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20 luglio, per Carlo Giuliani

… Ma non fu la Diaz, non fu Bolzaneto. Non con quelle ciocche di capelli e di sangue rappreso sulle scanalature dei termosifoni. Non con quel salvacondotto di impunità. Non con quei gas asfissianti, quei manganelli speronati che lasciano solchi nella carne, sperimentati in un’altra piazza dal precedente governo di centro sinistra. Quello della guerra umanitaria.

Tanto armamentario contro una massa variopinta unita dal volere possibile un altro mondo. Non la rivoluzione, non il potere, non il comunismo. Delegazione di una maggioranza del paese contrapposta alle guerre e al mercato dell’esistenza umana. Buttata fuori senza mezzi termini da ogni spazio di decisione, ammutolita. In un paese stremato da una feroce indifferenza, accecato dai miti della sicurezza, arroccato a difesa dei propri favori.
A monito il corpo morto di un ventenne che scriveva poesie in latino e che verrà ricordato col solo appellativo di ragazzo.
La telecamera indugia su un passamontagna zuppo di sangue.
Potrebbe essere mio figlio.
Gli anni mi hanno ammorbidita, sono più fragile, mi spezzo prima.
Vorrei solo non aver visto.

* da Barbara Balzerani, “Perché io, perché non tu”

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