torino a rivedere il loro programma d’azione. Resta invece confermata la manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma che inaugurerà il Controsemestre popolare e di lotta contro il governo Renzi e i diktat dell’Unione Europea.
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