La giornata antifascista di sabato scorso a Verona è una di quelle che si dovranno ricordare, segno importante della riappropriazione della piazza da parte di un’opposizione vera, reale e radicale, che dice no all’acquiescenza verso il neofascismo che, da troppi anni ormai, caratterizza la pubblica opinione veronese.
Il corteo dei mille, tra slogan e discorsi, ha detto che non si è più disposti a tollerare complicità tra palazzo e squadrismo. Lo ha detto anche con la presentazione di un dossier che svela le connivenze dell’ultimo decennio tra poteri pubblici e organizzazioni neofasciste cittadine: una rete di alleanze innervata in un tessuto sociale che, nel dopoguerra, ha permesso l’insorgere di fenomeni legati alla destra eversiva. Verona, nel tormentato periodo della storia repubblicana, quello della guerra mai dichiarata eppure combattuta, è stata infatti notorio crocevia delle trame eversive neofasciste. E’ stata deposito di armi, e forse di quella bomba deflagrata in Piazza della Loggia a Brescia, in quella piovosa mattina del 28 maggio del 1974.
Se Verona, ieri legata agli ambienti di Ordine Nuovo, culla di Abel e Furlan è oggi laboratorio e terreno di coltura del movimentismo neofascista, questo si deve alla politica di copertura nei confronti di chi si dichiara fascista e agisce da fascista.
L’Assemblea 25 ottobre, che anche Ross@ Verona ha contribuito a far nascere, vuole iniziare un percorso che vedrà le forze antifasciste impegnate a costituire un Osservatorio permanente sui fascismi e a organizzare una serie di iniziative che si susseguiranno nei prossimi mesi e che culmineranno nella commemorazione del 25 aprile prossimo, settantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
Ross@ Verona ritiene che questo sia un primo passo, importante e significativo, per costruire un blocco sociale e politico antagonista, in grado di contrastare, a tutti i livelli, le politiche xenofobe, di sfruttamento e di marginalizzazione che caratterizzano l’attuale amministrazione scaligera. Nella città dal “cuore nero” abbiamo dato e vogliamo continuare a dare una grande risposta politica, sperimentando l’unità dei vari soggetti antagonisti in un compatto fronte antifascista. Nella città offesa e umiliata dai reiterati atti di violenza fascista, la posta in gioco è alta e forte sarà la nostra azione di contrasto. L’alternativa sarebbe la condizione descritta da Dostoevskij nei “Fratelli Karamazov”: se nell’armonia del mondo c’è spazio per i cani del generale che sbranano il bambino, allora è meglio “ restituire il biglietto”, uscire da questa armonia e andarsene. Ma noi i cani del generale non li vogliamo..
Ross@ Verona
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa