Alla vigilia dello sciopero dei trasporti di 24 ore indetto dall’USB sia per Atac che per le aziende private della Roma Tpl, gli autisti dell’USB insieme ad una vasta composizione di movimenti sociali riuniti attorno alla sigla comune “Diritto alla città” hanno organizzato oggi pomeriggio alle 17.30 una assemblea in piazza a Corcolle, la borgata in cui dieci giorni fa si sono regsitrate fortissime tensioni tra immigrati, autisti dell’Atac e abitanti del quartiere, con i fascisti che hanno alimentato un clima da pogrom con aggressioni contro gli immigrati del vicino centro di accoglienza. Un clima di caccia alimentato anche da trasmissioni televisive e dalla stampa reazionaria.
L’obiettivo dell’assemblea in piazza di oggi, è la discussione e l’informazione su come sta cambiando il sistema dei trasporti a Roma, tagliando fuori interi quartieri con la soppressione delle linee e la riduzione delle corse.
Talvolta le proteste contro la riduzione del servizio, che si stanno moltiplicando in diverse aree della capitale, si rivolgono ingiustamente contro gli autisti. Ma non sono certo gli autisti i responsabili del taglio: le decisioni assunte dalle aziende, dall’amministrazione comunale e la spending review imposta dal governo, stanno determinando l’abbandono delle periferie, di cui la mobilità rappresenta uno dei tanti elementi.
Cumuli di immondizia, zone infestate dai topi, assenza di servizi essenziali come gli asili nido; case popolari senza manutenzione, grandi aree verdi lasciate incolte e completamente abbandonate. E soprattutto il lavoro che non c’è.
La soluzione che ci viene proposta è la guerra tra poveri e la caccia all’immigrato. Ma il razzismo fa il gioco di chi non vuole affrontare la questione delle periferie, di chi non ci riconosce il diritto alla città; di chi con gli arresti, gli sgomberi e i licenziamenti vuole impedire alla città di parlare e di ribellarsi. La riduzione dei centri di accoglienza non risolve il problema dell’abbandono delle periferie e rischia di assolvere imprese, Comune e Governo, alleati nel taglio delle risorse ai quartieri popolari della città.
Occorre dunque ripartire dai dati reali e costruire insieme un piano di rilancio per rimettere al centro le periferie.
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