Le agenzie di stampa italiane si accorgono delle manifestazioni di solidarietà con la Palestina solo quando le vai a trovare di persona. Allora scrivono persino qualcosa:
“Non restiamo immobili a contare i morti” a Gaza. Dietro questa determinazione che una delegazione del gruppo ‘Antifasciste e antifascisti per la Palestina’ di Roma si sono presentati alla sede dell’Agi per annunciare la manifestazione di domani che partira’ in corteo alle 18 da Piazza Vittorio “al fianco di chi resiste in Palestina contro il colonialismo di Israele”. “Sessantasei anni di colonialismo brutale – ricordano in un comunicato – sono 24.161 giorni di colonialismo brutale.
Massacri, prigionia, deportazioni, segregazione, campi profughi e diaspora in 66 lunghi anni che non si puo’ ridurre a una guerra tra Hamas e lo stato israeliano. Giornali e televisioni, seppure con sgomento davanti all’ennesima carneficina, stanno accettando la solita tesi difensiva di Israele. Ogni giorno l’informazione rende totalmente invisibile il colonialismo sionista e tutta la popolazione palestinese che, quando uccisa tra i bombardamenti incessanti, viene considerata un ‘danno collaterale nella guerra contro il terrorismo di Hamas'”.
Per il gruppo filopalestinese romano si tratta di “Un massacro, si’. Questo e’ sotto gli occhi di tutti, specialmente – sottolineano – di chi lo vuol vedere. Non bastano foto di corpi dilaniati, giovani o meno che siano, o edifici distrutti a raccontare l’ennesimo violento attacco di Israele alla Striscia di Gaza. Non basta romanzare o indurre a compassione intorno una manciata d’immagini strazianti, con il calcolo gelido che quella foto ‘venda’ o che faccia il giro del mondo, regalando qualche migliaio di clic al sito web di riferimento.
La Striscia di Gaza, pezzo di terra palestinese che tutti i media acconsentono a tener separato dalla Palestina quasi fosse un’isola, e’ stata occupata dai coloni e dall’esercito israeliano fino al 2005 e successivamente messa sotto assedio militare in tutte le frontiere: terra, mare e cielo.
‘Protective edge’ e’ solo l’ultima accelerazione della polizia etnica della Palestina perche’ il progetto sionista vuole: conquistare tutte le terre palestinesi, espellere, uccidere o costringere alla schiavitu’ la popolazione palestinese, e saccheggiare tutte le risorse, tra cui gas, acqua e terre coltivabili”. Nel comunicato si cita anche una poesia di Rafaeef Ziadah: “Today, my body was a Tv’d massacre that had to fit into sound-bites and word limits filled enough with statistics to counter measured response”.(Agi)
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