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Roma. Corteo per il diritto alla città. Magistratura processa gli occupanti del Palazzo

“Per avere in concorso tra di loro e con altri allo stato non ancora identificati, ed in numero superiore a dieci, arbitrariamente invaso al fine di occuparlo lo stabile sito in piazza dei Sanniti”, sono state rinviate a giudizio e saranno processate a gennaio dodici persone tra cui l’attrice/regista Sabina Guzzanti, il deputato Pd Marco Miccoli e gli ex consiglieri comunali Nunzio D’Erme e Andrea Alzetta. Per un doloroso paradosso, sempre oggi, partita dal popolare quartiere Centocelle, si è tenuta la manifestazione per il “diritto alla città” in una giornata di mobilitazione nata e discussa a livello europeo e organizzata in Italia dalla Rete Abitare nella Crisi.
Un corteo contro la speculazione, gli sfratti e gli sgomberi. Più di 3mila persone hanno attraversato i quartieri del quadrante est della capitale fino a giungere a Largo Preneste. Sullo striscione che apriva il corteo c’era scritto “Riprendiamoci la città”.

L’inchiesta sul cinema Palazzo risale all’aprile del 2011. L’indagine sulle responsabilità per l’occupazione dell’ex cinema nel cuore di San Lorenzo, a distanza di tre anni dai fatti contestati era andata avanti. Il pm Digeronimo ha preso in carico il fascicolo ereditato dal pm Maria Cordova, ed ha rinviato a giudizio per citazione diretta i dodici occupanti individuati. Dopo le prime iscrizioni nel registro degli indagati a dicembre il gip aveva disposto il sequestro dell’ex cinema, ribattezzato dagli attivisti “Sala Vittorio Arrigoni”, in onore del blogger ucciso a Gaza. Erano stati inviati gli ufficiali giudiziari per eseguire il sequestro ma studenti, militanti e semplici cittadini, chiamati a raccolta attraverso un tam tam sui social network, avevano fatto muro a difesa del loro “spazio culturale” e respinto gli ufficiali giudiziari.

Mentre migliaia di persone in piazza oggi rivendicavano il diritto alla città, la procura di Roma ha risposto mandando a processo coloro che sono riusciti a praticare questo diritto strappando uno spazio come il Palazzo ai padroni del slot machine e del gioco d’azzardo.

 

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