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Cose dell’altro mondo. La Finanza perquisisce il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

La Guardia di Finanza, su disposizione della Procura di Roma, sta eseguendo una serie di perquisizioni al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) del Ministero di Giustizia. Le ipotesi di reato sono quelle di corruzione legata ad appalti per lavori di ristrutturazione in alcuni carceri e falso e abuso di ufficio. Nell’operazione sono stati sequestrati numerosi computers ed incartamenti. Sembrerebbe che una analoga operazione sia in corso anche presso gli Uffici del Commissario Straordinario per l’Edilizia Penitenziaria (Piano Carceri). L’indagine è coordinata dal pm Paolo Ielo e Mario Palazzi.

Il principale indagato sarebbe il commissario straordinario al piano carceri, il prefetto Angelo Sinesio, una carriera passata quasi per intero nelle strutture antimafia, per anni considerato “molto vicino” anche al giudice Borsellino. Ma anche sospettato di essere in realtà un uomo dei “servizi”. Per esempio, in seno all’Ufficio dell’Alto Commissariato Antimafia, fu delegato a partecipare alla Commissione Interministeriale istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, nel 1990, modificò la normativa antimafia sui sub- appalti.

Ha collaborato, per conto dell’Alto Commissariato Antimafia alla redazione di numerose circolari in tema di infiltrazioni mafiose nell’economia che, attraverso il Ministero dell’Interno, furono diramate negli anni 1990, 1991 e 1992 a tutte le Prefetture, le Stazioni Appaltanti ed alla Corte dei Conti. Nel novembre 2011 è stato infine nominato Capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.

In tutto sono 9 gli iscritti nel registro degli indagati.

Secondo la Procura di Roma, Sinesio, accusa di falso e abuso d’ufficio, avrebbe tenuto nascosti alcuni atti anticipando le gare di appalto, impendendo di fatto ad alcune ditte di prendervi parte. Il prefetto, sempre secondo l’accusa, si sarebbe adoperato per far sì che alcuni bandi non superassero la soglia dei 5 milioni di euro, limite che secondo la normativa europea consente di affidare i lavori a più di una impresa.

 

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