Rimettere la periferia al centro della città.
Si potrebbe senza dubbio sintetizzare così, parafrasando il vecchio adagio circa una Chiesa e il suo villaggio, lo spirito che muove gli organizzatori di Roma Siamo Noi!, “settimana di mobilitazione” dal 3 all’8 settembre che vedrà impegnata la periferia orientale romana in occasione del 45° anniversario dalla morte di Fabrizio Ceruso, giovane compagno di Tivoli ucciso nei feroci scontri con le forze dell’ordine a San Basilio nel lontano 1974.
Proprio a San Basilio, martedì 3, si terrà la giornata clou che vedrà la presenza di ospiti tanto illustri quanto fedeli narratori del modo di vivere, e dunque di essere, della borgata della capitale (e non solo). Stiamo parlando di Zerocalcare, Alessandro Mannarino e Franco Ricciardi.
Procedendo con ordine, l’appuntamento per i residenti dello storico quartiere romano è alle ore 17 in via Morrovalle, dove si terrà un primo momento di socializzazione veicolato dai valori della nobile arte: sarà infatti occasione per cimentarsi, o per assistere, in una esibizione di pugilato, organizzata dal circuito delle palestre popolari di Roma.
A seguire, la giornata entrerà nel vivo con il racconto di, come recita il titolo dell’incontro, “Storie di riscatto e dignità nei quartieri”. Qui, alla presenza del fumettista e del cantautore romano, il centro dell’attenzione sarà tutto per quelle “storie di riscatto e dignità che, negli ultimi anni e mesi, hanno dimostrato come Roma e i quartieri popolari sono molto diversi dalla narrazione fatta dai grandi media”.
Il superamento di quella patina di degrado e subalternità, spesso imposta dalla grande narrazione nei riguardi di quelle zone che non godono delle mire affaristiche del turismo internazionale, sarà al centro del dibattito, e giustifica pienamente la presenza di Zerocalcare e di Mannarino, da sempre impegnati con la loro produzione artistica nel mostrare il vero volto delle borgate (o degli ultimi in generale), quello sottaciuto dalla Roma bene, dagli speculatori, dai maggiori organi di informazione.
Un volto di certo meno imbellettato, ma carico della dignità e della voglia di riscatto che attraversa quel mondo del lavoro, quell’orizzonte di solidarietà, che non trovano spazio sotto i riflettori della ribalta del “mondo che conta”, spesso e volentieri proprio perché quel mondo, basato sull’atomizzazione dei rapporti sociali e sullo sfruttamento di risorse umane e naturali, viene messo fortemente in discussione.
Fu così per Fabrizio Ceruso, caduto sotto i colpi della repressione mentre lottava per un diritto basilare di una società che si possa dire libera ed emancipata: una casa per tutti, ed è così ancora oggi, checché se ne dica nei salotti buoni della società.
Racconti, sì, ma anche proposte concrete, quelle che possano garantire una ritrovata “centralità” politica e progettuale a quelle comunità abbandonate dalle amministrazioni di tutti i colori, che rimettano al centro di un progetto solidale e inclusivo investimenti pubblici, posti di lavoro, luoghi di aggregazione, in grado di sviluppare un sentimento di appartenenza che, a partire dal luogo fisico, si tramuti – o meglio – venga riconosciuto come un progetto di società, e dunque di città, alternativa a quella attuale.
Oltre ai già citati artisti romani, il dibattito sarà impreziosito dalla voce di Federico Giglio, attivista del Centro Popolare San Basilio e militante della Federazione del Sociale Usb, Maria Vittoria Molinari, figura storica della lotta per l’abitare in città con l’Asia Usb di Tor Bella Monaca, e Sukena, ex abitante dell’occupazione sgomberata quest’estate a Primavalle e militante anch’essa dei movimenti per il diritto all’abitare.
Per finire, spazio a chi questa condizione e la voglia di ripartire la canta, e lo fa come in pochi possono permettersi perché in borgata, anche se di un’altra città, c’è nato e c’è vissuto, imparando a conoscerne i problemi, lo spirito e le potenzialità. È il caso di Franco Ricciardi, cantautore napoletano, artista simbolo della voglia di riscatto di Scampia, che porterà tra le strade di San Basilio la carica di chi non si arrende a etichette e pregiudizi create e appiccicate ad hoc da chi, quelle periferie, non le ha viste “nemmanco in cartolina” (riservate, si sa, a ben altri lidi).
Tutto questo, scrivono gli organizzatori, sarà completamente gratuito, con la presenza di giochi per bambini, bar e cucina in funzione per tutta la durata degli eventi, per permettere ai partecipanti di tutte le età, condizione ed estrazione sociale di poter vivere appieno gli eventi in programma. In aggiunta, l’immancabile “riffa di solidarietà popolare”.
Roma siamo noi, urlano i quartieri popolari dai manifesti e dagli eventi pubblicati sui social. Roma siamo noi, verrà ribadito in questa prima settimana di settembre, per “riportare al centro dei nostri quartieri le battaglie di quegli anni e collegarle alla situazione attuale, con l’obiettivo di difenderci da sgomberi e repressione, di rivendicare il diritto alla casa e agli spazi sociali, per una città libera, aperta e solidale”.
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